I carri più belli arrivano da Sezzadio. Ora chiede di diventare il Paese del Carnevale
Ad ogni sfilata arrivano nei primi posti. Merito di un gioco di squadra e tanto lavoro che dura mesi. Cento ragazzi partecipano ai cortei carnascialeschi, con coreografie ad hoc e pupazzi meccanizzati. Le foto della realizzazione
Ad ogni sfilata arrivano nei primi posti. Merito di un gioco di squadra e tanto lavoro che dura mesi. Cento ragazzi partecipano ai cortei carnascialeschi, con coreografie ad hoc e pupazzi meccanizzati. Le foto della realizzazione
Filippo Furlani, il presidente della Pro Loco, ricorda ancora la prima volta: “Era il 2003, partecipammo per scherzo alla grande sfilata di Alessandria. Allora di carri ce n’erano 50, arrivammo 14esimi”. Da lì iniziò la sfida a far sempre meglio. I Ragazzi del Carro andarono a curiosare nei laboratori di Viareggio, imparando qualche trucco e la tecnica migliore. “Siamo agricoltori, meccanici, artigiani, sappiamo saldare e montare. Iniziamo ad ottobre con i preparativi, due sere a settimana”. Poi c’è il corpo di ballo, i costumi…”un’insegnante dà lezioni di coreografia per tutto l’inverno, alla fine il Carnevale è un grande appuntamento che coinvolge tutto il paese.
Grazie ai premi in denaro che vincono durante le varie sfilate a cui partecipano nelle settimane di Quaresima i Ragazzi del Carro si pagano un po’ di spese. Non tutte: “Solo di materiale può costare tremila euro. Organizziamo sempre una cena di autofinanziamento, ma anche chi non è presente partecipa con offerte”. Il carro di Carnevale è diventato negli anni un vero e proprio orgoglio paesano, di successo, a tal punto che qualcuno sta pensando di chiedere che Sezzadio prenda la denominazione “Paese del Carnevale”.
La tradizione da sempre è legata allo scherzo e alla presa in giro, soprattutto dei potenti. Anche ad Alessandria questa regola si è persa per strada. Anche Sezzadio predilige le grandi civiltà alla satira: “Solo un anno con l’avvicendamento di Berlusconi con Monti avevamo pensato all’Ospedale salva Euro. Altrimenti cerchiamo temi che non facciano litigare. In paese le idee sono diverse…”