Fermata la banda dei “gas-bomber”
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Fermata la banda dei “gas-bomber”

Sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Alessandria 5 cittadini albanesi che facevano parte di una pericola banda criminale che metteva a segno colpi a danno di bancomat dei supermercati e delle aree servizio di carburanti con l'ausilio di esplosivi. Altri reati a loro carico quelli di furti nelle ville: un centinaio di colpi in totale

Sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Alessandria 5 cittadini albanesi che facevano parte di una pericola banda criminale che metteva a segno colpi a danno di bancomat dei supermercati e delle aree servizio di carburanti con l'ausilio di esplosivi. Altri reati a loro carico quelli di furti nelle ville: un centinaio di colpi in totale

 PROVINCIA – Un’operazione denominata “gas- bomber” che parte dal controllo sul territorio della Polizia di Stato di Alessandria e dalla Squadra Mobile e che si allarga al raggio nazionale per la pericolosità dei colpi messi a segno in diverse regioni italiane da una banda di pericolosi criminali albanesi, soliti far esplodere le “casse continue” (bancomat) dei supermercati e delle aree di servizio carburante. Tra le regioni colpite ci sono il Piemonte, la Liguria, la Lombardia, il Lazio, la Toscana e l’Emilia Romagna per un totale di un centinaio di colpi, tra cui rapine all’interno di case private.
Con l’ausilio della Questura di Roma è stato arrestato proprio nella giornata di ieri un pericoloso latitante albanese, che era precedentemente sfuggito alla cattura nel giugno del 2013, Osvaldi Marku, detto Osi, che era il capo della banda e che era riuscito a fuggire allora dall’Istituto di Custodia Minorile di Bari. Il giovane è stato colto in flagranza di reato, mentre si trovava all’interno di in una villa di Roma, per una rapina.

L’operazione, denominata “gas –bomber” proprio per il materiale esplosivo con cui facevano saltare in aria i bancomat ha portato all’arresto di 5 persone: Kreshnik Hoti, Gjovalin Pjetri, Artur Gjini, Artan Pjetri e Lulzim Mici, quest’ultimo residente ad Ovada. Nei loro confronti l’attività di indagine della Squadra Mobile e della Polizia Stradale di Alessandria ha permesso di attribuire alla banda la responsabilità di 35 episodi criminali accertati e contestati, nonché tutta una serie di altri delitti predatori commessi. Risultano altri 19 indagati, sempre cittadini albanesi, di cui tre o quattro della provincia.
L’indagine è partita ad inizio anno, quando in una stessa notte sul territorio della provincia erano stati messi a segno tre colpi: una a Basaluzzo, un’altra ad Arquata e la terza ad Acqui Terme, tutti a danno di bancomat di supermercati (in particolare ad essere colpiti L’Unes di Arquata, il Docks di Acqui, Bennet di Ovada, Penny Market di Alessandria di viale Milite Ignoto, Ins di corso Carlo Marx) e di aree servizio per il rifornimento di carburante come quello dell’area di servizio Shell di Belforte (Ovada) sulla A26 dove uno della banda era stato colto in flagranza di reato dagli agenti mentre altri tre malviventi erano scappati nelle campagne circostanti.

La tecnica era sempre la stessa: veniva utilizzata una miscela esplosiva che veniva messa all’interno della cassa continua attraverso un cannello collegato a bombole di gas e ad una miccia, necessari a creare l’esplosione all’interno del bancomat che faceva aprire lo sportello. La banda recuperava poi le banconote. Per la quantità di esplosivo utilizzato, questi colpi hanno spesso messo in pericolo l’incolumità dei cittadini che abitavano nel circondario, “oltre a quella degli stessi agenti della Polizia che sono intervenuti” ha ricordato il questore Filippo Dispenza, nel declinare questa banda come “davvero molto pericolosa”.  Centinaia di migliaia di euro, il bottino di tutti i colpi: “se si pensa che la somma recuperata con gli arresti per l’attività illecita è di 32 mila euro” spiegano dalla Questura. Per scappare la banda utilizzava veicoli di grossa cilindrata: 23 i mezzi sequestrati, tutti rubati coi i quali riuscivano a percorrere il tragitto da Ovada (Alessandria) – Roma Nord in sole 2 ore e 40 minuti. Questo stesso “modus operandi” veniva utilizzato per i sopralluoghi e per allontanarsi dai luoghi dei furti.
“Il ringraziamento va al capo della Mobile, Domenico Lopane, e al dottor Renato Cortese – ha cocluso il questore di Alessandria, Filippo Dispenza – oltre che alla collaborazione della Polizia di Roma e anche dei Carabinieridi Arenzano”.

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