Pendolari in attesa di un bus davanti alla stazione
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Treni: Ovada e Acqui unite contro i disservizi
Dopo i problemi nel primo lunedì di bus sostitutivi i due primi cittadini puntano il dito. "Danni per il territorio. Si tagli anche se altre tratte, non sempre sulla nostra". Voci critiche anche in Valle Stura
Dopo i problemi nel primo lunedì di bus sostitutivi i due primi cittadini puntano il dito. "Danni per il territorio. Si tagli anche se altre tratte, non sempre sulla nostra". Voci critiche anche in Valle Stura
OVADA – E’ andata un po’ meglio sull’Acqui – Genova ieri dopo il lunedì nero della tratta, al primo vero test con il trasporto sostitutivo delle cinque settimane previste di stop ai treni. “L’organizzazione dei bus D e S in partenza da Ovada per Genova alle 6,38 – fa saperere Trenitalia – è stata modificata in base alle esigenze emerse in questi primi giorni mentre alle 7,15, sempre da Ovada, i bus X, ossia slegati da una coincidenza con il treno da Acqui, da uno diventeranno due. Il nostro personale, da sabato, è comunque presente nelle stazioni di Ovada e Principe per assistere i passeggeri. Anche il numero verde ora è funzionante dopo il guasto di sabato: è stato ripristinato lo stesso giorno, intorno alle 16.00”. Parole che smorzano solo in parte la rabbia degli utenti. E si segnalano anche fatti curiosi come il bus partito ieri da stazione centrale che, a sorpresa, invece della via per Genova ha preso quella per Acqui, salvo poi tornare indietro. Non sono mancate le polemiche politiche. “I disagi – ha commentato il sindaco di Ovada, Paolo Lantero – sono rilevanti e incidono in particolar modo anche su un settore, quello turistico, che non si avvantaggia se i collegamenti sono lunghi e poco efficienti. Mi chiedo poi quale sia la vera ragione del blocco. Se è solo di tipo economico si abbia il coraggio di dirlo e di prendere decisioni analoghe anche su altre linee”. “L’accessibilità – fa eco il primo cittadino di Acqui, Lorenzo Lucchini – è un fattore fondamentale per poter parlare di sviluppo del territorio. Molti potenziali turisti ci raggiungerebbero volentieri in treno. Ma i problemi non ci avvantaggiano”. “Quanto si sta verificando – commenta Katia Piccardo, sindaco di Rossiglione – è piuttosto grave. Sia a livello del servizio che viene reso, e delle mille traversie quotidiane che gli utenti si ritrovano ad affrontare per arrivare finalmente grazie ad un servizio sostitutivo carente e disorganizzato, sia per le modalità della chiusura, la sommatoria di ben cinque settimane di blocco ed il dirottamento indiscriminato su questa linea di tantissimi treni merci destinati ad altre dà concretamente la misura di quanto sia considerata, e come tale trattata, di serie B la nostra linea ferroviaria”.