Dog sitter o spesa a casa, i ‘lavori con le App’ dimenticati, in cerca di tutele
La Regione Piemonte porterà in parlamento una proposta di legge per regolamentare i lavoratori del food delivey dopo il caso Foodora. Ma ci sono altre attività di servizi non ancora ben conosciuti né tutelati
La Regione Piemonte porterà in parlamento una proposta di legge per regolamentare i lavoratori del food delivey dopo il caso Foodora. Ma ci sono altre attività di servizi non ancora ben conosciuti né tutelati
La proposta di legge ridefinisce l’inquadramento dei lavoratori attraverso contratti chiari e trasparenti, per riconoscerne diritti e tutele, per contrastarne la precarietà e, infine, per impedire che siano aggirate molte delle regolamentazioni previste dai contratti collettivi nazionali, come le tutele in caso di malattia, la libertà di opinione e il divieto di discriminazione. Si inquadra il lavoro come dipendente, sparisce la retribuzione a cottimo.
L’interessamento della politica torinese nasce dopo il caso Foodora: il tribunale ha dato ragione ai dieci fattorini a cui è stato riconosciuta tutela lavorativa, ma non il reintegro alle dipendenze. Però la proposta di legge regionale, fa notare Gregori è cucita addosso per quel tipo di lavoro. “Al di là dei giganti del food delivery”, sottolinea Greori, “Esiste un mondo di piccole piattaforme di lavoretti diversi dalla consegna del cibo, che non rientra nel settore logistica. Dal dog-sitter alla badante, dell’idraulico a domicilio, spesa, consegna medicine. In alcuni casi diventano veri e propri lavori principali – con il problema della tassazione estera – con professionisti di mezza età iscritti anche su quattro app”.
Qui deve entrare in gioco la lungimiranza del legislatore: “Quello che oggi può essere considerato un lavoretto per arrotondare dev’essere analizzato più su larga scala e nel medio periodo: tra quindici anni l’impatto sociale di queste persone senza tutele e previdenza sarà molto grande, e ricadrà su tutti”.