A Barcellona nel giorno della strage: “In un attimo si è scatenato il panico”
Il racconto di Gabriella Gabutti, 32enne residente a Cassine che giovedì 17 si trovava a Barcellona, a poche centinaia di metri dalle Ramblas. "Una marea di gente ha iniziato a correre verso di noi, urlando e piangendo. Spinta dalla folla sono finita dentro un negozio, dove sono rimasta per più di un'ora"
Il racconto di Gabriella Gabutti, 32enne residente a Cassine che giovedì 17 si trovava a Barcellona, a poche centinaia di metri dalle Ramblas. "Una marea di gente ha iniziato a correre verso di noi, urlando e piangendo. Spinta dalla folla sono finita dentro un negozio, dove sono rimasta per più di un'ora"
A questo punto, il caos. “Io e Laura siamo state letteralmente travolte dalla folla. In tutto quel trambusto ci siamo subito perse, sono bastati davvero pochi secondi. Sono stata praticamente trascinata all’interno di un negozio d’abbigliamento. Una volta dentro mi sono ritrovata al primo piano quasi senza rendermene conto. Ho iniziato a chiamare Laura, ma lei non rispondeva”. Compresa la gravità della situazione, il personale del negozio ha chiuso gli ingressi ed abbassato la saracinesche. “Io mi sono nascosta in un angolo, lontano dalle vetrine perché temevo potesse scatenarsi una sparatoria. Mentre ero chiusa lì dentro una signora ha avuto un malore, i bambini piangevano disperati, e non solo loro. Poco dopo ha iniziato a diffondersi la notizia di un attentato sulle Ramblas. Ero molto preoccupata per Laura, speravo che anche lei fosse riuscita in qualche modo a mettersi al riparo”. Poi un’ora e mezza di estenuante attesa ed angoscia. “Sono rimasta nel negozio fino alle 19.30 all’incirca. Per fortuna nel frattempo sono riuscita a rintracciare Laura per telefono. Stava bene, al sicuro in un altro negozio”.
Passati i momenti di panico, Gabriella e Laura tornano in strada e si ricongiungono. “La situazione era ancora tesa ma decisamente più tranquilla. Abbiamo mangiato qualcosa in un bar e poi siamo tornate subito in albergo”. Il soggiorno a Barcellona doveva durare ancora qualche giorno, “ma non ce la siamo sentita di restare, considerato il clima generale e i tre giorni di lutto cittadino proclamati dal sindaco”. Tanta è la voglia di tornare a casa, e allora una ricerca veloce su BlaBlaCar (piattaforma web di car pooling, ndr) ed ecco trovato un passaggio verso l’Italia. “Saremmo dovuti partire intorno alle 23, ma molte strade del centro erano chiuse perché la Polizia stava dando la caccia agli attentatori. I ragazzi che ci hanno offerto un passaggio sono arrivati verso l’una. Lasciare la città non è stato affatto semplice, le code erano continue e in giro c’era ancora confusione”. Barcellona è alle spalle, chilometro dopo chilometro, ma il ricordo di una giornata assurda e sconvolgente resterà indelebile. Intanto, si torna a casa.