Decoro urbano, Bertero: “Lasciate studiare gli studenti”
L'ex sindaco critica la scelta dell'attuale amministrazione
ACQUI TERME – Nei giorni scorsi, in occasione dell’ennesima uscita di pulizie straordinarie per le strade della città, il sindaco Lorenzo Lucchini ha dichiarato la prossima ricetta per il decoro urbano: volontari, studenti, qualche assunzione e più risorse a bilancio. «Siamo al lavoro per coinvolgere le scuole in un piano di pulizia e cura del verde, per quanto possibile e in piena sicurezza, con un calendario che consenta loro di impegnarsi su questo fronte con regolarità e a rotazione, affiancando i volontari – ha comunicato Palazzo Levi alla stampa – Il vantaggio sarà doppio: Acqui sarà più ordinata e responsabilizzeremo i ragazzi nel prendersi cura della città. Direi, anzi, che è l’aspetto più importante».
«I ragazzi acquesi devono studiare, non andare a pulire le strade – ha commentato l’ex sindaco Enrico Bertero – Questa è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità grillina di amministrare la città. Possibile che non siano capaci di curare il verde con 134mila euro messi a bilancio? Sono riusciti a far seccare perfino i sempreverde; nemmeno il minimo d’acqua». La critica del consigliere di minoranza è come al solito tonante. Al centro delle argomentazioni la totale assenza di programmazione che, a suo dire, coinvolgerebbe ogni aspetto della locale gestione pubblica. «Producono spot per social network cavalcando gli argomenti in voga – ha spiegato – Ora online ci sono gli scioperi della ‘Greta generation’ e l’amministrazione se ne esce con il coinvolgimento degli studenti nelle pulizie. Bisogna fare gare di appalto, monitorare il modo in cui viene gestito il servizio, avere un riscontro dei lavori eseguiti».
Nella ricerca di manovalanza a basso costo Bertero rivolge all’amministrazione del sindaco Lucchini un consiglio. «Ad Acqui sono stati concessi 322 redditi di cittadinanza – ha evidenziato – Da aprile questa pletora di gente percepisce delle risorse pubbliche ed il minimo che possa fare è dare una mano alla collettività».