Fumata nera per l’accordo con la nuova società, sciopero ad oltranza alla Imt di Cassine
Da questa mattina, lunedì 3, alla Imt (ex Tacchella) di Cassine parte lo sciopero ad oltranza. La Grinding Technology, la società nuova proprietaria del Gruppo Imt, rimane ferma sulle sue posizioni: solo 90 dei 220 dipendenti rientrano nei piani aziendali. I sindacati: "Non è accettabile, porteremo la questione al Ministero"
Da questa mattina, lunedì 3, alla Imt (ex Tacchella) di Cassine parte lo sciopero ad oltranza. La Grinding Technology, la società nuova proprietaria del Gruppo Imt, rimane ferma sulle sue posizioni: solo 90 dei 220 dipendenti rientrano nei piani aziendali. I sindacati: "Non è accettabile, porteremo la questione al Ministero"
“L’azienda è stata chiara: dei 220 dipendenti Imt, solo 90 rientrano nei piani economici della Grinding. Noi ovviamente rimaniamo fermi sulle nostre posizioni, ovvero, o tutti o nessuno” dichiara Massimo Borille, delegato Fiom dello stabilimento ex Tacchella – Da lunedì partirà lo sciopero ad oltranza, a Cassine come negli altri due stabilimenti”.
Dalle trattative è emerso che l’esborso economico che la nuova società dovrebbe sostenere per mantenere in organico i restanti 130 dipendenti, corrisponderebbe a poche centinaia di migliaia di euro. Una somma quasi irrisoria per una società controllata da una multinazionale tra le migliori al mondo nel settore delle macchine utensili. “Gli avvocati della procedura ci hanno assicurato che faranno il possibile per arrivare ad un accordo con i delegati della Grinding. Bisogna capire che tipo di accordo. Se si trattasse di una questione di numeri, ovvero di un semplice dimezzamento dei dipendenti in esubero, sarebbe comunque una soluzione per noi inaccettabile”, sottolinea Borille.
“Già da lunedì ci metteremo al lavoro per richiedere un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, – spiega Mirko Oliaro (foto a lato), segretario provinciale della Fiom – che finora ha supervisionato tutta la fase di amministrazione straordinaria, per provare a programmare un tavolo di discussione”.
La sensazione è che la questione possa arrivare ad un punto di svolta solo sul ‘filo di lana. “Non so se dopo l’eventuale tavolo ministeriale riusciremo ad ottenere il passaggio nella nuova proprietà di tutti di dipendenti in esubero, ad ogni modo credo che i vertici della Grinding possano fare decisamente di più”. Stando a quanto riferito dai rappresentanti sindacali, una delle possibilità che l’azienda avrebbe messo sul piatto, prevederebbe il recupero di una parte dei 130 dipendenti in esubero (probabilmente la metà..) con la richiesta/pretesa di essere però sgravata da ogni responsabilità legale nei confronti di chi resterà senza lavoro. “Questo mi sembra alquanto complicato. Come si può pretendere che chi ritiene di avere le condizioni legali utili a rivendicare un posto di lavoro nella nuova società, rinunci a priori a muoversi in tal senso? L’azienda vorrebbe la firma, quindi la garanzia di rinuncia ad ogni azione legale nei suoi confronti, di tutti i dipendenti senza distinzione, sia di quelli che resterebbero che di quelli che se ne dovrebbero andare. E’ chiaro che con questo tipo di compromessi nessuno firmerà mai un accordo simile” ribadisce il segretario provinciale della Fiom.
Questa mattina, lunedì 3, assemblea straordinaria davanti ai cancelli della Imt di Cassine per concordare termini e condizioni dello sciopero e per ribadire una volta di più l’unità di dipendenti e parti sociali. Lo sciopero ad oltanza sembra davvero soltanto il primo passo.