Distretto: probabile accorpamento con Acqui
L'ingresso della sede del Distretto Sanitario
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Redazione - redazione@ovadaonline.net  
25 Luglio 2015
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Distretto: probabile accorpamento con Acqui

La legge impone ambiti da 80 mila abitanti, le due città raggiungerebbero i 70 mila (coi territori limitrofi). Il sindaco Lantero: "Difendere i servizi". Padre Ugo: "Una rovina"

La legge impone ambiti da 80 mila abitanti, le due città raggiungerebbero i 70 mila (coi territori limitrofi). Il sindaco Lantero: "Difendere i servizi". Padre Ugo: "Una rovina"

OVADA – Continua ad essere l’ambito sanitario a preoccupare Ovada e il territorio circostante. L’ipotesi attuale di accorpare il distretto di via 25 aprile con quello di Acqui Terme non ha riscosso grande successo tra gli addetti ai lavori dell’ovadese. Discorso diverso invece nella città termale dove – probabilmente per un fattore numerico (il bacino di utenza è di 40 mila abitanti contro i 30 mila dell’Ovadese) – si è convinti di poter ottenere dei vantaggi nel campo dei servizi sanitari. L’assessore regionale Antonio Saitta, nel corso del dibattito organizzato ad aprile presso la Soms, aveva annunciato una riduzione del numero dei distretti dai sette attuali ai non più di sei nel prossimo futuro. L’ipotesi più accreditata prevede un accorpamento tra Casale e Valenza, Novi e Tortona, Acqui e Ovada oltre al capoluogo di Alessandria. Resterebbero quindi solo quattro distretti. “Per noi sarebbe una rovina” dice padre Ugo Barani, presidente dell’Osservatorio Attivo sulla sanità. “In questo modo Ovada rischierebbe di diventare un sobborgo di Acqui”.

Più cauto è invece il primo cittadino di Ovada. “Il nostro ospedale è stato riconosciuto all’interno di un’area disagiata – dice il sindaco Paolo Lantero –. La nostra intenzione è quella di difendere tutti i servizi dei cittadini almeno fino a quando non sarà trovata una valida alternativa”. Visioni differenti per i due vertici del Consorzio servizi sociali, con il direttore Emilio Delucchi sulla stessa lunghezza d’onda del sindaco (“Servirebbe un distretto di area disagiata per Ovada” dice), mentre il presidente Gian Marco Bisio favorevole a un eventuale “matrimonio” con la città termale. “Sarà difficile mantenere i 6 distretti. Se dovessimo essere costretti a scegliere, allora l’accorpamento con Acqui Terme sarebbe quello più naturale e favorevole”.

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