Crisi del Brachetto, gli agricoltori: “Ok a trattenute per promozione, ma servono finanziamenti”
PROVINCIA – Da diverso tempo la produzione del Brachetto d’Acqui Docg sta vivendo una profonda crisi. Nel solo 2018 sono state vendute 460 mila bottiglie in meno. Dopo numerosi incontri, la Cia e il Consorzio del Brachetto d’Acqui docg hanno quindi presentato un piano di promozione del prodotto. I rappresentanti della confederazione degli agricoltori si sono detti “disponibili a collaborare e ad accettare la proposta del Consorzio del Brachetto d’Acqui docg di effettuare una trattenuta attraverso l’Erga Omnes, indirizzata alla promozione ed alla commercializzazione del prodotto. Questo prelievo – continuano gli agricoltori confederati – per le nostre aziende equivale ad un importante investimento e pertanto ci aspettiamo che venga ben valorizzato nella progettualità e che sia condiviso e trasparente nella sua attuazione concreta. La strada da percorrere è sicuramente quella di promuovere il nostro prodotto, facendolo conoscere nelle sue declinazioni (dolce, secco, fermo o spumante), ma nel contempo si dovrà ugualmente promuovere il territorio lavorando di concerto con tutti gli altri attori del settore sia agricolo che turistico. Riteniamo necessario sostenere il lavoro svolto dai piccoli produttori e dalle Cantine Cooperative che pongono sul mercato il prodotto finito, per questo proponiamo che, all’interno del progetto di promozione e commercializzazione, siano individuate risorse per queste aziende”.
Da parte degli agricoltori della provincia una solidarietà sentita, non senza però qualche precisazione, in quanto l’importo richiesto nella proposta presentata dal Consorzio andrebbe a gravare “su aziende già in sofferenza da tempo”, condizione che spinge i confederati ad invocare una più approfondita riflessione nel valutare “ogni opportunità per ottenere finanziamenti pubblici (sia da fondi regionali che comunitari) in modo da ridurre la quota richiesta agli agricoltori. Sempre in una prospettiva di collaborazione reciproca, chiediamo al Consorzio di mettere in atto politiche per tenere informati tutti i produttori sulle iniziative che verranno intraprese. Come più volte espresso, ripetiamo la necessità di avviare un percorso di rinnovamento all’interno del Consorzio, al fine di rendere credibili e condivise le azioni che svilupperà il Consiglio di Amministrazione”.
La Cia di Alessandria, facendosi interprete delle esigenze dei produttori, ha intenzione di chiedere all’Assessore Regionale di riaprire i tavoli di filiera del vino piemontese, “affinché i viticoltori, la cooperazione e la parte industriale possano discutere insieme ed in modo paritario il futuro delle produzioni vitivinicole”.