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Vendono magliette “taroccate” a loro insaputa, assolti in tribunale
Due commercianti di Acqui sono stati assolti dall'accusa di commercializzazione di merce contraffatta e ricettazione: in un banco del mercato di Ovada esponevano maglie e felpe con i 7 nani non originali. Per il tribunale il fatto non sussiste
Due commercianti di Acqui sono stati assolti dall'accusa di commercializzazione di merce contraffatta e ricettazione: in un banco del mercato di Ovada esponevano maglie e felpe con i 7 nani non originali. Per il tribunale il fatto non sussiste
Difesi dagli avvocati Stefano Marengo e Alberto Mazzarello, i due, Angela Barisone e Rossano Conforto, avevano dimostrato come la merce esposta era stata acquistata presso un grossista di Torino, il quale, a sua volta, l’aveva acquistata da un importatore pugliese. Circostanza peraltro verificata durante l’indagine condotta a sua tempo (il fatto risale al maggio 2011) dalla guardia di finanza.
La difesa aveva portato, tra le argomentazioni, sentenze della corte di cassazione su casi analoghi ed ha insistito sulla buona fede dei due commercianti.
Lo stesso pubblico ministero aveva proposto l’assoluzione. Il giudice Aldo Tirone ha accolto la richiesta di assoluzioni delle parti ma con una motivazione differente. A suo avviso il reato contestabile non era riferito all’articolo 474 del codice penale, “commercio di prodotto con segni falsi”, bensì una violazione delle norme sulla tutela del diritto d’autore che, non essendo indicato nel capo di imputazione, non era oggetto del giudizio. La merce sequestrata all’epoca resta quindi sotto confisca.