Quando gli scienziati si divertono
Tutti gli scienziati, oltre a non essere infallibili (soprattutto fuori dal loro campo di specializzazione), sono esseri umani che amano divertirsi. E magari prendere in giro le stesse istituzioni scientifiche (o che vorrebbero esserlo). C'è chi ha raccolto questi scherzi e li ha messi in rete
Tutti gli scienziati, oltre a non essere infallibili (soprattutto fuori dal loro campo di specializzazione), sono esseri umani che amano divertirsi. E magari prendere in giro le stesse istituzioni scientifiche (o che vorrebbero esserlo). C'è chi ha raccolto questi scherzi e li ha messi in rete
L’amico Pellegrino Conte, ordinario di chimica a Palermo, ha pubblicato nel suo sito alcuni scherzi (1), da cui ho estratto gli esempi che seguono. Ovviamente vi rimando all’originale per quattro risate sulla scienza…
Nel 2005, David Mazieres e Eddie Kohler, due ricercatori Statunitensi, scrissero un articolo dal titolo “Get me off Your Fucking Mailing List” (toglietemi dalla vostra maledetta lista di posta).
Come ogni buon articolo scientifico, aveva un abstract, una introduzione e diversi altri paragrafi. A parte abstract ed introduzione, tutti gli altri paragrafi erano intitolati “Get me off Your Fucking Mailing List”, e tutto il testo di ogni singolo paragrafo e di ogni figura era solo ed esclusivamente “Get me off Your Fucking Mailing List”.
Peter Vamplew, un ricercatore dell’Università di Vittoria in Australia, pensò bene di inviare, per scherzo, il lavoro di questi due suoi colleghi alla rivista open access International Journal of Advanced Computer Technology, particolarmente molesta in quanto a spam. Con enorme sorpresa, dopo qualche tempo, arrivò la lettera di accettazione del lavoro con la richiesta della tassa di pubblicazione (qualcosa come 150$) come contributo per la pubblicazione open del lavoro accettato, classificato dal revisore come ‘Molto buono’…
Una cosa molto interessante evidenziata da questo scherzo è che ci sono riviste scientifiche serie, che verificano davvero i lavori pubblicati (e che di solito non chiedono pagamenti per pubblicare), e riviste che sembrano scientifiche, che fanno finta di verificare gli articoli, e pubblicano qualsiasi fesseria, basta pagare…
La prossima volta che qualcuno vi dice ‘è vero, lo ho letto su una rivista scientifica’, chiedetegli quale e controllate a quale categoria appartiene.
Sempre tra gli scherzi pubblicati sul sito di Pellegrino, ho scoperto un caso di controspionaggio basato sulle… carote!
Pare che i Tedeschi fossero alla ricerca dei motivi per cui i piloti della RAF fossero superiori a quelli della Luftwaffe. Il motivo era ovviamente l’uso del radar, che consentiva di “vedere” gli aerei nemici molto tempo prima del loro arrivo nei pressi delle bianche scogliere di Dover.
Ma il radar ed il suo uso in campo bellico era un segreto militare e doveva essere protetto! Cosa inventò il controspionaggio Inglese? Approfittando delle delucidazioni biochimiche in merito ai processi della visione e dal ruolo svolto dal beta-carotene come precursore del retinolo, le spie Inglesi sparsero la voce che la superiorità in battaglia dei piloti della RAF fosse dovuta alla loro alimentazione a base di carote, che potenziavano la vista dei militari che, per questo, erano in grado di individuare gli aerei nemici da più lontano.
Esiste poi un’istituzione che da anni assegna l’ambito premio Ig® Nobel, assegnato a ricerche che ‘prima fanno ridere, e poi pensare’. Qualche esempio tratto dalle premiazioni 2016, prima di rimandarvi per tutti i dettagli all’articolo di Wired (2) oppure al sito ufficiale del premio (3, in inglese).
Il premio IgNobel per la riproduzione è andato al defunto Ahmed Shafik, egiziano, “per aver studiato l’effetto di pantaloni di poliestere, di cotone o di lana sulla vita sessuale dei ratti”. In particolare, si tratta di un lavoro scientifico il cui autore, per l’appunto, ha esaminato il comportamento sessuale di 75 ratti, la metà dei quali aveva indossato dei “pantaloni” di diversi fogge e tessuti. Lascio a voi scoprire i risultati.
C’è qualcuno che deve aver preso sul serio il paradosso di Epimenide di Creta, che ebbe a dire “Tutti i cretesi sono bugiardi”, donde l’impasse – se dice il vero, anche lui è bugiardo, dunque non può dire il vero, eccetera eccetera. Evelyne Debey e colleghi, della University of Amsterdam e di altri istituti di ricerca, hanno pubblicato uno studio “in cui hanno chiesto a un migliaio di bugiardi quanto spesso mentissero, trovandosi poi nella condizione di decidere se credere a tali bugiardi”. IgNobel per la psicologia assegnato per acclamazione.
Chiudo con il premio IgNobel per la letteratura, che è andato allo svedese Fredrik Sjoberg, autore di un mirabile compendio autobiografico in tre volumi in cui ha raccontato con dovizia di particolari il piacere che si prova nel collezionare mosche morte e mosche non ancora morte. Il libro si chiama, poco sorprendentemente, “L’arte di collezionare mosche” ed è stato pubblicato nel 2004 in Svezia. “Tutti nell’intimo siamo collezionisti di mosche, anche se non ce ne siamo mai accorti”.
Buon settembre a tutti!
1. http://www.pellegrinoconte.com/category/scherzi/
2. https://www.wired.it/scienza/lab/2016/09/23/ignobel-2016-premi-pazzi-scienza/
3. http://www.improbable.com/ig/winners/