Grandi spostamenti di massa, il fenomeo “lemming”
I lemming sono piccoli roditori che tendono a spostarsi in massa quando nel territorio ospitante inizia a scarseggiare il cibo. Un fenomeno che, con gradi e modalità diverse, sembra anche appartenere al comportamento degli esseri umani...
I lemming sono piccoli roditori che tendono a spostarsi in massa quando nel territorio ospitante inizia a scarseggiare il cibo. Un fenomeno che, con gradi e modalità diverse, sembra anche appartenere al comportamento degli esseri umani...
Questo fenomeno non sembra tipico soltanto dei lemming, ma, con gradi e modalità diverse, sembra anche appartenere al comportamento degli esseri umani. Alcuni fenomeni recenti ci possono illuminare al riguardo.
A metà Agosto 2015 il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali dell’ONU ha pubblicato il rapporto sull’evoluzione della popolazione mondiale: il World Population Prospects 2015. In esso si prevede che la popolazione mondiale nel 2050 raggiunga i 9,7 miliardi rispetto ai 7,3 attuali e che un quarto di essa sarà africana. Mentre il tasso di mortalità infantile continuerà a scendere, il tasso di fecondità del continente africano sarà il più alto della terra. La Nigeria, già oggi il paese più popoloso d’Africa, nel 2050 diventerà il terzo del mondo, dietro soltanto alla Cina e all’India. Se le cose vanno avanti così nel 2100 la popolazione di dieci paesi africani sarà aumentata di 5 volte! Cosa si potrà mai fare per mantenere tutti? Grazie anche alla diffusione di internet, che permette di conoscere come si vive in altri paesi, già oggi il fenomeno lemming è diffuso in Africa: molti sono pronti a rischiar la morte nella traversata del deserto o di un tratto di Mediterraneo pur di raggiungere praterie migliori. Ma se le previsioni sono corrette ci troviamo solo all’inizio di un fenomeno di dimensioni titaniche, al di là delle nostre capacità di immaginazione e dalle conseguenze immani, catastrofiche. Altro che cambiamenti climatici! Contrariamente al caso dei lemming animali, nel caso degli uomini non esistono più praterie deserte da conquistare. L’esplosione demografica sarà incontenibile, più veloce e più violenta e metterà in crisi i rapporti tra gli esseri umani di tutto il pianeta. E non si vedono all’orizzonte soluzioni praticabili nei limiti delle leggi esistenti. Nuove regole più drastiche, più dure, più egoiste sono certamente all’orizzonte.
Di dimensioni minori, ma più concentrate, e più urgente, è il fenomeno lemming siriano. La Siria non aveva problemi economici e non aveva un’esplosione demografica. L’illusione della primavera araba e la sua repressione hanno dato l’occasione a paesi terzi di trasformare la Siria in un poligono di tiro dove decine di fazioni e truppe straniere si “divertono” a bombardarsi a vicenda: americani, francesi, russi, turchi, arabi sauditi, iraniani, curdi, tutti nominalmente contro l’ISIS. Ma i civili siriani sono le uniche vere vittime e a milioni sono costretti a fuggire per salvare almeno la pelle. E, di nuovo, ci troviamo davanti ai naufragi nell’Egeo o alle colonne di profughi che camminano lungo i binari o le autostrade sognando pace e serenità. La recente chiusura delle frontiere di Austria e Macedonia inasprirà la situazione e i “lemming” umani bloccati in Grecia prenderanno la via dell’Adriatico meridionale.
Il processo psicologico alla base dei lemming umani nasce essenzialmente dalla disperazione, dalla realizzazione della propria incapacità a controllare i fenomeni che ci coinvolgono e nasce in particolare quando la loro complessità è tale da rendere impossibile una soluzione comprensibile, gestibile in modo rapido ed efficace. Quando le leggi e le regole si fanno troppe, troppo complicate e troppo vincolanti, quando sembra impossibile risolvere i problemi senza crearne degli altri, quando ci si rende conto che non ce la facciamo a lavorare di bisturi, la rabbia e la disperazione ci inducono a prendere l’accetta, a tagliare in qualche modo, anche se grossolano ed ingiusto per qualcuno, il nodo gordiano che ci attanaglia. E questo processo vale sia quando si decide di cercare una via di uscita da una situazione insostenibile nell’area attualmente abitata, come i lemming, o, nel paese, come i siriani, sia quando la situazione si fa insostenibile per la pressione dall’esterno verso il paese in cui si vive, come, oggi, succede per l’Europa. Ne troviamo un esempio, a me pare, in ciò che sta succedendo in questo periodo pre-elettorale negli Stati Uniti. Le proposte, per me farneticanti, di Donald Trump, tipo chiudere le frontiere ai musulmani, espellere quelli già presenti nel paese, erigere altri muri sul confine col Messico dimostrano che non si è più in grado di padroneggiare il problema. E il fatto grave è che la maggioranza dei repubblicani sembra essere nella stessa condizione e della stessa idea. Il parallelo europeo è costituito dai movimenti della destra xenofoba, ma anche dai governi che decidono di chiudere le frontiere scaricando il problema sui paesi confinanti più esposti all’invasione dei profughi.
Ma proprio pochi giorni fa in Italia si sono avuti, a mio parere, i primi sintomi di un altro movimento lemming che potrebbe prendere proporzioni ingenti nel prossimo futuro. Angelo Panebianco, professore universitario, è stato contestato a Venezia e Bologna dai movimenti studenteschi che non hanno soltanto criticato le sue idee, ma gli hanno anche impedito di parlare e di insegnare. Le voci che hanno deprecato questi episodi ci sono state (da es. Romano Prodi), ma si sono anche sentiti dei professori che giustificavano questi metodi democratici dei cosiddetti studenti (in realtà centri sociali all’interno dell’università). Per uno come me, uscito dal Politecnico poco prima del ’68, quanto accaduto mi ha ricordato i primi fotogrammi di un film già visto. Un brutto film fatto di ideologia incapace di confrontarsi con la realtà, di reazione irrazionale, ma anche perversamente logica negli sviluppi violenti degli anni successivi, di incapacità di capire e controllare i fenomeni sociali ed economici del tempo. Giustamente Giovanni Sabbatucci, su La Stampa del 24 Febbraio, titolava il suo articolo: “Attenti a non minimizzare”. Il rischio è che i molti elementi problematici presenti nella nostra società, la perdurante crisi economica, che non siamo in grado di controllare, con la conseguente disoccupazione giovanile (e non solo), la pressione migratoria che l’Europa sta scaricando sui singoli paesi col rischio di spaccare l’Unione, la dilagante corruzione presente in ogni strato e in ogni settore del nostro paese, la sempre crescente complessità burocratica che soffoca chi vuole rispettare le leggi, finiscano per formare una miscela esplosiva che potrebbe trasformare gli italiani in lemming disperati pronti a dare ascolto al primo pifferaio che proponga soluzioni drastiche, semplicistiche e irrazionali.