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Asl, sbloccate le assunzioni, “copriremo le emergenze”
Il nuovo direttore generale dell'Asl alessandrina, Gilberto Genitli, presenta la sua squadra: direttore amministrativo è Valter Alpe, direttore sanitario è Elide Azzan. Primo obiettivo garantire la continuità, anche attraverso nuove assunzioni e la rivisitazione dei distretti. Impensabile oggi non fare rete
Il nuovo direttore generale dell'Asl alessandrina, Gilberto Genitli, presenta la sua squadra: direttore amministrativo è Valter Alpe, direttore sanitario è Elide Azzan. Primo obiettivo garantire la continuità, anche attraverso nuove assunzioni e la ?rivisitazione? dei distretti. ?Impensabile oggi non fare rete?
Da lì si riparte per un lavoro di riorganizzazione, rimodulazione e probabile ridimensionamento. “Non siamo qui solo per chiudere, ma anche per aprire”, dice Gentili. Il piano regionale dell’assessore Saitta resta però la linea guida.
Si parte da un dato di fondo: “la sanità piemontese è l’unica del Nord ad essere sottoposta ad un piano di rientro. Qualcuno ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità, evidentemente. Quindi, occorrerà fare i conti con le risorse disponibili”. Che non sono molte. La Regione ha dato, solo per fare un esempio, il via libera a nuove assunzioni. Ma non è automatico che si traducano in nuovo personale a breve. Probabilmente verranno coperte i prossimi pensionamenti, una cinquantina nell’ambito Asl. “Ci concentreremo prima di tutto a coprire le situazioni di emergenza, per garantire continuità”, assicurano i direttori. Servono pediatri e anestesisti, oltre che personale infermieristico, anche in vista del periodo estivo. Sicuramente non si prevedono nuovi incarichi nell’area amministrativa, anche se potrebbe fare un’eccezione per il settore informatico. “C’è una carenza di pediatri ma, ai sindaci che mi chiedono di coprire il servizio, non so che risposte dare. Non possiamo obbligare i medici ad andare in una zona piuttosto che in un’altra”.
Occorrerà, dunque, “riorganizzare” (il termine più ricorrente), puntando all’ospedale infantile di Alessandria, per i casi gravi e urgenti, e ad una rivisitazione dei distretti. “Fare rete” non è solo una scelta, diventa quasi un obbligo. Tra Asl e Aso, ma anche che diverse Asl, come quella di Asti, o Vercelli. “La provincia di Alessandria ha un tasso elevato di mobilità verso altre regioni, la spesa alessandrina incide per un quinto su quella dell’intero Piemonte. In parte questo è dovuto alla posizione geografica, di confine. In parte dal fatto che gli alessandrini hanno come punto di riferimento, inevitabile, l’ospedale cittadino (che però risulta come ‘mobilità’ per L’Asl, ndr). Se gli spostamenti avvengono all’interno della stessa regione, in fondo, cambia poco a livello di spesa,ma se i pazienti si rivolgono ad altre regioni allora sì, sono costi”. Recuperare i “migranti” si può fare attraverso una maggiore sinergia con l’Aso di Alessandria. “Il dialogo è aperto con la direzione dell’azienda ospedaliera. E’ un vantaggio per tutti che il Santi Antonio e Biagio puntino sulle eccellenze. Noi, come Asl, non siamo competitor dell’Aso. Lo sono gli ospedali di Pavia, Genova”.
Di riorganizzazione delle rete distrettuale i direttori inizieranno a parlarne già in settimana, in una serie di incontri con i diversi direttori di distretto. In una provincia fatta di 190 paesi, molti dei quali in zone isolate, e con una popolazione prevalentemente anziana, la “continuità assistenziale” diventa un altro concetto cardine. “Occorre potenziare lo step intermedio tra il momento del ricovero ospedaliero e quello del rientro a casa. Ma qui non si tratta solo di politica sanitaria, ma anche sociale”, precisa il direttore generale.
Sul ridimensionamento degli ospedali di Acqui e Tortona Gentili è, tutto sommato sereno. Vero è che “gli unici due ricorsi al Tar contro la legge di riordino regionale sono qui, ma io non ho trovato conflittualità nei sindaci, ma, al contrario, volontà di dialogare”. Se poi qualcuno dovrà rinunciare a qualche reparto, o servizio, sta nel disegno di riordino. E di lì non si scappa.