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    Redazione - redazione@alessandrianews.it  
    5 Luglio 2018
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Al Castello di Morsasco parte la collaborazione con la casa discografica Da Vinci Publishing

    Concerti il 6 e l'11 luglio. La sala settecentesca dell’Aurora del castello sarà la sala di incisione per molti concerti e lavori musicali

    Concerti il 6 e l'11 luglio. La sala settecentesca dell?Aurora del castello sarà la sala di incisione per molti concerti e lavori musicali

    MORSASCO – Venerdì 6 luglio prende avvio la collaborazione tra il Castello di Morsasco e la casa discografica Da Vinci Publishing. Alle 21 si terrà il primo dei concerti nati da questa collaborazione. La Da Vinci Publishing, nel 2015, è stata fondata dall’italiano Edmondo Filippini e si è andata velocemente imponendosi sul mercato della discografia classica e jazz, divenendo un punto di riferimento mondiale per importanti artisti che apprezzano l’alta qualità del lavoro della casa discografica con sede a Osaka in Giappone. La Da Vinci ha sposato molti progetti ambiziosi che hanno premiato Filippini con un successo al di là delle aspettative. Dall’intraprendenza del musicista alessandrino Massimo Marchese, direttore artistico per le registrazioni della Da Vinci è nata la collaborazione con il castello di Morsasco. La sala settecentesca dell’Aurora del castello sarà la sala di incisione per l’Italia di molti concerti e lavori musicali. I musicisti potranno lavorare in un contesto storico particolarmente affascinante. Dal castello fondato nel XII secolo si gode di un meraviglioso panorama sulle colline dell’Alto Monferrato, immersi nel silenzio di un piccolo borgo medievale. Il castello venne ampliato nel Cinquecento e nuovamente nel Settecento, quando raggiunse le dimensioni attuali. Notevoli sono i saloni del tempo e in particolare la Sala della Pallacorda, attualmente in restauro.

    Venerdì al castello alle 21 Massimo Marchese presenterà al pubblico la nuova collaborazione con il castello a seguire il Concerto per Corno e Arpa: Vittorio Schiavone al corno e Laura Di Monaco all’arpa eseguiranno musiche di Koetsier, Andres, Singer e Ferro. Il progetto del duo si concentra su un repertorio poco esplorato della musica del Novecento: un’unione inedita di due strumenti considerati spesso distanti tra loro ma che trova nei brani di autori come Jan Koetsier un ideale punto di confronto ed incontro dando vita ad un concerto tanto inedito quanto affascinante. Il concerto è proceduto alle 18 dall’inaugurazione della collezione d’arte contemporanea No Name che sarà visitabile fino al 28 ottobre.

    Massimo Marchese, con Ugo Nastrucci, si esibirà alla viola a mano, in concerto a castello mercoledì 11 luglio alle 21,30. La serata sarà dedicata al Cancionero de Calabria, a Luís Milan e a Francesco da Milano, autori di inizio Cinquecento con il concerto El Cancionero de Uppsala – Musica alla corte del Duca di Calabria. Il concerto nasce dal repertorio di due grandi interpreti della vihuela del Cinquecento. Non si può essere certi che il liutista italiano Francesco da Milano (1497 – 1543) e il vihuelista spagnolo Luis de Milàn (c. 1500 – c. 1561) si conoscessero personalmente. Quello che è certo è che tra loro ci furono una serie di coincidenze piuttosto curiose: vissero nella stessa epoca, avevano lo stesso cognome, pubblicarono la loro prima opera nel 1536 e entrambi furono grandi suonatori di vihuela. Con questo programma si è voluto creare un incontro musicale tra due dei più importanti geni che la musica strumentale europea del Rinascimento ci ha dato durante il XVI secolo.

    Massimo Marchese si è affermato a livello internazionale come uno dei più raffinati interpreti della sua generazione, vanta ormai una lunga carriera che l’ha portato a lavorare e collaborare con alcune delle più famose formazioni di musica antica e ad esibirsi come solista in numerose parti del mondo.

    La mostra in anteprima nazionale No Name – storia di un collezionismo a parte è un percorso che si snoda attraverso 70 opere esposte nella sala padronale del Duecento, inedito spazio del castello mai aperto al pubblico sino ad oggi, e che intorno al 1920 venne trasformata in un’infilata di camere interrompendo la continuità spaziale della struttura originaria.

    La mostra, il cui allestimento si deve all’artista Loris di Falco, fondatore della galleria milanese Obraz. nasce da un’idea di tre fervide menti creatrici: l’architetto Aldo Cichero, insieme con Franca Mollo, proprietaria del Castello di Morsasco e l’imprenditore e collezionista Marco Genzini. A dare inizio alla collezione Genzini ci pensa tantissimi anni fa Oreste, padre di Marco, e nel corso degli anni sarà proprio il figlio ad arricchirla grazie all’acquisto di opere che potessero rispondere innanzitutto cosa si fosse acquistato nelle gallerie e negli studi milanesi tra gli anni Settanta e Novanta del XX secolo.

    La selezione proposta al Castello di Morsasco e orientata sulla pittura ad eccezione di una piccola incursione nella scultura e nella fotografia, da un lato testimonia lo spirito febbrile della ricerca di quegli anni, dove artisti e gallerie rigettavano l’edonismo della “Milano da bere”, e dall’altro riporta alla ribalta non tanto i grandi nomi della pittura. fatta eccezione per la presenza di opere di Tano Festa, Mario Radice e Mario Schifano. quanto piuttosto la produzione di artisti particolarmente attivi nel dibattito artistico degli anni presi in considerazione come, ad esempio, Giorgio Albertini, Ludovico Calchi Novati, Luciana Matalon, Bruno Tosi e molti altri. A questo nucleo si sono aggiunti alcuni nomi contemporanei proposti oggi da diverse gallerie milanesi, per creare un confronto e un dialogo su come l’arte visiva si stia evolvendo.

    La scelta sulla pittura è stata dettata sia per definire un confine d’indagine, vista l’ampiezza del periodo investigato, sia per inseguire un filo del pensiero che porta a domandarsi quale ruolo abbia avuto e ancora oggi rivesta la pittura nell’arte di questi ultimi anni. La pittura continua ad essere la vera mattatrice di tutte le arti, la più ricercata ma anche la più discussa, che sia figurativa, astratta o concettuale. In un momento storico in cui la realtà virtuale sta contaminando tutte le forme di espressione artistica, la pittura diviene oggetto di indagine e di ripensamento. Molti degli autori in mostra sono pittori di ambito milanese per formazione o per scelta di vita. Anche artisti stranieri presenti come i messicani Fernando Leal Audirac e Pasquale Russo Maresca, la francese Nathalie du Pasquier, il greco Papavassiliou Petros, l’argentino Ariel Soulé e lo statunitense Stanley Tomshinsky hanno avuto forti legami con la città. In mostra la scultura è rappresentata dai contemporanei Brinanovara+, Niccolò Calvi di Bergolo, Tiziana Cera Rosco e Carlo Pasini; per la fotografia da Francesco Bertola, Debora Garritani e Pina Inferrera e, in pittura, da Anna Caruso Cristina Lefter e Milena Sgambato.

    Gli artisti in mostra: Giorgio Albertini, Francesco Bertola, Andrea Bozzi, Brinanovara+, Ludovico Calchi Novati, Niccolò Calvi di Bergolo, Anna Caruso, Paolo Consorti, Tiziana Cera Rosco, Kalina Danailova, Loris di Falco, Tommaso Dognazzi, Tano Festa, Stefano Galli, Debora Garritani, Pina Inferrera, Fernando Leal Audirac, Cristina Lefter, Massimo Lupoli, Francesco Magli, Max Marra, Luciana Matalon, Giorgio Melzi, Rosa Mundi, Carlo Pasini, Nathalie du Pasquier, Papavassiliou Petros, Alfredo Pieramati, Gianni Pisani, Jean Luc de Poortere, Mario Radice, Marco Nereo Rotelli, Pasquale Russo Maresca, Mario Schifano, Milena Sgambato, Nadereh Sursock, Ariel Soulé, Armando Stula, Stanley Tomshinsky, Bruno Tosi. 

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