Tacchella: salvi per un anno sia esuberi che trasferimenti
Home

Tacchella: salvi per un anno sia esuberi che trasferimenti

Trovato l'accordo con sindacati per la Imt Tacchella Macchine, stabilimento di Cassine nel tavolo di trattativa aperto in Prefettura. Una moratoria di 12 mesi: salvi quindi i 27 trasferimenti a Riva presso Chieri che voleva l'azienda e anche i 35 esuberi preventivati. Un primo confronto "post-accordo" si terrà a marzo 2015

Trovato l'accordo con sindacati per la Imt Tacchella Macchine, stabilimento di Cassine nel tavolo di trattativa aperto in Prefettura. Una moratoria di 12 mesi: salvi quindi i 27 trasferimenti a Riva presso Chieri che voleva l'azienda e anche i 35 esuberi preventivati. Un primo confronto "post-accordo" si terrà a marzo 2015

 CASSINE – Per un anno i dipendenti della Imt Tacchella Macchine dello stabilimento di Cassine potranno tirare un sospiro di sollievo. Non una vittoria a pieno titolo, “ma la possibilità di avere più tempo davanti, ben 12 mesi – ha spiegato Alberto Pastorello della Uilm Metalmeccanici – per lavorare su questa storia e provare a convincere l’azienda a cambiare i propri piani industriali”.
L’accordo siglato dai sindacati (Fim, Fiom, Uilm) – alla presenza anche del senatore Federico Fornaro, dei sindaci di Acqui Terme e di Cassine – nel tavolo di trattativa tenutosi in Prefettura è stato accolto con favore dai dipendenti dell’azienda Tacchella, che nella giornata di ieri hanno atteso l’esito dell’incontro con un presidio di fronte al Palazzo della Prefettura. Di cosa si tratta? La proposta è arrivata direttamente dal Prefetto di Alessandria, Romilda Tafuri: “Spostiamo tutto in là di un anno e poi vediamo cosa succede”. Questo significa mettere uno “stop” sia ai 27 trasferimenti previsti nel piano industriale dell’azienda dallo stabilimento di Cassine a quello di Riva presso Chieri (TO), sia ai 35 esuberi che erano stati preventivati, mantenendo quindi tutto il personale attualmente impiegato.

Si è tornati cioè a fare accenno all’accordo del 10 novembre che prevedeva che “venissero eliminati tutti gli esuberi dal tavolo di trattativa e che per eventuali futuri esuberi si sarebbe cercata una soluzione attraverso contratti di solidarietà”. Insomma senza nessun licenziamento, e lasciando tutto lì: lasciando operativi tutti i 116 dipendenti oltre che “attivo e produttivo” l’intero sito di Cassine. Non solo più quindi “le braccia”, ma anche “le menti”: questa era una delle maggiori preoccupazioni delle forze sindacali. Che si togliesse “mente e cuore” a questo sito, portando automaticamente ad una chiusura nel breve tempo.

“Togliere la Tacchella dal territorio di Cassine è come togliere un altro pezzo di storia a questa provincia già martoriata”. Così ha definito l’indirizzo che stava prendendo l’azienda il senatore Fornaro. Impegno per il futuro anche da parte dei sindaci della zona, con la possibilità di trovare altre strutture, capannoni, che possano ridurre le spese per l’azienda. In tutta questa soluzione provvisoria resta comunque aperto il tavolo di crisi in Prefettura, che tornerà a incontrarsi per fare il punto della situazione a marzo 2015.
Alla luce di questo primo punto a favore dei dipendenti della Tacchella, le organizzazioni sindacali hanno ovviamente messo fine allo stato di agitazione permanente che era ancora in essere, con una ripresa della produzione prevista per oggi stesso, martedì 25 novembre. Si torna cioè a lavoro e per un anno….sperando di poter trovare soluzioni più definitive.

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione