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Sulla salute non si scherza più
Per decenni la sanità regionale ha assorbito risorse enormi per continuare a garantire livelli medio/alti di assistenza. Ora lesigenza è quella di ridurre i costi/sprechi e la scommessa dovrebbe essere quella di mantenere qualità e accogliere le nuove richieste.
Per decenni la sanità regionale ha assorbito risorse enormi per continuare a garantire livelli medio/alti di assistenza. Ora l?esigenza è quella di ridurre i costi/sprechi e la scommessa dovrebbe essere quella di mantenere qualità e accogliere le nuove richieste.
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DITORIALE – I soldi sono finiti: o si razionalizza l’inefficienza e si trova un nuovo modello di gestione, oppure si continua a tagliare i servizi. Questa è, da anni, la situazione della sanità italiana, comune tanto alle regioni “fanalino di coda” della penisola quanto al ricco Piemonte. Per decenni la sanità regionale ha assorbito risorse enormi per continuare a garantire livelli medio/alti di assistenza. Ora l’esigenza è quella di ridurre i costi/sprechi e la scommessa dovrebbe essere quella di mantenere qualità e accogliere le nuove richieste. E’ facile pensare che negli ultimi anni la povertà, i ritmi e le condizioni della vita moderna e l’immigrazione abbiano portato il sistema a grandi stress aggiuntivi, bisogni nuovi a cui è necessario dare risposte. Non possiamo pensare di creare ulteriore emarginazione senza cure.
Poi c’è il nodo della sanità privata che costa ma che ti fa saltare le code. Sembra che larga parte del ‘sistema Italia’ stia tirando in quella direzione (sistemi pensionistici, per citare altro esempio). Una sanità solo per chi può permettersela non è una sanità giusta. Dove sta l’equilibrio tra pubblico e privato?
Infine, ci sarebbe il solito discorso del “puntiamo sulle eccellenze”, quelle che generano, fuori dagli ospedali, indotto di servizi, posti letto post-operatori, ricerca e sviluppo universitari, persino aziende che brevettano e producono tecnologie specifiche. E’ sogno troppo grande per la nostra Provincia?
Si dice spesso che sulla salute non si scherza ma un bel dibattito serio non sembra ancora essere iniziato.
Poi c’è il nodo della sanità privata che costa ma che ti fa saltare le code. Sembra che larga parte del ‘sistema Italia’ stia tirando in quella direzione (sistemi pensionistici, per citare altro esempio). Una sanità solo per chi può permettersela non è una sanità giusta. Dove sta l’equilibrio tra pubblico e privato?
Infine, ci sarebbe il solito discorso del “puntiamo sulle eccellenze”, quelle che generano, fuori dagli ospedali, indotto di servizi, posti letto post-operatori, ricerca e sviluppo universitari, persino aziende che brevettano e producono tecnologie specifiche. E’ sogno troppo grande per la nostra Provincia?
Si dice spesso che sulla salute non si scherza ma un bel dibattito serio non sembra ancora essere iniziato.
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