“Più autonomia e valorizzazione delle province”: in Regione è partita l’era Cirio
Il governatore: "Case popolari? Riequilibreremo la situazione". Ravetti: "Non costruisca nuovi muri"
TORINO – Non cancellare le cose buone fatte fin ora, ma lavorare per cambiare ciò che si ritiene non funzioni. Questo il contenuto del discorso programmatico pronunciato dal presidente di Regione Alberto Cirio nella mattinata di martedì 9 luglio nell’Aula del Consiglio regionale.
Durante il suo discorso, il neoeletto presidente si è soffermato sulla centralità di tutte le province, siano esse più o meno vicine a Torino, nel proprio progetto politico, e sulla volontà della Giunta di dare maggior rilievo alle opere pubbliche. Quindi, il desiderio di attribuire maggiore attenzione al lavoro, all’economia, ai trasporti pubblici e all’istruzione; inoltre, un annuncio circa le liste d’attesa in sanità: “Per l’assegnazione delle case popolari cercheremo di riequilibrare la situazione, perché con l’attuale normativa gli stranieri riescono a ottenere abitazioni pubbliche molto più facilmente degli italiani. Noi siamo per l’equiparazione, non per favorire l’uno o l’altro”. Quanto ai grandi eventi sportivi, invece, “istituiremo una Sport Commission, sulla falsariga di quanto fatto per il cinema con successo, in modo da partecipare alle selezioni per il maggior numero di eventi possibile”.
Altro tema fondamentale emerso in mattinata è stato il capitolo autonomia, in quanto, come ricordato dallo stesso Presidente, “per noi è un tema carissimo, non solo caro.” A tal proposito, i ringraziamenti al presidente del Consiglio Stefano Allasia che intende istituire una Commissione ad hoc in seno al Consiglio regionale.
“La timidezza con cui la precedente giunta – prosegue Cirio – ha affrontato la questione è sbagliata. Il residuo fiscale di 10 miliardi non verrà modificato dall’autonomia, ma sarà un argomento importante in sede di trattativa.” Infine, la volontà di aumentare anche il numero delle materie su cui chiedere l’autonomia.
L’ultimo argomento su cui la giunta si è pronunciata ha riguardato l’ambiente: “Le scelte vanno fatte sulla base dei dati scientifici – ha detto il presidente del Piemonte – che ci dicano se sono efficaci o meno. Quando si pensa alla Ztl a Torino, non la si può paragonare a quella di Milano, con 5 linee di metropolitana che portano in centro. Da noi l’unica linea non passa nemmeno all’interno della Ztl. E poi non possiamo chiedere a chi già è in difficoltà economica di cambiare auto, se non ha i soldi per farlo, senza peraltro incidere davvero sulla qualità dell’aria”.
Nel complesso, si tratta di un discorso che ha ottenuto il consenso della maggioranza e i ‘distinguo’ dell’opposizione. Il capogruppo della Lega Alberto Preioni, rappresentante del Vco, per esempio, ha concordato sull’idea di riportare al centro anche le province più lontane come la sua; mentre il capogruppo Pd Domenico Ravetti, che si è pur detto “disponibile a modificare la legge elettorale inserendo la doppia preferenza di genere, la rappresentanza territoriale e l’eliminazione del listino presidente”, ha espresso con chiarezza alcune preoccupazioni: “È dannoso dividere le persone. In questa Italia meno solidale di un tempo, le chiediamo, Presidente Cirio, di non costruire nuovi muri. Sarà più facile andare a un’altra velocità se non si lascerà indietro nessuno”.
La mattinata si è dunque conclusa con l’intervento dell’ex presidente di regione Sergio Chiamparino che ha, tra le altre cose, voluto augurare alla nuova Giunta “da piemontese, di fare meglio di quanto abbiamo fatto noi”.