Imt-Tacchella: settimana decisiva? Martedì presidio sotto la Prefettura, poi si va a Roma
Lo sciopero proseguirà almeno fino a martedì 11, quando in mattinata avrà luogo un presidio davanti alla Prefettura di Alessandria. Venerdì 14, i rappresentanti sindacali incontreranno a Roma i delegati del Ministero dello Sviluppo Economico
Lo sciopero proseguirà almeno fino a martedì 11, quando in mattinata avrà luogo un presidio davanti alla Prefettura di Alessandria. Venerdì 14, i rappresentanti sindacali incontreranno a Roma i delegati del Ministero dello Sviluppo Economico
Nella mattinata di venerdì 7, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sede alessandrina della CGIL, i rappresentanti sindacali provinciali hanno ribadito la loro ferma contrarietà a proseguire qualunque tipo di dialogo alle condizioni dettate dalla Grinding. Lo sciopero proseguirà almeno fino a martedì 11, quando in mattinata avrà luogo un presidio dei dipendenti Imt davanti alla Prefettura di Alessandria.
“Dal 28 di giugno, ovvero da quando abbiamo avuto notizia dell’assegnazione del bando – dichiara Mirko Oliaro, segretario provinciale della Fiom – sino al 15 settembre, giorno dell’effettivo passaggio di proprietà, i sindacati e tutti gli operai Imt hanno vissuto in una sorta di limbo. Non abbiamo avuto modo di conoscere il nome dell’azienda entrante, se non all’ultimo momento, né tantomeno i termini e le condizioni della transazione”. Solo durante l’ultimo incontro con le parti sociali (venerdì 30), i delegati Grinding hanno messo le cosiddette carte in tavola: i 90 dipendenti assunti dalla nuova società per i primi due anni rimarrebbero comunque in regime di cassa integrazione a causa dei lavori di riqualificazione necessari nei tre stabilimenti. Questo, però, a condizione di rinunciare “a tutte le voci aggiuntive di retribuzione individuale maturate sino ad oggi. In sostanza viene chiesto ai lavoratori di accettare l’assunzione rinunciando al proprio Tfr e alle condizioni minime garantite dal Contratto nazionale” spiega Oliaro. Non è finita qui, perché la nuova proprietà, inoltre, vorrebbe avere la garanzia di rinuncia a qualunque tipo di azione legale nei propri riguardi da parte di coloro che invece verrebbero licenziati.
“Martedì 11 chiederemo al Prefetto di intercedere in maniera decisa con il Ministero. Avendo seguito tutta la fase della procedura di amministrazione straordinaria, crediamo debba essere proprio il Ministero della Sviluppo Economico ad aprire un tavolo di crisi per trovare una soluzione ed arrivare ad un accordo” aggiunge Oliaro. E tavolo di crisi sarà. Venerdì 14, infatti, i segretari sindacali incontreranno a Roma i delegati del Ministero, ai quali verranno richiesti provvedimenti urgenti a tutela dei 219 lavoratori del Gruppo Imt. “C’è bisogno di una proroga per la scadenza degli ammortizzatori sociali (7 novembre, n.d.r.) e questa proroga può concederla solo il Ministero” sostiente Salvatore Pafundi, segretario provinciale Fim-Cisl.
“Negli anni, il Gruppo Imt ha dimostrato di avere le professionalità per poter svolgere tutto il ciclo produttivo della realizzazione di rettifiche, così come ha dimostrato di avere il mercato, le commesse e gli ordini per poter sopravvivere facendo utili. Non possiamo permettere che aziende con questo tipo di competenze possano essere chiuse per motivazioni o calcoli a noi poco chiari” continua il presidente provinciale della Fiom.
Una contesa che non riguarda soltanto il destino di 90 lavoratori della provincia, ma che si riflette sul futuro assetto economico del territorio stesso. “La nostra provincia continua a perdere pezzi, produzione e competenze di settore. Oltre a fare il possibile per salvare la Imt di Cassine, il nostro compito è anche quello di mantenerla sul territorio per il bene della nostra provincia” sottolinea Alberto Pastorello, segretario provinciale Uilm.
I prossimi passi in caso di fumata nera dopo il tavolo ministeriale? “Noi siamo pronti ad andare sino in fondo, se necessario anche con manifestazioni alternative”. Tra il serio e il faceto, qualcuno suggerisce un presidio sul ponte Meyer durante la cerimonia di inaugurazione: “Ci auguriamo non diventi necessario, altrimenti perché no…”