Del senno di poi son piene … le aule di tribunale
"Non possiamo non fare qualche triste considerazione sulla canea di critiche, recriminazioni, accuse che i mezzi di comunicazione di massa, i leader politici (naturalmente dellopposizione), esperti di ogni genere e anche magistrati hanno sollevato il giorno dopo il disastro"
"Non possiamo non fare qualche triste considerazione sulla canea di critiche, recriminazioni, accuse che i mezzi di comunicazione di massa, i leader politici (naturalmente dell?opposizione), esperti di ogni genere e anche magistrati hanno sollevato il giorno dopo il disastro"
Ma non possiamo non fare qualche triste considerazione sulla canea di critiche, recriminazioni, accuse che i mezzi di comunicazione di massa, i leader politici (naturalmente dell’opposizione), esperti di ogni genere e anche magistrati hanno sollevato il giorno dopo il disastro.
Il maltempo stava imperversando nella zona da più di una settimana, ma l’attenzione, poca, era rivolta alle zone terremotate dove gli sfortunati sfollati che non si erano trasferiti lungo la costa, ma avevano deciso di restare in zona, lamentavano il ritardo nella consegna dei “moduli abitativi” e le complicazioni burocratiche inestricabili.
Ma l’allarme era talmente basso che sui numeri da Giovedì 12 a Domenica 15 de La Stampa non si trova una sola parola sul maltempo e sui terremotati. La situazione peggiora nel corso del weekend e dei giorni successivi tanto che il giornale di Mercoledì 17 (che riflette la situazione di Martedì) dedica una pagina completa all’emergenza neve, alle 300.000 utenze senza elettricità, ai “forti disagi” dei terremotati e alla decisione di far intervenire l’esercito. Comunque in tutta la zona i mezzi disponibili cercavano di tenere pulite le strade, nonostante che la continua caduta di neve annullasse rapidamente il lavoro appena fatto.
Uno degli ospiti dell’albergo Rigopiano, tra i primi intervistati, ha affermato che Martedì 17 nel pomeriggio i mezzi spazzaneve erano arrivati fin là, permettendo ad un gruppo di ospiti, tra cui lui stesso, di lasciare l’albergo e scendere a valle in una piccola colonna di macchine. Ma la situazione era così poco allarmante o non percepita come tale, che, mentre questi scendevano, hanno incrociato un gruppo di cinque auto che stava salendo al resort, e che lì sono arrivate. Sfortunatamente nella mattinata di Mercoledì, fra le 10,25 e le 14,33, ci sono state le quattro scosse di terremoto superiori a 5 gradi Richter, che, comunque, non hanno provocato danni all’albergo, ma hanno convinto gli ospiti a decidere di tornare al più presto a valle per timore di altre scosse. Ma alle 18,15 è arrivata la slavina.
I primi soccorsi sono arrivati a Rigopiano alle 4 di notte di Mercoledì, ma Giovedì stavano già montando le sterili polemiche, le accuse, il processo a tutto, la ricerca del necessario colpevole. Ad esempio: la fresa di Penne quel pomeriggio stava tenendo pulita la ss 81, qualcuno chiede: perché non è stata mandata a Rigopiano? Potete immaginare le critiche, peraltro giuste, se non ci fosse stata la slavina, e la fresa fosse stata usata per gli interessi di un albergatore e una trentina di turisti invece che per tutti gli utenti della strada statale? Solo col senno di poi si può fare una simile domanda.
E ancora: è noto che da quelle parti nevica tanto, qualcuno ha chiesto: perché non c’erano frese sufficienti? Ma l’anno scorso o due anni fa c’erano stati problemi? Non mi risulta. Su che livello di eccezionalità ci si dovrebbe tarare con le attrezzature e il personale prima di essere accusati di sperpero di denaro pubblico? Solo col senno di poi si può fare questa domanda.
La turbina di un comune della zona era ferma guasta. L’accusa facile è: come è possibile arrivare nella stagione in cui si ha bisogno di una macchina e scoprire solo adesso che è guasta? Purtroppo le macchine si guastano quando si usano e non puoi provare la turbina d’estate. Del senno di poi…
Il procuratore sta indagando se fosse rischioso tenere aperto un albergo in questa stagione a quella quota. Ma Rigopiano è a 1200 m! Più basso del Col del Lys, all’imbocco della valle di Susa, o dell’albergo dell’Aquila in val Sangone. Bardonecchia è a 1400 per non parlare del Sestriere a 2000. Del senno di poi…
Dopo la slavina, i primi allarmi, per un equivoco, non sono stati presi in considerazione dalla Protezione Civile locale che ha avviato i soccorsi soltanto due ore dopo. Dal testo della telefonata appare evidente che l’atteggiamento dell’operatrice era prevenuto a causa delle molte telefonate futili e inutili che ricevono in questi casi. Il procuratore sta indagando sul fatto che è stata sottovalutata una mail mandata dal direttore dell’albergo alle 7.18 di Mercoledì al prefetto di Pescara, al presidente della Provincia, alla polizia provinciale e al sindaco per chiedere “un intervento urgente”, ben prima delle scosse forti e, ovviamente, della slavina. Dal testo della mail appare che avevano gasolio solo per un giorno e sembra che scosse minori si fossero già sentite di prima mattina, cosa che aveva messo in allarme le persone. Da chi e quando sarà stata letta quella mail?
Una decina di anni fa l’albergo era stato ampliato e trasformato in resort con piscina in modo abusivo e su terreno demaniale. L’abuso edilizio era stato sanato con una delibera del Comune che è stata oggetto di un’indagine della Procura per corruzione. C’è stato un processo, chiuso solo nel 2016, in cui tutti gli interessati sono stati assolti con formula piena. Ma la disgrazia certamente farà riaprire il caso per procurato disastro colposo… Infatti il procuratore ha acquisito le carte della “procedura concessoria” e l’inchiesta dovrà rispondere alla domanda: l’albergo doveva stare lì? Del senno di poi…
Ma in questo modo dall’abuso edilizio si passa all’accusa di aver costruito nel posto sbagliato (che dalla “procedura concessoria” certamente non potrà emergere!). Persino Maurizio Corona, in televisione, ha detto che è evidente che non si doveva costruire al fondo di quel vallone e che, anche se di valanghe non ce n’erano ancora state, prima o poi una sarebbe arrivata. Ma un edificio in quel posto c’era da almeno cento anni! Estremizzando sarebbe come dire che non si deve costruire in val di Susa perché, se tornasse un’era glaciale, e prima o poi tornerà, tutto sarebbe spazzato via dal ghiacciaio… Del resto nella stessa zona è morto un signore travolto da una slavina mentre spalava le neve davanti a casa. Anche quella era costruita nel posto sbagliato? Del senno di poi…
L’associazione H2O ha rincarato la dose denunciando che l’albergo era stato costruito su un terreno insicuro formato da detriti e resti di precedenti valanghe (!). Avranno trovato la vecchia neve nel terreno sotto l’albergo? Meno male che un geologo ha smentito l’instabilità del terreno, però si è chiesto se non sarebbe stato meglio, in quelle condizioni meteo, chiudere l’albergo. Del senno di poi…
Del resto secondo La Stampa di oggi “la carta geomorfologica di Rigopiano è inequivocabile sullo stato dei luoghi. Ed è la prima conferma scientifica a quanto la pm dice da giorni, ovvero che è assodato che quella è zona di valanghe”. Però era circolata la notizia che la valanga più recente sia stata nel 1935 e non abbia toccato la costruzione esistente…
E sul rischio valanghe l’indagine comincia a sprofondare nella neve… Secondo il procuratore Tedeschini, Meteomont già “aveva cominciato a comunicare un rischio valanga molto elevato tre-quattro giorni prima. Meteomont ha mandato i suoi bollettini a chi li doveva mandare.” cioè ai soggetti istituzionali. Vedremo cosa ne hanno fatto. Ma il problema è che sulle mappe, provvisorie, del piano valanghe regionale Rigopiano non c’è! Quindi non sarebbe comunque stato informato. La Stampa di oggi scrive “Ma la mappa dell’Abruzzo è incompleta, perché si prendono in esame soltanto i bacini sciistici. E Farindola, non avendo impianti di risalita, non è neppure considerata.” Il tanto ricercato colpevole sta evaporando come neve al sole…
Chiudo con le seguenti profonde considerazioni fatte sempre dal procuratore, riportate dal Fatto Quotidiano: “Le valanghe sono cicliche: prima o poi ritornano. Lo sto imparando in queste ore: ci sono luoghi dove le valanghe sono elemento costituente (che scoperta! Ma dove vive?). Ecco perché bisogna capire cosa sia stato fatto al di là del semplice censimento del rischio, ossia: chi censisce i rischi e come li gestisce. Il solo censimento di un luogo a rischio valanga potrebbe non bastare. Qui non si tratta di individuare soggetti, perché finora l’indagine è veramente contro ignoti, ma di capire di che stiamo parlando (me lo chiedo anch’io) al fine di individuare chi è il soggetto (ma ha appena detto che non si tratta di individuarlo!). Do per assodato che l’hotel sia stato costruito in una zona a rischio valanga, pur in presenza di tutte le autorizzazioni urbanistiche, ambientali o edilizie in regola. Quindi voglio sapere come viene gestito questo rischio, come viene monitorato il rischio e che provvedimenti sono stati presi. Quindi non è detto che il soggetto interessato sia solo l’eventuale proprietario, ma anche chi ha in carico le gestioni del rischio ambientale.” Avete capito bene. Sarà incriminato il proprietario (eventuale!) e i gestori del rischio ambientale, per tutelarsi, cominceranno a sparare allarmi ai primi fiocchi di neve.