Yusuru Hanyu, il Messi del pattinaggio artistico
Il personaggio di cui vi voglio raccontare si chiama Yusuru Hanyu, è giapponese, ha 21 anni ed è da tre anni a questa parte il re del pattinaggio artistico su ghiaccio: anzi, limperatore, trattandosi di un giapponese...
Il personaggio di cui vi voglio raccontare si chiama Yusuru Hanyu, è giapponese, ha 21 anni ed è da tre anni a questa parte il re del pattinaggio artistico su ghiaccio: anzi, l?imperatore, trattandosi di un giapponese...
Ma resta comunque un nome talmente famoso da giustificare un vortice di miliardi, di scatti fotografici, di pettegolezzi, di messaggi.
Invece voglio raccontarvi altre storie di sport, storie che parlano di personaggi altrettanto ricchi di talento, ma sostanzialmente sconosciuti, almeno da noi. Sconosciuti perché eroi di sport “poveri”, che non vedono girare miliardi, quindi destinati a restare fuori dal mirino degli sponsor e dagli interessi dei media. Sport che richiedono un’enorme disciplina e una costante applicazione, insieme al talento; sport che ti occupano la vita, completamente, a partire dai primissimi anni, perché solo se cominci da piccolissimo e ti alleni per ore e ore tutto il giorno, per tutti i santissimi giorni, puoi sperare di diventare un campione.
Il personaggio di cui vi voglio raccontare si chiama Yusuru Hanyu, è giapponese, ha 21 anni ed è da tre anni a questa parte il re del pattinaggio artistico su ghiaccio: anzi, l’imperatore, trattandosi di un giapponese. Nel 2014 ha vinto Mondiali e Olimpiadi, e da allora non si è più fermato. Il mese scorso, durante il Grand Prix ISU, prima a Nagano e poi a Barcellona, ha letteralmente frantumato per quattro volte consecutive i punteggi che lui stesso aveva raggiunto, superando il secondo classificato di più di trenta punti. Quasi tutte le componenti del programma che ha eseguito hanno ottenuto il massimo dei voti che può essere assegnato, facendo seriamente prendere in considerazione ai giudici internazionali l’ipotesi di rivedere i sistemi di valutazione.
Il pattinaggio su ghiaccio è forse lo sport che prevede la più alta mescolanza tra doti atletiche e capacità artistiche: l’esercizio consiste letteralmente in una danza, eseguita sulla musica, interpretandone le particolarità, con una serie di movimenti che implicano anche grandi capacità ginnastiche. I pattinatori non solo scivolano sul ghiaccio, ma saltano, girano vorticosamente su loro stessi, si piegano, fanno cose che chiunque abbia infilato un paio di pattini trova assolutamente incredibili . In più usano le braccia, le mani, la testa, l’espressione del viso per interpretare la musica. Yusuru è meravigliosamente agile e preciso nei salti, nelle trottole, leggero come una farfalla, ma anche splendido nel sottolineare con i movimenti del corpo ogni nota musicale, così perfetto, così trascinante, così intenso, così emozionante che l’unico commento possibile dopo il suo ultimo esercizio a Nagano potrebbe essere quello del suo allenatore : “I have no words…”.
Se avete tempo, andate a vedere i video delle sue gare di Nagano e di Barcellona su Yutube.
E come quella di Messi, è bella anche la storia di Yusuru Hanyu. Come Messi, ha un fisico fragile – è alto 1,72 e pesa appena 54 chili. In più, soffre di asma. Il suo corpo, soprattutto le articolazioni delle ginocchia e delle caviglie, è sottoposto a traumi tremendi quando il piede ricade sul ghiaccio dopo un salto che solleva il pattinatore anche di una cinquantina di centimetri. Come Messi, ha un talento enorme : non solo è dotato al massimo grado di equilibrio, armonia, musicalità, forza atletica: ma anche di capacità di concentrazione, resistenza alla fatica, temperamento, e soprattutto di quello che gli inglesi chiamano “flow”: la capacità di entrare in una bolla in cui si è completamente assorbiti dalla propria azione, uno stato mentale di grazia così potente da far sembrare ogni movimento naturale e da rendere magico il suo rapporto con il ghiaccio.
Come Messi, ha dovuto affrontare difficoltà e sradicamento. Yusuru ha cominciato a pattinare a quattro anni, a Sendai, dove è nato, e dove si stava allenando quando nel 2011 c’è stato lo tsunami. “Stavo pattinando – racconta – quando il ghiaccio mi si è aperto sotto i piedi. La nostra casa è andata distrutta, molte persone che conoscevo sono morte. Siamo andati ad abitare in una palestra, ma non avevo più un posto dove allenarmi: la mia famiglia ha deciso di trasferirsi in Canada, dove ho trovato un bravo allenatore, ma non è stato facile, un po’ per la lingua, un po’ per la nostalgia”.
Da allora dedica tutte le sue vittorie “al suo paese e alle persone che hanno sofferto una perdita”, e non dimentica, al termine di ogni esercizio, di voltarsi verso la pista dove ha pattinato per eseguire un inchino di ringraziamento.