Riforma sanitaria, i sindacati proclamano lo stato di agitazione
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I.N. - irene.navaro@alessandrianews.it  
7 Ottobre 2015
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Riforma sanitaria, i sindacati proclamano lo stato di agitazione

Cgil, Cisl e Uil aprono lo stato di agitazione regionale sul piano di riordino della sanità: “è mancato il confronto, assunzioni meno di quelle annunciate, non c'è un disegno complessivo”. La Cisl di Alessandria chiede le dimissioni di Saitta per il caso oncologia di Casale

Cgil, Cisl e Uil aprono lo stato di agitazione regionale sul piano di riordino della sanità: ?è mancato il confronto, assunzioni meno di quelle annunciate, non c'è un disegno complessivo?. La Cisl di Alessandria chiede le dimissioni di Saitta per il caso oncologia di Casale

PROVINCIA – “Servirà a poco, ma non posso non chiedere le dimissioni dell’assessore regionale Saitta dopo l’annuncio del ridimensionamento dell’oncologia a Casale Monferrato, un centro dove si registrano duemila morti di mesotelioma all’anno”. E’ infuriato Fabrizio Sala, segretario provinciale della Funzione Pubblica Cisl. Sarà anche perchè è casalese, ma il piano di riordino dell’Asl di Alessandria, per quanto riguarda Casale, “è inaccettabile”. In forse era il reparto di oncologia,proprio a Casale, città simbolo della lotta all’amianto, salvato poi per il rotto della cuffia: “la promessa non mantenuta era quella di aprire a Casale un polo specialistico. Non sono non è stato fatto, ma il reparto rischia addirittura di essere ridimensionato”.
Parole pronunciate durante il Consiglio regionale Cisl della categoria, alla quale ha partecipato anche il segretario nazionale Daniela Volpato.

Ha “picchiato duro” anche la segretaria che ha annunciato l’apertura dello stato di agitazione, proclamato da Cgil, Cisl e Uil, a livello Regionale.
La riorganizzazione della sanità, ancora una volta, è sotto critica.
“Come organizzazioni sindacali abbiamo più volte chiesto di discutere attorno ad un tavolo permanente le scelte della giunta. L’ultimo incontro si è tenuto a luglio, poi più nulla. Nel frattempo la regione ha approvato gli atti aziendali delle Asl che prevedono tagli sul personale e sui servizi, senza un disegno complessivo sulla sanità”, dice.
Intanto, “le 600 assunzioni annunciate saranno molte meno, ma, anche qui, non c’è un criterio oggettivo. Non si dice quali saranno le figure da implementare. Si tagliano, poi, posti letto negli ospedali, senza che venga garantito un servizio di continuità e assistenza sul territorio”.
“Si creano gravi rischi di impatto negativi sui servizi e sul personale – aggiunge – Si rischiano di tagliare eccellenze e lasciare aperto, invece, ciò che non serve”.
Nei prossimi giorni sarà stilato un calendario di manifestazioni e azioni per dire no ad un piano che non convince né i sindaci, né i sindacati.

“La sanità piemontese ha urgente bisogno di un progetto di riorganizzazione, di più personale qualificato, di finanziamenti adeguati, di recuperare i ritardi accumulati nel processo di integrazione della rete territoriale. La situazione è già al limite del rischio per utenti e pazienti, oltre che di sovraccarico e di incertezza per i lavoratori.” aggiungono le segreterie regionali dei tre sindacati. 
“Abbiamo indetto lo stato di agitazione per portare all’attenzione di tutti, cittadini per primi, quello che potrà comportare in termini di accessibilità e qualità dell’assistenza un insieme di provvedimenti come la riduzione dei posti letto, il riordino della sanità privata, l’ulteriore abbattimento del 5% della spesa per forniture di beni e servizi, le recenti disposizioni regionali sulla psichiatria che coinvolgono il privato accreditato e la cooperazione sociale, se non si condivide una visione strategica della riorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali.”

È essenziale colmare le carenze di personale e mettere al centro le scelte organizzative, dopo anni in cui non abbiamo visto che tagli alle risorse e blocco del turnover” concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. “A breve decideremo le iniziative di mobilitazione più opportune per far sì che questa torni ad essere una priorità condivisa. E che gli investimenti sul personale e sulle competenze siano la chiave di volta di un sistema sanitario regionale rinnovato, presente su tutto il territorio, efficiente e sostenibile.”

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