Droga, due lezioni
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Droga, due lezioni

Io sono sostanzialmente a favore della liberalizzazione della droga. Ma la lezione più importante è che la droga, cara o a buon mercato che sia, rovina comunque la vita

Io sono sostanzialmente a favore della liberalizzazione della droga. Ma la lezione più importante è che la droga, cara o a buon mercato che sia, rovina comunque la vita

OPINIONI – È lunedì 20 luglio. Si diffonde la notizia che il rapinatore-assassino del gioielliere di Roma si è suicidato. Un senso di profonda, addolorata pietà mi riempie il cuore. E mi pervade la sensazione del disperato fallimento di una vita. Le due pistole in possesso del rapinatore dimostrano che non si è trattato di un episodio improvviso provocato dalla disperazione e dalla povertà, evidentemente il delinquere era ormai il suo “mestiere”, ma mi ha colpito il fatto che nel suo borsone la polizia ha trovato, sembra, della droga. Anche se i dati oggettivi dovessero non confermare le mie impressioni vorrei trarre da questa triste storia due lezioni.

Io sono sostanzialmente a favore della liberalizzazione della droga. Credo che gli italiani possano, e debbano, essere responsabili delle proprie azioni e delle proprie scelte e che sarebbe bene non venissero sempre trattati da bambini incapaci di resistere alle tentazioni e quindi anche non responsabili, poi, delle conseguenze del loro modo di vivere.

Per i favorevoli alla liberalizzazione quest’episodio potrebbe quindi essere l’ennesima dimostrazione che il proibizionismo rende il prezzo della droga talmente alto che chi non può farne a meno si riduce a delinquere per procurarsela. E ciò è certamente vero (è “classico” il caso del nipote che picchia la nonna per farsi dare i soldi per la dose…).

Ma l’altra lezione, più importante, è che la droga, cara o a buon mercato che sia, rovina comunque la vita: riduce le capacità intellettive, impedisce il mantenimento di un lavoro regolare, rende pericolosi per sé e per gli altri se ci si mette alla guida di un’auto.

Ma, come per l’alcol o il fumo, non è sul proibire ma sull’educare che bisogna puntare. E come per le sigarette si vuole usare come deterrente le foto “horror” sui pacchetti, forse sarebbe bene dare maggior evidenza alle morti per overdose (facevano più notizia anni fa) per far capire ai giovani, potenziali utenti, i gravissimi rischi che corrono.

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