La scritta fascista che ‘resiste’. Il sindaco: “Decidono i proprietari, la toglierei”
Il motto del Ventennio non è mai stato cancellato, nonostante Bistagno abbia una tradizione 'rossa'. Evidentemente i proprietari dell'edificio la pensavano diversamente. Ma con la ristrutturazione potrebbe sparire. Storia da tenere per ricordare o da eliminare?
Il motto del Ventennio non è mai stato cancellato, nonostante Bistagno abbia una tradizione 'rossa'. Evidentemente i proprietari dell'edificio la pensavano diversamente. Ma con la ristrutturazione potrebbe sparire. Storia da tenere per ricordare o da eliminare?
Il dibattito è più che mai aperto sulla libertà di pensiero e sulle conseguenze di una estensione nel codice penale di qualunque accenno non negativo alla dittatura e non solo a quelli più gravi, volti alla ricostituzione del partito fascista, come è nella legislazione attuale.
Ma se oggi usiamo spesso muri virtuali per scrivere la nostra opinione, prima si usavano quelli veri per imprimere slogan, avvisi, moniti.
In ogni città si possono leggere, sbiadite, le scritte di motti mussoliniani e frasi ‘maschie’. Ad Alessandria si vede ancora DUCE sulla casa in via Guasco angolo via Chenna, sulle pareti attorno ai binari, sulla cinta della caserma Valfrè. O in un paio di case di campagna: in quel caso gli slogan sono bucolici e fanno riferimento al raccolto, all’aratro e alla spada.
Le intemperie li hanno ormai quasi del tutto cancellati, e solo un occhio attento può scorgerne i tratti. Ammesso che le nuove generazioni sappiano che cosa vogliano significare per la storia italiana. Sicuramente altre centinaia di citazioni propagandistiche sono state cancellate da chi inorridiva al solo ricordo di quel periodo di guerra, dittatura e leggi razziali.
Riordare e Prepararsi. A Bistagno campeggia su un’abitazione privata la scritta da Gioventù Italiana del Littorio “Ricordare e Prepararsi”, firmato M., sopra i cartelli di vendesi e i manifesti della sagra dello gnocco di Mioglia. È la piazza del mercato, delle feste e di chi si ritrova ai bar. E nonostante Bistagno sia sempre stato un paese ‘rosso’ quella scritta non è mai stata cancellata. Magari mal digerita durante le feste dell’Unità, ma alla fine il tratto di pennello è ancora là. “L’edificio privato è appartenuto fino a pochi anni fa a molte persone”, commenta il sindaco Celeste Malerba, “fosse su casa mia la toglierei”.
Il Comune quindi può solo ‘sensibilizzare’: “Sembra che da poco sia proprietario uno solo: cercheremo di parlargli, incentivandolo a ristrutturare la facciata fatiscente. Se tolgono la scritta è meglio”.
Anche se, continua Malerba, “Un conto sono i simboli moderni (il riferimento è ai bagni fascisti di Chioggia), altro è una scritta di 80 anni fa su una casa dell’800. Ogni 25 aprile spieghiamo ai ragazzi cosa significhi la Liberazione: non bisogna dimenticare ciò che è successo”. E quella scritta che in paese nessuno nota quasi più potrebbe diventare un monito, non un motto. Se spiegata a chi non conosce la storia.