Zanzare, se la Caspyus è la nuova Tigre
Prosegue la sperimentazione ad Alluvioni Cambiò
ALLUVIONI CAMBIO’ – Termina la sperimentazione, inizia una nuova fase di prevenzione. Alla seconda serata di sperimentazione anti zanzara, giovedì nel campo sportivo di Alluvioni Cambiò, i volontari disposti a farsi pungere erano sei. Asghar Talbalaghi, responsabile e fondatore del progetto di lotta alle zanzare in 25 Comuni di Alessandria, sta sperimentando in collaborazione con l’Università di Zagabria l’efficacia di di un nuovo principio repellente studiato dai ricercatori.
Nella prima fase ha messo a confronto il numero di punture riportate con e senza braccialetto, mentre giovedì ha messo a confronto la nuova sostanza con i prodotti già esistenti in commercio.
Aspettando la statistica, Talbalaghi esprime un primo risultato e fissa un novo obiettivo. “Il prodotto è significativo nell’ottica di utilizzare repellenti più naturali: la sperimentazione è soddisfacente anche se il principio andrà perfezionato nel tempo”.
Ad assistere alla prova, oltre ai giornalisti di Rai e Mediaset, c’erano anche tecnici esperti e colleghi ricercatori dell’Università di Bari, che hanno colto l’occasione delle prove in campo per visitare anche il Laboratorio ricerche ambientali, sede del consolidato progetto alessandrino, che è inserito nel programma regionale di prevenzione ambientale coordinato dall’Ipla. Talbalaghi, già direttore per Italia dell’ Emca European Mosquito Control Association ed attuale membro del Comitato europeo di lotta alle zanzare, è considerato un innovatore fra gli entomologi. Per lui la Caspyus è la nuova Tigre.
Le prove dimostrative nel luogo più infestato dalle zanzare evidenziano il fatto che c’è ancora da fare, soprattutto per prevenire possibili contaminazioni da virus. Alluvioni Piovera vede formarsi un corridoio naturale di zanzare, che oscillano dalle risaie della Lombardia a quelle del Piemonte. La zanzara risicola Haedes Caspyus qui incontra la Tigre presente nel tessuto urbano alessandrino e prolifica a dismisura. In presenza di virus, sarebbe rischioso.
“L’anno scorso per la prima volta nel Veneto il virus della febbre del Nilo è stato individuato non solo nella Tigre, ma anche nella Haedes Caspyus, una zanzare vorace che in cerca di cibo può spostarsi di 50 km a notte. Per rafforzare la prevenzione, bisogna ampliare il monitoraggio, diversificare gli interventi e prolungarli, perché in questa estate così calda a fine agosto le zanzare continuano a proliferare”, conclude Talbalaghi.