Imt, situazione al punto di svolta. La Grinding rinuncia agli esuberi ed apre al dialogo
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Alessandro Francini  
29 Ottobre 2016
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Imt, situazione al punto di svolta. La Grinding rinuncia agli esuberi ed apre al dialogo

Dopo il secondo tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo Economico è arrivata la tanto attesa buona notizia: la nuova proprietà ha deciso di mantenere in organico tutti i dipendenti dei tre stabilimenti del Gruppo Imt

Dopo il secondo tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo Economico è arrivata la tanto attesa buona notizia: la nuova proprietà ha deciso di mantenere in organico tutti i dipendenti dei tre stabilimenti del Gruppo Imt

PROVINCIA – Nuove e più concrete speranze per i lavoratori dello stabilimento Imt di Cassine. Dopo l’incontro di giovedì 27 al Ministero dello Sviluppo Economico tra i rappresentanti sindacali di Fiom, Uilm e Fim Cisl, gli avvocati della procedura e i delegati della Grinding Technology, è finalmente arrivata la tanto attesa buona notizia: la nuova proprietà ha deciso di mantenere in organico tutti i dipendenti dei tre stabilimenti del Gruppo Imt (Cassine, Riva presso Chieri e Casalecchio di Reno).

“Al Mise abbiamo sottoscritto un’ipotesi di accordo – spiega Mirko Oliaro, segretario provinciale Fiom – che prevede il passaggio di tutti i lavoratori dal Gruppo Imt a Grinding Technology. L’azienda ha accettato a condizione che per i primi 24 mesi si proceda a regime di cassa integrazione straordinaria. Nelle prossime settimane dovrà essere presentato e discusso al Ministero il piano industriale che definirà i termini per la concessione della cassa”. Una battaglia è stata vinta, dunque, ma la ‘guerra’ non è ancora finita. Al momento, infatti, si può parlare solo di ‘ipotesi di accordo’, perché di fatto l’ultima parola spetta alla multinazionale taiwanese FFG, proprietaria di Grinding Technology (la società costituita ex novo dalla fusione di due aziende specializzate nella produzione di macchine utensili, la piacentina Jobs e la milanese Ermando Rosa). Durante il tavolo di crisi, infatti, è stato lo stesso amministratore delegato di Grinding Technology, Marco Livelli, a richiedere espressamente che nel verbale venisse puntualizzato come l’ipotesi di accordo rimanga comunque vincolata al parere positivo della FFG. Se quindi nei prossimi giorni la multinazionale taiwanese dovesse opporsi all’intesa, per il Gruppo Imt non rimarrebbe altro da fare che dichiarare fallimento.

 
“Avendo raggiunto l’accordo con la Grinding possiamo dire di aver fatto un significativo passo in avanti. Ad ogni modo non abbiamo ancora l’ultima parola della FFG, per cui non possiamo dirci né tranquilli, né tantomeno pienamente soddsfatti” aggiunge Oliaro. Se da Taiwan arriverà l’ok definitivo, il commissario Umberto Tombari (legale rappresentante del Gruppo Imt) riconvocherà le parti per andare avanti con la discussione e la data di scadenza della cassa integrazione straordinaria – lunedì 7 novembre – verrà posticipata di almeno due mesi. “Questo ci agevolerebbe moltissimo perché avremmo molto più tempo per andare avanti con la trattativa e stabilire i relativi termini economici”.

“Possiamo dirci moderatamente soddisfatti. – commenta Roberto Orezzi, delegato sindacale Fim-Cisl dello stabilimento cassinese – Anche se tutto dovesse andare per il meglio, svariati sono i possibili scenari ed alcuni di questi sono anche poco incoraggianti”. Ad oggi, la paura dei lavoratori è che in futuro la nuova proprietà possa decidere di esternalizzare tutto il know-how del Gruppo Imt. “Noi siamo convinti che, poco a poco, lo stabilimento di Cassine possa riprendere a pieno regime la produzione e che, da qui a qualche tempo, anche i dipendenti a zero ore possano addirittura essere ricollocati in organico”.

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