I comitati sfidano l’assessore Valmaggia: “Amianto innocuo? Beva l’acqua della falda”
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Alessandro Francini  
13 Giugno 2017
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I comitati sfidano l’assessore Valmaggia: “Amianto innocuo? Beva l’acqua della falda”

I comitati ambientali della Valle Bormida rispondono alle recenti dichiarazioni dell'assessore Valmaggia: “Ingerire amianto non nuoce alla salute? Bene, lo invitiamo a bere l'acqua della falda intorno a Clara e Buona davanti alla popolazione"

I comitati ambientali della Valle Bormida rispondono alle recenti dichiarazioni dell'assessore Valmaggia: ?Ingerire amianto non nuoce alla salute? Bene, lo invitiamo a bere l'acqua della falda intorno a Clara e Buona davanti alla popolazione"

PROVINCIA – Le dichiarazioni rilasciate pochi giorni fa al quotidiano ‘La Stampa’ dall’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia, come era facile prevedere, hanno scatenato la reazione dei comitati della Val Bormida, da tempo schierati a difesa della falda acquifera di Sezzadio-Predosa, sopra la quale la Riccoboni Holding intende realizzare una discarica per lo smaltimento dei rifiuti della ditta Grassano (nel sito di Cascina Borio) e dove, secondo il nuovo piane cave della Regione, potrebbero essere conferite le terre da scavo dei cantieri del Terzo Valico (Opera Pia 2).

In sostanza, l’assessore Valmaggia addebita a Comuni e Provincia le responsabilità per l’autorizzazione alle cave – “noi emaniamo norme che hanno valore su tutto il territorio regionale” – rispedendo al mittente le accuse di incuria a discapito delle falde acquifere dell’alessandrino. “La delibera in discussione – ha spiegato Valmaggaia – disciplina le cautele da adottare nei territori che si trovano al di sopra degli acquiferi profondi, per preservare quest’ultimi da possibili inquinamenti”, ovvero da minacce che, a quanto si legge nell’articolo, per l’assessore regionale sarebbero da imputare in gran parte alle conseguenze dell’agricoltura intensiva delle aziende di settore. 

“Dalle parole dell’assessore all’Ambiente – ribattono i comitati – ne deriva che il cromo esavalente di Spinetta Marengo, dell’acquedotto di Castelferro/Mantovana ed in genere della provincia di Alessandria, i metalli pesanti, gli idrocarburi e l’amianto trovati dall’ARPA nelle falde in prossimità delle cave Clara e Buona di Alessandria dove da mesi viene conferito lo smarino del terzo valico, siano conseguenza delle lavorazioni agricole. Gli agricoltori piemontesi alle prossime elezioni sapranno come ringraziare l’assessore Valmaggia ed il suo partito di riferimento per queste affermazioni”.

Alberto Valmaggia (nella foto) ha poi sottolineato come la bozza di delibera (che dovrà essere discussa a Torino in conferenza dei servizi martedì 4 luglio, n.d.r.) ammetta “con cautele e vincoli le discariche per inerti e rifiuti non pericolosi, vietando però categoricamente quelle pericolose”. Secca e con una vena di amara ironia la risposta dei comitati anti discarica “Vogliamo evitare spiegazioni sulla nocività e la pericolosità dei rifiuti definiti per legge “non pericolosi” – si legge nel comunicato diramato agli organi di stampa – molti dei quali anche lei, assessore Valmaggia, nel “suo giardino” non avrebbe certo piacere venissero stoccati”. Come si distinguono i rifiuti pericolosi da quelli che non lo sono (o sarebbero…) lo stabilisce il Catagolo Europeo sui Rifiuti (Cer), “solo a questo dobbiamo attenerci” spiega l’assessore regionale.

Quando si è venuto a conoscenza del contributo dato dall‘ingegner De Luca (ex consulente di Riccoboni Holding) alla revisione del Piano di Tutela delle Acque, i sospetti dei comitati sezzadiesi si trasformati in certezze. “De Luca non era il solo membro dello staff del Politecnico al quale si è rivolta la Regione”, secondo Valmaggia, quindi, non è corretto affermare che ciò sia stato fatto di proposito per favorire l’azienda di Parma. L’ex sindaco di Cuneo ha poi fatto riferimento alla presenza di amianto nell’acqua delle falde presenti al di sotto delle cave destinate al conferimento dello smarino del Terzo Valico. “Quando viene ingerito non esistono rischi. Altrimenti con le tubazioni di cemento-amianto di quasi tutti gli acquedotti saremmo di fronte ad una strage” ha affermato Valmaggia.

Impietosa la risposta dei comitati ambientali: “E’ giusto che lei sappia, caro assessore, che nel rapporto dello Iarc (l’International agency for research on cancer) si legge che l’ingestione di amianto è considerata “esposizione primaria” al pari dell’inalazione (capitolo 1.5, pagina 225). A questo proposito sono riportati gli esiti drammatici di un test su topi che hanno ingerito amianto (capitolo 3.6 pagina 273). Su 75 cavie che hanno ingerito amianto, 18 si sono ammalati di tumori vari dopo pochi mesi. La prossima volta che passa in queste zone le faremo trovare una bottiglia d’acqua fresca con 305.000 fibre al litro di amianto (la concentrazione rilevata in falda intorno a Clara e Buona) e pretenderemo che la sorseggi davanti alla popolazione. Noi preferiamo brindare alla salute con l’acqua buona che abbiamo ancora disponibile in zona e lo faremo ogni volta che ci leveremo dai piedi politici che dimostrano questi livelli di insensibilità ed inadeguatezza”.

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