Le fabbriche si fermano per chiedere più sicurezza
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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
21 Settembre 2016
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Le fabbriche si fermano per chiedere più sicurezza

Le tute blu scioperano in tutta Italia per dire basta alle morti sul lavoro. "Dall’inizio dell’anno 500 lavoratori sono morti mentre lavoravano. È un dato inaccettabile", dicono i sindacati. "Serve un contratto nazionale che affronti queste tematiche e renda più forti i lavoratori nella difesa dei propri diritti"

Le tute blu scioperano in tutta Italia per dire basta alle morti sul lavoro. "Dall?inizio dell?anno 500 lavoratori sono morti mentre lavoravano. È un dato inaccettabile", dicono i sindacati. "Serve un contratto nazionale che affronti queste tematiche e renda più forti i lavoratori nella difesa dei propri diritti"

PROVINCIA – Sciopero nazionale del settore metalmeccanico. Oggi, mercoledì 21 settembre, le tute blu si fermano in tutta Italia per dire basta alle morti sul lavoro. “Giovedì 15 settembre la tragedia di Piacenza in un’azienda di logistica, il 16 settembre, a distanza di poche ore una dall’altra, la morte di un lavoratore all’Ilva di Taranto e quella di un lavoratore dell’Atac, azienda dei trasporti romana – spiegano le segreterie provinciali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil – Dall’inizio dell’anno 500 lavoratori sono morti mentre lavoravano. È un dato inaccettabile, che rappresenta una situazione drammatica”.

Oggi, a fine turno o a fine giornata a seconda dei casi, i metalmeccanici si fermeranno per un’ora, per protestare contro le morti bianche, che “non sono mai la conseguenza della fatalità ma sempre della mancanza di rispetto delle imprese per le procedure e le regole di sicurezza e, in generale, della inadeguatezza dei sistemi di prevenzione”.

Secondo i sindacati, questa realtà è la “conseguenza di un clima e di comportamenti che valutano la vita e il lavoro e le condizioni in cui si svolge come variabili dipendenti dagli interessi dell’impresa e del profitto”, con subappalti e precarietà che “peggiorano le condizioni di lavoro e aumentano le pressioni sui singoli lavoratori“.

Fiom, Fim e Uilm chiedono per i lavoratori metalmeccanici “un contratto nazionale che affronti queste tematiche”, rendendo “più forti i lavoratori nella difesa dei propri diritti e di una condivisa e diffusa cultura della sicurezza”.

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