Terme Acqui: incontro in Provincia. “Non si può più aspettare”
Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil nella mattinata di ieri hanno partecipato ad un incontro in Provincia sulla questione Terme di Acqui e Grand Hotel. Giancarlo Moduzzi della Uil Tucs torna a ribadire come sia necessario "arrivare ad un percorso conclusivo, prima possibile. Non si può più aspettare"
Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil nella mattinata di ieri hanno partecipato ad un incontro in Provincia sulla questione Terme di Acqui e Grand Hotel. Giancarlo Moduzzi della Uil Tucs torna a ribadire come sia necessario "arrivare ad un percorso conclusivo, prima possibile. Non si può più aspettare"
La Provincia sembra aver risposto positivamente alla richiesta di creare sinergie territoriali atte a valorizzare la risorsa Terme. “Ora speriamo – scrivono unitariamente i sindacati – che quanto discusso e condiviso al tavolo provinciale non rimanga una mera dichiarazione di intenti una tantum ma abbia nell’immediato effetti positivi e concreti”.
A fare il punto della situazione è il delegato della Uil Tucs Giancarlo Moduzzi: “se da un lato le Terme hanno tenuto in questo periodo generale di crisi, lo stesso non si può dire per il Grand Hotel di Acqui Terme, che sta rischiando di perdere anche una stella”. Questo è letto come un danno d’immagine per la città, per la sua economia, oltre che una insicurezza per chi in questo ambito ci lavora. “Finpiemonte non è più in grado di sostenere queste strutture e quindi ormai è consolidata la strada della privatizzazione, con l’attesa per un bando europeo”. Quest’ultimo è stato oggetto anche dell’incontro in provincia, ma “il CdA delle Terme di Acqui ha chiesto di apportare alcune modifiche, quindi siamo ancora fermi”. E il tempo sembra essere il peggior nemico di questa situazione: ovviamente l’attuale proprietario non investe più, ma allo stesso tempo nel periodo di stallo prima del nuovo privato/proprietario questo va a solo discapito dell’economia e della visibilità a livello turistico della città termale. “Quindi non si può più stare ad aspettare, bisogna agire e in fretta” spiega Moduzzi, che conferma come lo stesso sindaco di Acqui abbia parlato già di qualche “interessato”, di qualche investitore, che potrebbe risollevare e riportare alla “vecchia gloria” Acqui e il suo bene più prezioso.
Oggi ad esempio un servizio come quello di ristorazione è esternalizzato: “anche questa non è una bella pubblicità e un bel biglietto da visita per i turisti, che si aspettano una mezza pensione e invece vengono ‘dirottati’ verso i ristoratori esterni”. Infine da non sottovalutare è l’occasione che viene data dall’avvicinarsi dell‘Expo 2015. “Anche in questo caso siamo in netto ritardo e dobbiamo attivarci se vogliamo intercettare tutti i turisti che sono previsti e che potrebbero arrivare sul nostro territorio”. Un nuovo incontro è previsto per l’11 febbraio.