Comune: “costretti a liquidare le società partecipate”
Si sta avvicinando la data fatidica del 31 dicembre, termine entro il quale i Comuni con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti sono obbligati a procedere alle dismissioni o liquidazioni delle società partecipate, come sancisce la norma. A rischio, due tra le più importanti società del comune: le Terme e la Società Alberghiera
Si sta avvicinando la data fatidica del 31 dicembre, termine entro il quale i Comuni con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti sono obbligati a procedere alle dismissioni o liquidazioni delle società partecipate, come sancisce la norma. A rischio, due tra le più importanti società del comune: le Terme e la Società Alberghiera
a) abbiano, al 31 dicembre 2013, il bilancio in utile degli ultimi tre esercizi;
b) non abbiano subito, nei precedenti esercizi, riduzioni di capitale conseguenti a perdite di bilancio;
c) non abbiano subito, nei precedenti esercizi, perdite di bilancio in conseguenza delle quali il Comune sia stato gravato dall’obbligo di procedere al ripiano delle perdite medesime.
Una cosa è certa, se il comune non adempirà, il Prefetto, investito di poteri speciali, interverrà con una diffida ad adempiere in un determinato tempo, trascorso il quale se il Comune sarà ancora inerte, interverrà un commissario ad acta con poteri sostitutivi.
La problematica delle dismissioni societarie “forzate” a carico dei Comuni di minori dimensioni, in altre parole, continua a preoccupare. Anche il Presidente dell’Anci, ha inviato al Ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio una lettera dove si esprimono forti preoccupazioni e perplessità. Dopo aver ricordato che tale norma “ancorché modificata più volte negli anni, continua a presentare diverse problematiche, tanto da essere oggetto di pareri interpretativi delle diverse Sezioni regionali della Corte dei conti”, Fassino sottolinea che i problemi derivano dal fatto che la norma “non tiene conto né della specificità di alcuni settori (per esempio la distribuzione del gas, le farmacie e la gestione di reti e impianti comunali), che dovrebbero essere esclusi dall’applicazione della stessa, né delle ripercussioni negative sui bilanci comunali e sui lavoratori, derivanti dall’obbligatorietà a dismettere entro una data imposta”.
L’amministrazione di Acqui Terme sta, pertanto, approfondendo il tema con molta cautela anche perché, senza riportare l’esaustivo elenco delle società partecipate, basti citarne due tra le più importanti e significative per il territorio: le Terme e la Società Alberghiera. Sicuramente il sindaco Bertero e la sua maggioranza, per dirimere su scelte così importanti per la città apriranno un confronto anche con i gruppi di minoranza.