9 dicembre, movimenti in piazza. Ma non ci sarà il blocco dei tir
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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
9 Dicembre 2013
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9 dicembre, movimenti in piazza. Ma non ci sarà il blocco dei tir

Oggi è il giorno della protesta organizzata da una eterogenea galassia di sigle politiche e sindacali. Previsti presidi a Alessandria e Casale. La manifestazione si intreccia con il fermo degli autotrasportatori indetto da alcune associazioni di categoria: ai caselli autostradali non ci saranno i blocchi annunciati dai camionisti. Bloccate le stazioni di Torino e Genova, disagi nella circolazione ferroviaria

Oggi è il giorno della protesta organizzata da una eterogenea galassia di sigle politiche e sindacali. Previsti presidi a Alessandria e Casale. La manifestazione si intreccia con il fermo degli autotrasportatori indetto da alcune associazioni di categoria: ai caselli autostradali non ci saranno i blocchi annunciati dai camionisti. Bloccate le stazioni di Torino e Genova, disagi nella circolazione ferroviaria

PROVINCIA – 15:00 Stazioni bloccate, disagi per il traffico ferroviario
La protesta, inscenata da manifestanti estranei al Gruppo FS, ha avuto come conseguenza la sospensione della circolazione ferroviaria alle 10. 30 che è ripresa alle 11.30 a Porta Nuova e alle 11.45 a Porta Susa. Il passaggio in sicurezza dei treni è potuto riprendere solo dopo le necessarie verifiche tecniche del personale di Rete Ferroviaria Italiana sull’integrità dell’infrastruttura. Alle 14,30 i manifestanti hanno invece bloccato il traffico della stazione di Genova Brignole, provocando ulteriori disagi alla circolazione. Binari occupati anche alla stazione di Imperia, con blocco della circolazione dei treni sulla Genova-Ventimiglia.


11:00
 “Presidieremo ad oltranza”
“Siamo qui da questa mattina e continueremo a presidiare ad oltranza” – dicono Lorenzo De Martino e Federica Balbo, del Movimento del 9 dicembre, che insieme a circa un centinaio di persone, si trovano in presidio davanti alla Prefettura in piazza della Libertà ad Alessandria. Lo slogan è semplice “tutti fuori” e l’obiettivo dei manifestanti anche: mandare tutti “a casa”. 
 
Nei caselli autostradali della provincia, intanto, non si registrano rallentamenti o disagi.
 


Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato via anche con mazze e pietre”. È questa frase di Sandro Pertini, il presidente più amato della storia repubblicana italiana, a riassumere il senso della manifestazione del “9 dicembre”. Una data che i promotori assicurano diventerà storica, perché oggi «l’Italia si ferma». «L’Italia che produce, l’Italia dei disoccupati, dei precari, dei giovani, degli studenti, dei padri, delle madri, dei figli e di chiunque voglia dire basta… Questa Italia si ribella e scende nelle strade e nelle piazze», è scritto sul volantino diffuso dal coordinamento nazionale 9dicembre2013.it.

Uno “sciopero degli italiani”, potremmo chiamarlo. Contro la globalizzazione, contro l’Europa, contro la moneta unica, contro il governo e contro i politici. «Non ci sentiamo più rappresentati dai nostri parlamentari e amministratori locali», spiega infatti Celeste Falato, animatrice della protesta a Casale Monferrato. In città, gli attivisti del movimento sono presenti oggi, lunedì 9, dalle sei del mattino in piazza Martiri della Libertà (piazza Dante). «È un’iniziativa popolare, dietro di noi non c’è alcun partito o sindacato – dice ancora Celeste, studentessa di giurisprudenza, 24 anni, originaria di Vasto – Siamo i rappresentanti del popolo intero, della gente onesta che non ce la fa più a sostenere il carico fiscale più alto d’Europa. La nostra protesta si svolgerà in maniera del tutto pacifica, la nostra rivoluzione vuole essere più “culturale” che “d’azione”».

E le mazze e le pietre allora? «È solo una citazione del grande Sandro Pertini, un esempio di democrazia, di onestà e di politica pulita». E pazienza se – come ha chiarito qualche mese fa la Fps, la fondazione intitolata al settimo capo dello Stato della Repubblica Italiana – il presidente-partigiano quella frase non l’ha mai pronunciata. Che gli attivisti casalesi, comunque, abbiano intenzione di impegnarsi per una manifestazione pacifica non c’è dubbio: su Facebook diffondono appelli a non commettere atti di vandalismo e a rispettare il lavoro delle forze dell’ordine. «Rischiano tutti i giorni la pelle per il nostro bene, allontanate chi prova ad attaccare briga con poliziotti e carabinieri».

L’altro leader del movimento, nell’alessandrino, è Pietro Matteo Gallo, di Novi Ligure, nato a Salerno 53 anni fa. È lui che ha organizzato il sit in di questa mattina a Alessandria. Anche Gallo sottolinea il carattere pacifico della manifestazione: «Non ci saranno cortei o blocchi stradali, noi informeremo la gente con un presidio in piazza della Libertà». Ma l’animo battagliero c’è: «Sarà un volantinaggio a oltranza, in tutta Italia, finché l’obiettivo di mandare a casa tutti i politici non verrà raggiunto. E sottolineo tutti».
Gallo spiega che il sit in di piazza della Libertà «potrebbe trasformarsi in qualunque momento in un presidio fisso se constateremo la partecipazione della gente». Per l’organizzazione, Facebook è stato fondamentale: il gruppo alessandrino ha 665 iscritti, una cinquantina dei quali, come foto del profilo, ha scelto immagini che richiamano i temi della protesta. Almeno un paio di esercizi commerciali, a Casale Monferrato, ha aderito alla richiesta di tenere le serrande abbassate.

Ma chi c’è, a livello nazionale, dietro la protesta del 9 dicembre? La prima versione del volantino riportava le sigle di varie organizzazioni – Comitati riuniti agricoli, Cobas del latte, I Forconi e altri – che poi sono state rimosse nelle versioni successive. Anche Forza Nuova, il movimento politico di estrema destra, ha dato il proprio sostegno alla manifestazione. Secondo l’Osservatorio democratico sulle nuove destre, alcune delle sigle che sostengono la manifestazione avrebbero simpatie neofasciste. A Torino, l’associazione dei commercianti ha segnalato alla questura che in alcuni negozi si sarebbero presentati sedicenti poliziotti in borghese consigliando di tenere abbassate le saracinesche, oggi, per tenersi al sicuro da possibili disordini.

La protesta del 9 dicembre si intreccia con il fermo nazionale degli autotrasportatori indetto da alcune sigle sindacali. Dalla mezzanotte di oggi si sono fermati i camionisti e le aziende di autotrasporto che fanno riferimento a Aitras, Trasportounito, Assiotrat, Assotrasport, Azione nel Trasporto, Maa Movimento Autonomo Autotrasportatori. Lo sciopero durerà cinque giorni, fino a venerdì 13 dicembre.
Secondo il sottosegretario ai Trasporti Rocco Girlanda, però, la netta maggioranza delle aziende di trasporto non aderirà al fermo: il 28 novembre hanno infatti firmato un accordo con il governo Anita-Confindustria, Unatras, Aias, Cna-Fita, Confartigianato Trasporti, Conftrasporto, considerate le associazioni più rappresentative a livello nazionale.

Lo sciopero cominciato oggi è coordinato da Trasportounito, che nel novese ha uno dei suoi rappresentanti di spicco: Carmelo Di Puglia, titolare della omonima ditta di trasporti a Serravalle Scrivia. «Ci dispiace che non tutte le associazioni di categoria abbiano aderito alla protesta, che ormai era inevitabile. Ci stanno massacrando di tasse, di multe, di continui aumenti. Scenderemo in strada non solo per le rivendicazioni della nostra categoria, ma per chiedere un cambiamento di rotta in tutto il Paese, a vantaggio di tutti gli italiani».
Di Puglia aveva annunciato anche possibili blocchi stradali ai caselli di Novi Ligure, Serravalle Scrivia, Arquata-Vignole, Tortona, e nei pressi dell’interporto di Rivalta Scrivia. Il prefetto, però, ha vietato ogni genere di blocco attuato con i camion, minacciando sanzioni penali. Trasportounito ha pertanto fatto retromarcia: gli eventuali presidi di protesta saranno solo composti da persone appiedate e senza automezzi, solo presso i caselli autostradali indicati e solo nella fascia oraria tra 7 del mattino e le 5 del pomeriggio.

 
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