Si spera nella pioggia e nella fine delle vacanze. “La siccità distrugge ecosistemi”
Meno turisti vuol dire meno consumo d'acqua nella Val Bormida, che sta vivendo una delle peggiori siccità degli ultimi decenni. Vertice con i sindaci, ma c'è poco da fare: o piove, o si 'taglia' ancora dal rubinetto. Una ricerca del Disit rivela che i nostri fiumi non sono abituati alle siccità, gli organismi muoiono e non filtrano più.
Meno turisti vuol dire meno consumo d'acqua nella Val Bormida, che sta vivendo una delle peggiori siccità degli ultimi decenni. Vertice con i sindaci, ma c'è poco da fare: o piove, o si 'taglia' ancora dal rubinetto. Una ricerca del Disit rivela che i nostri fiumi non sono abituati alle siccità, gli organismi muoiono e non filtrano più.
Certo, se piovesse… le previsioni danno temporali sparsi da giovedì in avanti, una vera e propria manna dal cielo. Non resta che sperare, perché d’altro, oggigiorno, non si può fare. “Per fortuna in questi anni abbiamo investito nella rete idrica”, dice l’ing. Simoni dell’Ambito. Altrimenti la situazione sarebbe stata peggiore.
Questa sera, lunedì 28 agosto, è previsto un summit ad Acqui Terme con i sindaci dell’Alta Langa Astigiana e della Val Bormida, proprio per fare il punto della situazione. Che in gran parte sanno già. Attualmente per garantire il servizio viene eseguita una chiusura programmata dei rubinetti dalle 19 alle ore 7 di tutti i giorni con un erogato medio giornaliero di 450mc/giorno. La differenza di 210 mc viene oggi fornita tramite autobotti della protezione civile, dell’impresa che cura la manutenzione delle reti e di AMAG Reti Idriche.
Il disagio di non avere l’acqua alla sera, comunque, rimane. Dall’Ato6 fanno sapere che la chiusura notturna obbligata è stata decisa perché, nonostante le raccomandazioni e i divieti scritti dei sindaci, si erano registrati ugualmente consumi elevati dopo il tramonto. In pratica chi bagnava l’orto, il prato o riempiva la piscina ha continuato a farlo, con buona pace dell’emergenza. Da qui lo stop forzato. Che potrebbe continuare se dovesse perdurare la siccità o se le piogge non dovessero bastare: nel futuro immediato, considerata la penuria di precipitazioni, potrebbe rendersi necessario inserire nel trasporto altre autobotti oppure ridurre ulteriormente il periodo di erogazione del servizio.
I tecnici non possono fare altro che attendere l’evolvere del tempo e sperare in minori consumi. Va da sé che dalla riunione di sindaci la notizia più attesa possano essere le previsioni meteo della settimana. “Per migliorare la situazione dei prossimi anni ed evitare grandi siccità bisognerebbe creare un nuovo invaso sul Bric Berton”, dice il Ivaldi, “Ho già il progetto sulla mia scrivania. Costo: 800 mila, un milione di euro”. Gli ambientalisti non sono d’accordo.
La grande siccità del 2003 non era niente in confronto a questa. Tutti gli scienziati e i ‘vecchi’ dei paesi sono concordi nel giudicare che quest’estate sia peggiore di quella di 14 anni fa. Con grave rischio per l’ecosistema delle valli. L’equipe del professor Stefano Fenoglio dell’Università del Piemonte Orientale sta studiando l’impatto ecologico dei fiumi in secca. È uno dei due progetti ‘no acqua’ di rilievo nazionale finanziati dal Ministero, che ha portato ad Alessandria ricercatori dalla Spagna e dagli Stati Uniti a studiare cosa capita agli organismi dei nostri torrenti (alghe, insetti, peschi…) quando manca l’acqua.
Sono stati campionati prima l’Erro, il Curone, il Visone, poi i fiumi di montagna. La ricerca durerà tre anni, ma già oggi lo scienziato del Disit ha qualcosa di interessante da rivelare: “I fiumi perenni si stanno trasformando in intermittenti, comportandosi come quelli mediterranei, a carattere torrentizio. Peccato che l’ecosistema non sia abituato a questi stress. Il risultato: la biodiversità crolla in periodi di secca, diminuendo la capacità dell’acqua di depurare”.
Quel che è peggio è che gli organismi nostrani non riescono ad adattarsi come quelli dei fiumi ‘caldi’, riducendosi ad ogni siccità o faticando a rigenerarsi stagionalmente. Così l’effetto di depurazione diminuisce anno dopo anno, talvolta scomparendo.
Senza clamore, lentamente, con l’acqua scompare anche un pezzo di ecosistema ‘spazzino’.