Contro la crisi, il Brachetto in tv
Ricagno: "Un cortometraggio dall'animo sensuale"
ACQUI TERME – Il Brachetto d’Acqui, il vino più rappresentativo del terroir nostrano, è da anni in crisi. Il 2018 ha segnato una flessione nelle vendite di ben 460 mila bottiglie. Tale scorta, rimasta nei magazzini invenduta, riverbera effetti economici negativi su tutta la filiera, dalla distribuzione, agli industriali, ai produttori che da anni caldeggiano un cambiamento di rotta. Il Presidente del Consorzio di Tutela, Paolo Ricagno, ha deciso di investire nella promozione. «L’appuntamento è per il 6 novembre, alle 17, al cinema teatro Ariston – hanno comunicato dal Consorzio – L’occasione è la presentazione, in anteprima nazionale, del nuovo spot commerciale che sarà al centro di una campagna su tv e social media. Protagonista assoluto il Brachetto e i suoi panorami nel sud del Piemonte caratterizzati da quelle colline rese famose per la produzione di uve aromatiche uniche a mondo e da cui nascono vini pregiati e inconfondibili».
«Questo piano di comunicazione nasce dalla determinazione e dal sacrificio di tutta la filiera, dai vignaioli alle case vinicole – ha aggiunto il Presidente Ricagno – Un comparto unito, specialmente in questi tempi non facili, che dimostra, sposando i progetti del Consorzio, di credere ancora in un vino che può dare ancora molto in termini di reddito, tutela del paesaggio e cultura vitivinicola».
Top secret la storia al centro del filmato commerciale (un cortometraggio) che, almeno stando alle indiscrezioni, avrà come location le vigne del Brachetto ed un’allusione all’anima ‘sensuale’ del vino, ‘Dolce vita, dolce e frizzante il suo vino’ pare il connubio. «Sarà un grande affresco che rappresenterà non solo le uve e i vini che produciamo nella terra del Brachetto, ma anche, nel suo complesso, la nostra terra, il Monferrato, che è inimitabile per bellezza e produzioni di eccellenze rare» ha confermato Paolo Ricagno.
Eppure Pier Luigi Botto, presidente dell’associazione produttori di Brachetto, aveva espresso remore per la scelta del Consorzio: «La solita promozione televisiva in Italia non può avere effetti apprezzabili quando le vendite maggiori sono quelle d’esportazione e non del mercato interno. Le operazioni di valorizzazione quindi dovrebbero guardare oltre confine».