“Con l’acqua non si scherza!”: un corteo di 1000 persone
Sabato 11 giugno, davanti al Teatro Comunale, è partito il corteo a difesa della falda acquifera di Sezzadio: trattori e un migliaio di persone con slogan e cartelloni
Sabato 11 giugno, davanti al Teatro Comunale, è partito il corteo a difesa della falda acquifera di Sezzadio: trattori e un migliaio di persone con slogan e cartelloni
Trattori schierati di fronte al Teatro Comunale di Alessandria e pronti a partire per la manifestazione “Con l’acqua non si scherza!”. Un percorso tra le vie cittadine con una partecipazione di circa un migliaio di persone con cartelli e slogan a difesa di un bene così importante
Durante l’incontro pubblico in preparazione della manifestazione che si è tenuto nella serata di giovedì 9 nel salone della Taglieria del Pelo ad Alessandria, gli organizzatori hanno voluto ribadire i motivi della protesta, ripercorrendo le tappe di una battaglia iniziata nel 2012 a tutela di una riserva idrica “la cui acqua potrebbe tranquillamente essere classificata come oligominerale – afferma Luigi Foglino, geologo che nel 2003 fece da consulente ai lavori per la realizzazione del “tubone” che ha permesso di portare ad Acqui Terme l’acqua della riserva di Sezzadio-Predosa mettendo fine ad un’emergenza idrica che, soprattutto nei periodi estivi, perdurava da diversi anni. “E’ una falda ufficialmente classificata come R.I.S.E (Riserva integrativa e sostitutiva di emergenza), si trova nel baricentro fra Alessandria, Novi/Tortona, Ovada ed Acqui ed è in grado di sopperire alle condizioni di emergenza idrica di tutta la provincia. Ciò che stride davvero in tutta questa storia – continua Foglino – è pensare di poter realizzare una cosa del genere proprio al di sopra ad una falda così importante”.
Come già annunciato dagli organizzatori nel corteo non saranno ammesse bandiere di partito, “questo perché si tratta di una battaglia portata avanti dai cittadini e da 24 sindaci del territorio, che di fatto appartengono a qualunque schieramento”. Gianfranco Baldi, sindaco di Cassine, auspica proprio a tal proposito, “che dopo questa manifestazione si riesca a trovare una soluzione logica. Ci deve essere una volontà politica univoca, che vada al di là di qualsiasi interesse o divisione di sorta”. La partecipazione dei movimenti contro il Terzo Valico è cosa nota ormai da giorni. Qualcuno, a detta di Camerin, a tal proposito ha tentato di diffondere allarmismo ingiustificato. “Negli ultimi giorni sono circolate tante stupidaggini riguardo al possibile arrivo da fuori regione di soggetti violenti che potrebbero causare disordini. Prefettura e Questura ci hanno assicurato che non temono in alcun modo episodi del genere”.
Sull’inevitabile banco degli imputati c’è la Provincia, ed in particolare la sua presidente Rita Rossa, colei che a febbraio scorso ha firmato la delibera con cui è stato concesso il via libera all’utilizzo dell’area di Cascina Borio da parte della Riccoboni. “La Rossa ha grossissime responsabilità riguardo alla mancata tutela del territorio. – sostiene Lino Balza di Medicina Democratica – Basti pensare a tutto ciò che non ha fatto per la Fraschetta di Spinetta, lasciata morire attorno allo stabilimento Solvay. Per la discarica di Sezzadio, invece di ascoltare i 24 sindaci del territorio, il presidente della Provincia ha preferito prendere ordini dalla Riccoboni. Una cosa intollerabile”.
Presenti in sala anche i consiglieri regionali Massimo Berutti, Paolo Mighetti, Walter Ottria e il consigliere provinciale Nicola Sirchia, compatti nel ribadire la loro contrarietà alla discarica di Cascina Borio. “L’ultima missiva con cui la Provincia chiede un parere alla Regione in merito all’ampliamento della ditta Grassano – dichiara Paolo Mighetti, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – sembra un semplice tentativo di scaricare ad altri le proprie responsabilità. Purtroppo il progetto Riccoboni è ad uno stadio piuttosto avanzato, siamo quasi arrivati ad un punto di non ritorno. Su queste decisioni sciagurate deve pesare la partecipazione popolare, quale occasione migliore della manifestazione di sabato 11?”.
In chiusura, qualcuno in sala pone una domanda volutamente provocatoria, che invita però ad una riflessione: se si manifesta contro una discarica che potrebbe mettere a rischio la salute di tanti cittadini, cosa può esserci di gioioso in tutto ciò? “Ho usato il termine “manifestazione gioiosa” – risponde Camerin – perché a mio modo di vedere, quando di questi tempi semplici cittadini decidono di abbandonare per qualche ora la propria quotidianità per un pomeriggio di impegno democratico e partecipato, credo sia proprio il caso di parlare di un momento di gioia condivisa”.
Raduno alle 16 in viale Repubblica. Partenza del corteo intorno alle 16,30, arrivo in piazza della Libertà con sosta davanti a Palazzo Rosso, poi ritorno verso il punto di partenza per le vie del centro.