Federico Ferrari: nuovo ristorante a Rivalta Bormida
Ha trovata casa a Palazzo Bruni il progetto del Mire Puà che non si era concretizzato in via Gilardini. "La cucina? Un duro lavoro quotidiano. Ma a 27 anni era il momento di diventare adulti"
Ha trovata casa a Palazzo Bruni il progetto del Mire Puà che non si era concretizzato in via Gilardini. "La cucina? Un duro lavoro quotidiano. Ma a 27 anni era il momento di diventare adulti"
RIVALTA BORMIDA – Il progetto in via Gilardini è archiviato. “Ce n’eravamo innamorati, è stato impossibile”. I giri alla ricerca della location tanti. Da Tagliolo ad Acqui. Alla fine l’opportunità perfetta per tutti. L’elegante Palazzo Bruni a Rivalta Bormida. Non ci ha pensato tanto Federico Ferrari, giovane cuoco ovadese. “Lavoro dalla fine delle scuole superiori – racconta – A 27 anni era il momento di diventare grandi”. Il Mire Puà, traslitterazione in italiano dal francese che indica il trito di sedano, carote e cipolle, apre il 9 agosto. Pochi giorni. I preparativi fervono: una corte accogliente all’interno del centro storico del paese, due sale da dieci coperti, una più grande con la cucina a vista. “Lavoravo a Acqui – prosegue Ferrari – mi ha contattato il sindaco. Ho deciso di venire a vedere”. Da poco la precedente gestione aveva lasciato. “Li ho visti molto determinati – spiega il primo cittadino, Claudio Pronzato – una grande passione. Vogliamo sviluppare le stesse idee: prodotti del territorio e stagionalità”. Nel frattempo è partito l’iter con il quale la zucchina otterrà la Denominazione Comunale. Qualche sera fa, alla cena di prova Ferrari ha voluto in sala Riccardo Aiachini, chef de “La fermata” di Spinetta, che considera uno dei suoi maestri. L’altro è Cesare Giaccone, storico cuoco di Langa. “Mi hanno insegnato l’umiltà – dice – e che la cucina è un duro lavoro quotidiano”. Le idee sono però chiarissime.
“Il menù cambierà spesso anche se so di avere alcuni piatti collaudati che piacciono. I prodotti arriveranno dalle zone vicine. E per il vino il legame con Ovada sarà stretto”. Quindi Dolcetto e Ovada, oltre a Barbera e Nizza. Appena possibile è già in calendario l’adesione a “Ovada Mon Amour”, l’idea di promozione del consorzio dell’Ovada docg che lega il menù al prodotto nobile delle nostre colline. “La collaborazione è la base per la crescita di un territorio. Servirebbe maggiore coesione”. In sala si muoverà la fidanzata Gaia Fassone. All’ingresso una grande immagine della Rivalta del passato, scaffali per un piccolo negozio dei prodotti utilizzati. La tradizione e l’attualità: come nel motto del ristorante. Via Gilardini è davvero il passato.