Consulta inconsulta
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La sentenza della Corte Costituzionale sulla non perequazione delle pensioni e le polemiche scoppiate hanno evidenziato ancora una volta le “peculiarità” di questo Paese

La sentenza della Corte Costituzionale sulla non perequazione delle pensioni e le polemiche scoppiate hanno evidenziato ancora una volta le ?peculiarità? di questo Paese

OPINIONI – La sentenza della Corte Costituzionale sulla non perequazione delle pensioni e le polemiche scoppiate hanno evidenziato ancora una volta le “peculiarità” di questo Paese.

Attendibilità delle cifre: la stima del “buco” nelle finanze statali è passata in due settimane da 3,4 miliardi di Euro a 6, poi a 9, a 13 per arrivare addirittura a 19. Uno “spread” di 6 volte! Qualunque dirigente privato che sparasse stime in questo modo verrebbe licenziato in tronco (o, in paesi più civili, si dimetterebbe).
Legittimità della decisione: giustamente la Consulta dà un giudizio di merito sulla costituzionalità delle leggi e non deve preoccuparsi delle conseguenze economiche. Ma, allora, come può accettare la presa in giro dei 500 € di bonus, e solo alle pensioni più basse? Chi vogliamo prendere in giro?

Retroattività delle sentenze: se la Consulta esprime pareri su leggi che sono in vigore da 10 anni ha senso applicare la sentenza retroattivamente? Dobbiamo dare o chiedere soldi anche a chi, nel frattempo, è defunto? E se deve essere così per la perequazione delle pensioni, perché non si è applicato lo stesso criterio anche alla legge elettorale, dichiarata illegittima, ma ancora in vigore, agli attuali parlamentari, illegittimi, che dovrebbero restituire gli emolumenti, e alle loro leggi che sarebbero da abrogare? L’Italia è stata incaprettata dai legulei.

Area di competenza: la Consulta deve giudicare sulla costituzionalità delle leggi, perché esprime, invece, giudizi sulla “ragionevolezza” delle tasse, come per le sigarette elettroniche? Secondo la Corte è irragionevole tassarle più del tabacco, che è più dannoso alla salute. Ma, se questo è il criterio, dovrebbe occuparsi anche delle tasse sullo zucchero, le merendine, il cotechino… siamo alla follia. E poi, se il criterio è quello della ragionevolezza, perché non dichiarare irragionevole l’imposizione fiscale che in Italia supera il 50%?

Oppure non potremmo dichiarare irragionevole avere dei giudici di 84 anni?

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