Connessi ma non troppo
La mappa delle coperture internet della Provincia. Le zone montane e collinari sono le più problematiche. La fibra sta arrivando nel capoluogo e, entro il 2017, anche nei centri zona, ma restano "coni d'ombra" nei quartieri e sobborghi
La mappa delle coperture internet della Provincia. Le zone montane e collinari sono le più problematiche. La fibra sta arrivando nel capoluogo e, entro il 2017, anche nei centri zona, ma restano "coni d'ombra" nei quartieri e sobborghi
La copertura in Provincia è ben lontana dalla meta con eccezione del capoluogo e dei centri zona, dove tuttavia permangono ancora notevoli zone d’ombra.
Abbiamo provato a fare una mappa della copertura internet della Provincia: un’impresa ardua.
Nelle zone montane e collinari, ma anche in alcuni quartieri del capoluogo, si viaggia a 2 mega, quando si viaggia.
Secondo dati Telecom, la copertura di Alessandria e provincia con tecnologia fino a 7 mega riguarda circa il 97%
Con Adsl 20 mega invece è coperto circa il 68% del territorio.
Perchè siamo messi male?
Alla base ci sono motivi economici. Le imprese (Telecom non ha più il monopolio) non hanno vantaggi economici ad investire in aree scarsamente abitate. Accade quindi che i centri zona siano in genere ben serviti, ma le zone più periferiche o meno densamente abitate non lo siano altrettanto.
Mentre il servizio telefonico, con cavi di rame, è considerato “essenziale” e quindi “garantito”, non è altrettanto scontato per la connessione dati.
Le linee, inoltre, sono di proprietà di Telecom ma la liberalizzazione del mercato ha portato ad entrare nel business anche altri operatori (esempio Fastweb) che in parte usano la rete esistente e in minima parte hanno “posato” le loro fibre, anche anche in questo caso, limitandosi ad aree dove esiste un mercato, dove, cioè, ci sono clienti.
Anche laddove esistono le “centraline”, queste garantiscono un buon segnale fino ad un chilometro e mezzo dalla cabina. Oltre il segnale di disperde e perde di intensità. E’ i caso dei sobborghi e frazioni dei centri maggiori: le centraline ci sono ma le case “disperse” ricevono un segale debole.
Come superare il divario?
La comunità europea ha aperto dei bandi, in parte sfruttati, in parte no. “Non è mai stato fatto un bando Regionale complessivo”, dice un operatore a livello nazionale. Come, invece, è avvenuto in Lombardia, dove nel giro di due anni tutte le provincie sono state dotate di infrastrutture adeguate.
Non è solo una questione “ludica” la possibilità di connettersi alla rete: ci sono le aziende e gli enti che utilizzano, o potrebbero utilizzare, internet per fornire servizi, inviare progetti, partecipare a gare internazionali. Ma è la politica a dover decidere, a livello generale, dove portare la tecnologia e dove no.
In una recente intervista, la Regione sosteneva di aver investito a livello complessivo oltre 7 milioni di euro, derivanti dall’accordo tra l’ente e il ministero dello Sviluppo economico. Di quella somma, ne sono stati spesi “solo” 1,5 milioni. Nell’alessandrino sono stati spesi 105.668 euro.
L’ente pubblico sostiene che sono gli operatori a non dimostrare alcun interesse ad investire denaro, in mancanza di garanzia di un ritorno economico.
Gli operatori, al contrario, ammettono le difficoltà, ma ribadiscono anche che manca un piano complessivo generale, che consenta loro di pianificare.
Il caso delle Valli
Così, tra una lavata di mani e l’altra, si sono fatti strada altri operatori privati che offrono un servizio satellitare. L’investimento non richiede infrastrutture ad alto costo, perchè non si utilizzano cavi o fibre, bensì il segnale satellitare. E’ sufficiente un’antenna posta in una zona “strategica” ed aperta per collegare un discreto numero di utenti.
E’ il caso, ad esempio, della compagnia Eolo, che ha la copertura pressochè totale della provincia, valli comprese, o di Bbbel che garantisce il servizio in 120 comuni, pari al 65% della popolazione.
Dove se la passano piuttosto male è in val Borbera. I comuni di Albera, Cabella e Carrega, ad esempio, risultano ancora in parte sconnessi o comunque con una connettività ridotta. “Abbiamo molte frazioni raggiunte solo dalla telefonia mobile, ma non quella internet – spiega il sindaco Marco Guerrini – in estate, quando la popolazione aumenta, è molto più difficile connettersi. Ho scritto recentemente alla Regione Piemonte per cercare di capire come è possibile intervenire per ovviare il disagio”. Guerrini, come altri sindaci, ritengono infatti che una buona, se non proprio ottima, connessione, aiuterebbe di sicuro anche una ripresa del turismo e delle seconde case
C’è un accordo in essere nei comuni della bassa Valle, tra Vignole, Borghetto, fino a Rocchetta, per infrastutturare la zona. “Se ne sta occupando una agenzia di sviluppo, la Invitalia, che gestisce fondi europei. Entro breve, credo la primavera, la rete di fibra ottica dovrebbe essere completata”, spiega Enrico Bussalino, sindaco di Borghetto. Il suo predecessore, aveva condotto una lunga battaglia per ottenere il collegamento, almeno per l’ente pubblico e la scuola. In attesa del completamento della rete, ci si arrangia.
E in futuro?
Progetti di intervento nelle zone distanti dai centri abitati, non ce ne sono. Il punto è sempre lo stesso: non ci sono operatori interessati ad occupare fette di mercato in potenziale perdita.
Telecom ha in programma un investimento considerevole (oltre 3 milioni di euro) ma concentrato sul capoluogo e nei centri zona.
Per quanto riguarda i piani di copertura FTTC entro il 2015 saranno coperti, oltre il comune di Alessandria, quello di Casale Monferrato e di Tortona. Il 2016 toccherà a Novi, Ovada, Acqui. Sempre che si abbia la fortuna di abitare in città o non troppo distanti da una centralina.