L’importanza del piano B: Luigi Onetti dalla Gam a palazzo Mazzetti
Il nostro percorso glocart alla ricerca di opere di artisti alessandrini arriva ad Asti e a Torino, tra i ritratti di famiglia e i tramonti infuocati del pittore di Lu Monferrato
Il nostro percorso glocart alla ricerca di opere di artisti alessandrini arriva ad Asti e a Torino, tra i ritratti di famiglia e i tramonti infuocati del pittore di Lu Monferrato
Quando ho scoperto, per il senso della verifica che miracolosamente a volte salva dalla figuracce e ha la meglio sulla presunzione di conoscenza, che quel quadro e quell’allestimento non ci sono più. Ma non è una brutta notizia. Non si possono vedere perché la Gam, rinnovandosi come dovrebbe fare ogni museo che si rispetti, alterna le decine di migliaia di dipinti di cui è detentrice e oggi le sezioni sono Infinito, Velocità… Niente più Malinconia, niente più Onetti. Ritornato nei depositi. Allora per la serie vediamo che cosa si può fare ho cominciato a cercare tra cataloghi cartacei e web dove sono gli altri Onetti. Per la famosa legge del “chi cerca trova” ho appreso che di Onetti ne hanno per esempio ad Asti, a palazzo Mazzetti. E mi sono anche ricordata di averli visti. E infatti sono ancora visibili.
Certo con quel dipinto magistrale che vedete riprodotto sono confrontabili ma non paragonabili, la chiave narrativa sembra essere molto più congeniale al pittore di Lu Monferrato della ritrattistica. Ad Asti troverete padre, madre e moglie del pittore, un po’ truci, molto scuri. Il ritratto della madre del pittore, la signora Linda Onetti Robecchi fa pendant con quello raffigurante il padre Vincenzo ed è con quello della moglie Giacinta Chiotti tra le tredici opere pervenute alle collezioni di Asti per decisione testamentaria dello stesso Luigi Onetti (1969). Scuri quanto sono infuocati e vibranti i paesaggi, i famosi tramonti (uno di loro si trova sempre alla Gam, nei famigerati depositi) un paio si sono visti nelle mostre di Palazzo Monferrato, tramonti infuocati tra Vignale e Altavilla. Un pittore – alessandrino – che varrebbe la pena conoscere in tutte le sue sfumature. Magari ad Alessandria, recuperando anche “Il pazzo” che ora giace dimenticato nei caveaux del museo torinese.