Smarino Terzo Valico: Sezzadio da riserva a cava principale, ricorso contro la Regione
Con la modifica apportata al 'Piano cave' definitivo la Regione dà lok al Cociv per il conferimento a Sezzadio di oltre 400 mila mc di terre da scavo a rischio amianto provenienti dai cantieri del Terzo Valico
Con la modifica apportata al 'Piano cave' definitivo la Regione dà l?ok al Cociv per il conferimento a Sezzadio di oltre 400 mila mc di terre da scavo a rischio amianto provenienti dai cantieri del Terzo Valico
Come nel caso della discarica che la Riccoboni Holding vorrebbe realizzare nell’area di Cascina Borio per lo smaltimento dei rifiuti prodotti dalla ditta Grassano di Predosa, secondo i comitati ambientali ad essere in pericolo sarebbe ancora una volta la falda acquifera presente al di sotto dell’area che comprende anche Opera Pia 2. Ovviamente, i comitati della Val Bormida non sono rimasti a guardare ed hanno deciso di impugnare la delibera presentata dalla Regione. Il ricorso è stato presentato con il sostegno dei sindaci di Acqui Terme e Strevi, due Comuni che alimentano i propri acquedotti dal campo pozzi di Predosa.
“Per conclamati motivi logistici ed ambientali è assurdo che Sezzadio rientri nel Piano cave regionale per lo smarino del Terzo Valico. Nell’area designata esistono tutta una serie di criticità – spiega Camerin – che prima avevano portato la Regione ad inserire Opera Pia 2 addirittura all’ultimo posto delle aree di riserva e che in seguito sono state invece ritenute irrilevanti, condannando così l’area ad essere riclassificata come ‘cava principale’”.
Sezzadio e tutta la Valle Bormida restano ancora una volta in attesa di ulteriori sviluppi, pronti però all’ennesima battaglia. Come in attesa resta il Comune di Sezzadio sul fronte ‘nuova tangenziale’, progetto presentato dalla Riccoboni per il passaggio dei camion carichi dei rifiuti della Grassano di Predosa da smaltire nel sito di Cascina Borio. Il tracciato individuato dalla holding parmense, però, secondo il Comune di Sezzadio si trova in un’area ad alto rischio esondazioni. “Ci auguriamo che nella prossima conferenza dei servizi il progetto presentato dalla Riccoboni venga definitivamente respinto, costringendo così l’azienda all’individuazione di un percorso alternativo e quindi a dover riavviare da capo tutte le procedure necessarie”.