Imt, situazione al punto di svolta. La Grinding rinuncia agli esuberi ed apre al dialogo
Dopo il secondo tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo Economico è arrivata la tanto attesa buona notizia: la nuova proprietà ha deciso di mantenere in organico tutti i dipendenti dei tre stabilimenti del Gruppo Imt
Dopo il secondo tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo Economico è arrivata la tanto attesa buona notizia: la nuova proprietà ha deciso di mantenere in organico tutti i dipendenti dei tre stabilimenti del Gruppo Imt
“Al Mise abbiamo sottoscritto un’ipotesi di accordo – spiega Mirko Oliaro, segretario provinciale Fiom – che prevede il passaggio di tutti i lavoratori dal Gruppo Imt a Grinding Technology. L’azienda ha accettato a condizione che per i primi 24 mesi si proceda a regime di cassa integrazione straordinaria. Nelle prossime settimane dovrà essere presentato e discusso al Ministero il piano industriale che definirà i termini per la concessione della cassa”. Una battaglia è stata vinta, dunque, ma la ‘guerra’ non è ancora finita. Al momento, infatti, si può parlare solo di ‘ipotesi di accordo’, perché di fatto l’ultima parola spetta alla multinazionale taiwanese FFG, proprietaria di Grinding Technology (la società costituita ex novo dalla fusione di due aziende specializzate nella produzione di macchine utensili, la piacentina Jobs e la milanese Ermando Rosa). Durante il tavolo di crisi, infatti, è stato lo stesso amministratore delegato di Grinding Technology, Marco Livelli, a richiedere espressamente che nel verbale venisse puntualizzato come l’ipotesi di accordo rimanga comunque vincolata al parere positivo della FFG. Se quindi nei prossimi giorni la multinazionale taiwanese dovesse opporsi all’intesa, per il Gruppo Imt non rimarrebbe altro da fare che dichiarare fallimento.
“Possiamo dirci moderatamente soddisfatti. – commenta Roberto Orezzi, delegato sindacale Fim-Cisl dello stabilimento cassinese – Anche se tutto dovesse andare per il meglio, svariati sono i possibili scenari ed alcuni di questi sono anche poco incoraggianti”. Ad oggi, la paura dei lavoratori è che in futuro la nuova proprietà possa decidere di esternalizzare tutto il know-how del Gruppo Imt. “Noi siamo convinti che, poco a poco, lo stabilimento di Cassine possa riprendere a pieno regime la produzione e che, da qui a qualche tempo, anche i dipendenti a zero ore possano addirittura essere ricollocati in organico”.