Acqui – Genova: fumata nera per il nuovo orario
L'orario cadenzato enterà in vigore nella versione messa a punto da Trenitalia. Pendolari e sindaci ascoltati in Consiglio Regionale. Ottonello: "Hanno compreso i nostri problemi ma non era la sede per parlare di cose operative"
L'orario cadenzato enterà in vigore nella versione messa a punto da Trenitalia. Pendolari e sindaci ascoltati in Consiglio Regionale. Ottonello: "Hanno compreso i nostri problemi ma non era la sede per parlare di cose operative"
OVADA – Non che mal comune sia mezzo gaudio. Ma c’è fibrillazione nell’universo del pendolarismo che gravita attorno a Genova. Il motivo, nemmeno a dirlo, il nuovo orario cadenzato, che secondo molti utenti nasconde in realtà ulteriori tagli da parte di Trenitalia al servizio. Tanto che sulla piattaforma change.org è comparsa una petizione: ridate i treni ai pendolari liguri, partendo dalla riduzione denunciata sulla linea di ponente. “Dal 14 dicembre – si legge nel testo di presentazione – la linea ferroviaria ligure in direzione da Genova/Savona/Ventimiglia e viceversa soffrirà di tagli pesanti al servizio dalle ore 13,00 in poi. Sono stati eliminati dai due ai quattro treni in entrambe le direzioni, costringendo, di fatto, lavoratori, studenti ed anche turisti a sprecare il loro tempo in uscita dal lavoro o da scuola, in attesa di treni che partono in media un’ora dopo l’uscita dalle attività lavorative e scolastiche. Persone che dopo il lavoro hanno problemi di figli a scuola, impegni diversi, compiti da fare. Persone che desiderano solo vivere la loro vita. Lavoratori che dovranno chiedere permessi dal lavoro, ragazzi minorenni lasciati a girovagare in mancanza del treno che li riportava a casa in orario. Per percorrere 40 km sono spesso necessarie quasi due ore e tre cambi di treno!”Ma per ora la certezza è che si partirà cosìm anche sull’Acqui – Genova: taglio del collegamento delle 17.36, buco di due ore tra le 14.13 e le 16.13. La conferma è arrivata dopo l’audizione dell’altro giorno tra pendolari, sindaci e i capigruppo in consiglio regionale. “Sapevamo – spiega il presidente del Comitato Trasporti Valli Orba e Stura, Fabio Ottonello – che non era quella l’occasione per toccare aspetti operativi. Siamo contenti di essere stati ascoltati (anche dal presidente della Regione Giovanni Toti per qualche minuto ndr) e di aver portato le nostre istanze”. Unico dato vagamente positivo: una verifica arriverà in tempi rapidi, attorno a metà gennaio. Potrebbe essere l’occasione per riproporre la questione.
Pochi commenti dall’assessore ai Trasporti del Comune di Ovada, Simone Subrero. “Le istanze dei pendolari – spiega – sono del tutto ragionevoli. Noi continueremo a supportarle”. “. Mi è parso di cogliere da parte di tutti un’apertura sul problema che si genera nella fascia dalle 17.00 alle 18.00. C’è però – spiega il sindaco di Rossiglione, Katia Piccardo – una questione ben più ampia che coinvolge anche il trasporto su gomma che in alcuni casi rappresenta un doppione e uno spreco. Si potrebbe pensare a un’integrazione più efficace in modo che i bus colleghino le stazioni minori. Per noi amministratori della Valle Stura è sempre più difficile mantenere vive zone che vengono depauperate di servizi essenziali”. Apprensione anche per la sorte dei collegamenti del primo mattino che sarebbero confermati con l’utilizzo del bus ma non compaiono ancora nell’orario. E intanto venerdì mattina sul collegamento dell6 6.36 da Acqui i pendolari hanno viaggiato in piedi e al freddo.