Asl, si riducono i tempi dei pagamenti. Ma Alessandria è tra le peggiori
Per la prima volta in tanti anni, la sanità piemontese riesce a pagare abbastanza puntualmente i propri fornitori. L'Asl di Alessandria rimane però tra le peggiori, con 30 giorni di ritardo medio. Pochi comunque rispetto ai 159 giorni di quattro anni fa. Tra le virtuose c'è invece l'azienda ospedaliera
Per la prima volta in tanti anni, la sanità piemontese riesce a pagare abbastanza puntualmente i propri fornitori. L'Asl di Alessandria rimane però tra le peggiori, con 30 giorni di ritardo medio. Pochi comunque rispetto ai 159 giorni di quattro anni fa. Tra le virtuose c'è invece l'azienda ospedaliera
Se le Asl più virtuose sono quelle di Vercelli e Cuneo, che riescono a pagare i fornitori con un paio di giorni di anticipo rispetto alla scadenza delle fatture, Alessandria fa invece parte della parte bassa della classifica. In base agli ultimi dati disponibili, quelli relativi al primo trimestre del 2018 diffusi dall’assessorato regionale alla Sanità, l’Asl-Al paga infatti con 30 giorni di ritardo. Pochi rispetto ai 159 di quattro anni fa. Peggio fa solo l’ospedale Mauriziano di Torino, che impiega mediamente 32 giorni oltre la scadenza per pagare i fornitori.
L’azienda ospedaliera di Alessandria (che riunisce i due nosocomi del capoluogo, il Santi Antonio e Biagio e il Cesare Arrigo) paga con 8 giorni di ritardo, in media. Nel 2014, i giorni di ritardo erano in media 84.
«Si tratta di un risultato molto importante, oltre a essere uno degli obiettivi che ci eravamo fissati all’inizio della legislatura, quando abbiamo cominciato a lavorare per rimettere a posto i conti della sanità piemontese e per uscire dal piano di rientro», spiega l’assessore alla Sanità Antonio Saitta.
«Tutte le aziende sanitarie piemontesi, in questi anni, hanno compiuto grandi miglioramenti: nel 2014 in molti casi si arrivava a superare i 150 e persino i 200 giorni di ritardo e in passato, per far fronte agli impegni, le aziende avevano dovuto ricorrere ad anticipazioni di cassa per oltre un miliardo di euro con conseguente pagamento di interessi. Il rispetto dei tempi è dunque un vantaggio sia per i fornitori che per lo stesso sistema sanitario», dice Saitta.
La scadenza delle fatture – che nella sanità piemontese valgono circa 3,5 miliardi di euro annui – è fissata a 30, 60 o 90 giorni a seconda del tipo di contratto stipulato delle aziende sanitarie. Secondo i dati dei primi mesi dell’anno, tre aziende riescono a pagare prima della scadenza fissata, altre cinque aziende saldano puntuali o entro un massimo di 10 giorni e tutte le altre riescono a contenere il ritardo entro 20-30 giorni.
Se si guarda ai dati relativi all’anno 2014, al contrario, la quasi totalità delle aziende sanitarie piemontesi aveva un ritardo medio nei pagamenti superiore ai 50 giorni, con picchi negativi di oltre 200 giorni rispetto alle scadenze.