“Cemento come colla”, le indagini e gli arresti sugli appalti Cociv
Arrestati il presidente e il vicepresidente di Cociv, il consorzio nato per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi, insieme ad altre dodici persone, tra imprenditori e dirigenti del general contractor. Alcuni degli arresti sono stati eseguiti anche in provincia di Alessandria, ad Ovada. Cociv: "funzionari infedeli, siamo parte lesa"
Arrestati il presidente e il vicepresidente di Cociv, il consorzio nato per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi, insieme ad altre dodici persone, tra imprenditori e dirigenti del general contractor. Alcuni degli arresti sono stati eseguiti anche in provincia di Alessandria, ad Ovada. Cociv: "funzionari infedeli, siamo parte lesa"
La Guardia di Finanza di Genova, in particolare, ha concentrato le indagini sulla tratta alta velocità Genova – Milano, arrivando all’arresto di 14 persone, tra imprenditori e dirigenti di Cociv, Genenral Contractor per la realizzazione del Terzo Valico.
Le 14 ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza di Genova e dai Carabinieri di Alessandria riguardano Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv; Pietro Paolo Marcheselli, ex presidente di Cociv; Maurizio Dionisi, imprenditore; Antonio e Giovanni Giugliano, imprenditori; Giuseppe Pretellese, tecnico che lavora nella impresa di Giugliano; Andrea Ottolin, funzionario Cociv; Giuliano Lorenzi, dipendente Cociv; Antonio Parri, dipendente Cociv; Giulio Frulloni; Marciano Ricci, imprenditore; Giampiero De Michelis, ingegnere; Domenico Gallo, imprenditore. Il consorzio Cociv, però, si dichiara “parte lesa” dall’azione di “funzionari infedeli”.
Alcuni degli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del comando provinciale di Alessandria in provincia, ad Ovada: in piazza XX Settembre dove sembra che De Michlis fosse alloggiato e in una località tra Ovada e Molare. Non si tratterebbe di operatori della zona, ma di indagati domiciliati temporaneamente in provincia, per seguire i lavori in corso sul territorio.
Le forze dell’ordine, nelle prime ore del mattino, avrebbero eseguito controlli anche nei cantieri di Arquata, a Moriassi. I lavori dei cantieri, tuttavia, procedono regolari, nonostante i vertici di Cociv siano stati coinvolti nell’inchiesta. Le accuse sono di corruzione, concussione e turbativa d’asta. Un sistema consolidato e perpetrato, hanno detto i procuratori che stanno coordinando le indagini, uno scambio di “mazzette” e “favori” in cambio di appalti. 324 milioni di euro è il valore complessivo delle commesse.
Dall’attività investigativa è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal General Contractor, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte “anomale” divenissero regolari in violazione ai principi della “par condicio” e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato. In una circostanza la turbativa veniva accompagnata dal pagamento di una somma di denaro.
In alcuni stralci delle intercettazioni si parla di “materiale scadente” usato per i lavori, “cemento come colla”. Non bastavano le mazzette, portate negli uffici del Cociv di Genova (come documentano le immagini riprese da telecamere nascoste). Dalle indagini risultano anche “serate con escort” per ottenere appalti.
LE REAZIONI
Intanto arrivano le reazioni sul territorio che, ancora una volta, subisce gli effetti della grande opera.
COCIV, in una nota stampa arrivata in serata, parla di “funzionari infedeli”: ” Alla luce degli eventi odierni, riportati dalla stampa nazionale, il COCIV (contraente generale delle opere del Terzo Valico dei Giovi – Tratta AV/AC Milano – Genova), preso atto dell’attività degli inquirenti, sottolinea di essere in questa vicenda parte lesa, e precisa che, in ogni caso, non sussistono oneri aggiuntivi a carico dello Stato così come nessuna differente qualità delle opere il cui controllo è in capo al committente pubblico attraverso l’organo di alta vigilanza.
In tutte le ipotesi in corso di verifica, si tratta infatti di procedure di scelta interna al Consorzio di subappaltatori e subaffidatari, il cui eventuale maggior costo ricade esclusivamente sul contraente generale, trattandosi per il pubblico committente di opera a prezzo fisso ed invariabile.
Eventuali interferenze in corso di accertamento investigativo possono riguardare solo iniziative infedeli di funzionari venuti meno al dovere di lealtà verso l’azienda e soprattutto in violazione delle regole di trasparenza e di controllo predisposte allo scopo, inclusa l’adozione di gare telematiche e procedure anticorruzione.
Il Consorzio adotterà ogni opportuno provvedimento per garantire l’operatività del progetto confidando in una veloce conclusione della vicenda giudiziaria in corso e dichiarando fin d’ora la più ampia collaborazione, sia alla magistratura inquirente sia all’Autorità Anticorruzione.
Eventuali responsabilità che dovessero emergere a carico di singoli saranno perseguite in tutte le sedi opportune”.
IL MOVIMENTO 5 STELLE chiede di fermare l’opera: “Nel giorno in cui il Commissario per il Terzo Valico Iolanda Romano convoca gli Open Space Technology per decidere come spartirsi la piccola
torta delle compensazioni dando l’impressione di stare a sentire l’opinione dei cittadini, ecco che la magistratura arresta in tutta Italia circa 21 persone legate al malaffare che immancabilmente le
grandi opere, dall’alta velocità ferroviaria alle autostrade, si trascinano dietro. In particolare, la cronaca sottolinea come oltre al direttore dei lavori, già noto alle cronache, siano indagati alcuni
funzionari del consorzio Cociv, general contractor del Terzo Valico.
Ed ecco che in meno di un’ora i solerti senatori piemontesi del PD SiTav si affrettano ad inviare un comunicato stampa in cui, ergendosi a paladini della legalità e della trasparenza, richiedono l’intervento del governo, l’invio di un commissario straordinario e l’avvio di una procedura ispettiva. Ben venga l’attività ispettiva su quanto accaduto ma si trovi finalmente la forza di fermare questa inutile e costosissima opera da sei miliardi e mezzo che vedrà decuplicare i suoi costi a seguito del ritrovamento dell’annunciato amianto. Inoltre sappiamo bene com’è andata a finire all’Expo nonostante un commissario straordinario.
Il MoVimento 5 Stelle è assolutamente contrario alla realizzazione del Terzo Valico sia per la sua dimostrata inutilità sia a causa degli enormi rischi per la nostra salute. Già adesso centinaia di camion senza alcun controllo stanno girando sulle strade della nostra provincia per sversare nelle cave alessandrine rocce da scavo contenenti schiumogeni ed amianto e considerato che i partiti non hanno alcun interesse a fermare l’opera, per salvaguardare le nostre falde e la nostra salute, dovranno essere i cittadini ad aprire gli occhi e mobilitarsi in propria difesa. Altro che 60 milioni di opportunità, l’unica richiesta opportuna è quella di fermare il Terzo Valico”.
Il SENATORE FEDERICO FORNARO (Pd) chiede il commissariamento dell’opera: ” L’inchiesta della magistratura farà come giusto la sua strada, ma non è possibile proseguire nella costruzione di un’opera strategica come il Terzo Valico ferroviario Genova-Milano senza un gesto chiaro dello Stato nel segno della legalità e della trasparenza.A tutela dell’interesse pubblico, l’unica soluzione praticabile è quella della tempestiva nomina di un commissario straordinario che subentri da subito nella responsabilità della gestione delle attività relative al Terzo Valico”.
SEL, per voce del capogruppo in Consiglio Comunale ad Alessandria, chiede che venga cambiato l’ordine del giorno della giornata organizzata per sabato 29 dal commissario Iolanda Romano: “Dopo gli ennesimo arresti per corruzione e riciclaggio legati agli appalti del Terzo Valico dei Giovi e’ bene che ‘Commissaria Terzo Valico’, ‘Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti’, ‘RFI’ e ‘Regione Piemonte’ sospendano o cambino radicalmente l’ordine del giorno dell’incontro promosso sabato 29 ottobre ad Alessandria presso il Centogrigio Sport Village: non più’ “60 milioni di opportunità Lo sviluppo del territorio Discutiamone insieme”, ma come si garantisce la salute degli abitanti della provincia, in particolare, dall’inquinamento da amianto, presente nelle rocce da scavare che sono destinate a numerose cave disseminate sul territorio provinciale. E come si tutelano i lavoratori e i cittadini dalle organizzazioni del malaffare che se ne fregano dello ” sviluppo del territorio”, “di migliorare l’economia, l’ambiente e il turismo dei nostri luoghi” e, soprattutto, non hanno alcun rispetto per chi vi ci abita”.