Pd: “Campo da golf ridimensionato? Addio al turismo d’élite”
I consiglieri De Lorenzi e Garbarino fanno il punto: "Il campo deve rimanere"
ACQUI TERME – Il Comune di Acqui ha fissato il termine del 23 novembre per raccogliere idee in merito al futuro assetto dell’area che oggi ospita il campo da Golf. «I termini proposti dal Comune sono abbastanza larghi – hanno commentato i piddini Carlo De Lorenzi e Milietta Garbarino – la pratica del Golf dovrà continuare ad esser garantita (per motivi tecnici, avendo avuto sovvenzioni per questo scopo) e sarà possibile utilizzare l’area per altre attività sportive. Rimaniamo in fiduciosa attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato questa giunta a lasciare crescere il debito dei gestori, ammontate ad oggi a circa 160mila euro non intervenendo nel corso degli anni 2018 e 2019 e poi autorizzando gli stessi gestori di rientrare nel comodo termine di 12 anni».
La riflessione dei consiglieri di minoranza si posa sulle intenzioni di Lucchini&Co: «E’ chiaro che il Comune vede il futuro del Parco Nazioni Unite non più legato esclusivamente al Golf – hanno affermato – residuando al limite, ma solo per tener fede a un contratto con la Federazione, un campo scuola che potrebbe occupare forse meno di un terzo dell’area stessa».
Nel circondario, atteso lo stallo della realizzazione del campo da golf di Melazzo (Villa Scati), il ridimensionamento dei ‘green’ di Acqui avrebbe, secondo la minoranza di sinistra, creerebbe un vulnus turistico non indifferente. «Acqui Terme e il suo territorio, che vede nel turismo il suo futuro, può permettersi di rimanere senza un campo da Golf (ovviamente gestito con tutti i crismi)? – hanno domandato De Lorenzi e Garbarino – Può un’offerta turistica moderna, fare a meno di questa opportunità? Gli operatori turistici del territorio (parliamo di resort anche di lusso non distanti dalla città) cosa ne pensano? Lo stesso assessore al Turismo, che nei depliant da lei curati mette in ampia evidenza questa offerta, ha una opinione al riguardo? Sarebbe importante conoscerla».
L’analisi tocca anche altri sport all’aria aperta. Mancherebbero aree dedicate. La pista ciclabile, essendo in zona esondazione, non si adatterebbe alla realizzazione di spogliatoi e strutture fisse, e così, secondo gli esponenti, le attenzioni tornerebbero sul golf. Ma i piddini avvertono: «Il Comune dovrà abbondare qualsiasi idea di sostenibilità finanziaria. Invece di ricavare dei soldi dovrà spenderne (quantomeno non incassarne, ma a questo sono già abituati). Chi prenderà il campo scuola golf al limite potrà gestire dei campi da tennis, la piscina e il ristorante. Ma certamente non potremmo chiedergli di mantenere e gestire a sue spese il resto dell’area, se aperta al pubblico. Semplicemente perché non ce la farebbe economicamente».