Ignoranti in lingue e impreparati: i fondi europei vanno all’Est
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Ignoranti in lingue e impreparati: i fondi europei vanno all’Est

L'europarlamentare piemontese spara a zero sull'impreparazione italiana nel chiedere i fondi all'Europa: "Le Università non insegnano neppure bene l'inglese", lamenta, "così i fondi vanno altrove, dai nostri concorrenti sul mercato globale".

L'europarlamentare piemontese spara a zero sull'impreparazione italiana nel chiedere i fondi all'Europa: "Le Università non insegnano neppure bene l'inglese", lamenta, "così i fondi vanno altrove, dai nostri concorrenti sul mercato globale".

BRUXELLES – L’Italia non sfrutta come dovrebbe i fondi europei, diretti e indiretti. Non solo al sud, esempio di spreco e malcostume, ma anche nel civilissimo Piemonte. Lo conferma l’eurodeputato Alberto Cirio che di ritorno da Bruxelles svela il segreto di Pulcinella sul perché l’Italia si fa bagnare il naso dai paesi dell’Est, che in proporzione ricevono più finanziamenti: “Sono più preparati. Hanno progettisti specializzati in fondi europei. Anche la Spagna licenzia laureati in europrogettazione, mentre le nostre università non insegnano neppure l’inglese come si deve”. I finanziamenti non vengono distribuiti equamente: se li chiedi, nei modi e nei tempi giusti, li hai. Altrimenti vanno a chi sa sfruttare le opportunità. Che nel mercato globale vuol dire ‘concorrenti’.

La grande responsabilità è della politica, che in senso assoluto “si occupa di tutti noi”: “I partiti hanno sempre considerato l’Europa il cimitero degli elefanti per i politici a fine carriera, senza più entusiasmo né stimoli. E poi per racimolare voti mandavano calciatori e cantanti”. Impreparati e imbarazzanti, insomma, così da lasciare alla Germania “lo strapotere economico”. “Succede ancora così tra i Greci, con il capitano della nazionale che vinse l’Europeo…”.

L’ultima generazione di eurodeputati italiani se la cava meglio con l’inglese (“Lo parlo bene, e capisco il francese grazie alle mie origini piemontesi”), è più preparata e motivata. Cirio si occupa di agricoltura da sempre, contro quelle che chiama la ‘lobby geografiche‘: “Il Sud Europa cura prodotti e qualità. Il cibo è cultura per Italiani e Francesi. Il Regno Unito non ha questo tipo di interessi. Se parli ad un Irlandese di vino, pensa ai super alcolici”.

Così paradossalmente Cirio va d’accordo più con i comunisti d’Oltralpe che con i liberali inglesi: “Sto cercando di tutelare il riso italiano contro le importazioni dall’Indocina volute per economie di scambio mitteleruopeo. Poi il vino, le nocciole la cui produzione è anche triplicata. Voglio che le Terme di Acqui siano inserite nel circuito di terme storiche europee e lavoro per Langhe e Monferrato, i cui confini amministrativi ci hanno sempre impedito di lavorare bene”.

Coming soon: un portale per accedere ai fondi europei.

[Articolo tratto da AlessandriaNews e Sport, edizione di lunedì 23 gennaio 2017]

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