Medioevo permanente
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Siamo alle battute finali della battaglia sulla cosiddetta “legge di stabilità”. Il metodo usato, dell’annuncio al popolo senza averne ancora valutato gli effetti e i difetti, ha dimostrato, ammesso di avere ancora dei dubbi, quali statisti abbiamo al governo

Siamo alle battute finali della battaglia sulla cosiddetta ?legge di stabilità?. Il metodo usato, dell?annuncio al popolo senza averne ancora valutato gli effetti e i difetti, ha dimostrato, ammesso di avere ancora dei dubbi, quali statisti abbiamo al governo

OPINIONI – Siamo alle battute finali della battaglia sulla cosiddetta “legge di stabilità”.  Il metodo usato, dell’annuncio al popolo senza averne ancora valutato gli effetti e i difetti, ha dimostrato, ammesso di avere ancora dei dubbi, quali statisti abbiamo al governo.

Il balletto sull’Imu è sembrato una commedia napoletana di Eduardo. Tutti a dire che era meglio tagliare altre tasse e che non era giustizia democratica togliere la tassa sulla prima casa a tutti, perché alcuni sono poveri e altri sono ricchi… Ma qualcuno si è preoccupato perché si toglie l’Imu sulla prima casa per sempre! (così ha dichiarato Renzi). Che Renzi pensi di restare al governo in eterno? Il suo predecessore, ottantenne cavaliere ancora in pista, tempo fa al San Raffaele aveva detto di contare solo su 120 anni. Anche in questo Renzi vuole strafare…

Ma tra le poche discussioni serie e i tanti slogan televisivi, pochi soloni, mi sembra, hanno sollevato critiche al metodo di tassazione medievale che anche in questo caso viene perpetuato. La tassa non si applica più alla prima casa, ma resta per le sue pertinenze (cantine, box e terrazzi)! Idiozia medievale. Si rompono egualmente le tasche ai contribuenti, si fa fare la stessa fatica al fisco e ai comuni, si continua a far fare gli stessi calcoli complicati per un decimo del valore imponibile e quindi degli introiti comunali! Stessa fatica per meno soldi. Se non è idiozia questa… Si è persa un’occasione unica per semplificare la vita ai cittadini e alla burocrazia. O forse si è voluto non semplificare, anzi aumentare la complicazione (ogni novità comporta nuove circolari da produrre e da studiare, con relative osservazioni e chiarimenti) per mantenere il “lavoro” ai Caf e ai consulenti fiscali? A pensar male si fa peccato, disse qualcuno, ma spesso ci si azzecca.

La pantomima di Imu sì, Imu no su ville e castelli (meno male siamo una repubblica, altrimenti ci sarebbero state anche le regge…) mette in evidenza un altro aspetto del populismo medievale che pervade la fiscalità italiana e la cultura che l’ha prodotta.

Ma le case non sono già tassate come reddito sugli immobili, in proporzione al loro valore? Allora perché tassarle due volte con metodi e da enti diversi? Dov’è la razionalità in tutto questo, ora che lo stato rimborserà ai comuni l’Imu persa sulle prime case? Modifichi le percentuali Irpef sugli immobili, tutti, e passi ai comuni l’equivalente di tutta l’Imu che loro compete, ma fateci fare i conti una volta sola!
Qualcuno, però, obbietta che non tutti gli immobili sono accatastati correttamente, che bisogna prima riformare il catasto. Ma i comuni da dove pigliano i dati? Sempre da lì, quindi non cambia nulla.

Altre risate (di tristezza) ce le siamo fatte con la commedia sul canone Rai in bolletta. Prima a rate bimestrali sulla bolletta elettrica, poi in soluzione unica. Le domande sono tante: su quale bolletta? Quella della prima casa o della seconda, o del box, dell’orto, dello studio, del negozio, dell’officina? E se i fornitori di energia sono più di uno? Autocertificheremo che paghiamo a uno e non all’altro? E chi non ha televisore autocertificherà la cosa da sé.

Ma chi farà i controlli contro l’evasione? Gli stessi che lo fanno ora per la Rai. E così siamo d‘accapo, cambiamo tutto per non cambiare nulla. Si sa già che i gestori non saranno pronti a Gennaio con le bollette aggiornate, ma i soldi alla Rai servono subito… Scommettiamo che si torna al vecchio metodo?

Ma una domanda nasce spontanea nella mente dell’ignorante cittadino: se la scuola viene finanziata con la fiscalità generale (e solo in minima parte con le tasse scolastiche) e non tutti i cittadini ne usano i servizi, se la Sanità viene finanziata con la fiscalità generale (e non certo con i ticket) e i cittadini ne usano i servizi in modo molto diverso, perché non si può fare la stessa cosa con la Rai?

Tassate tutti con l’Irpef e non rompeteci più la vita!

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