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Dipendenti Inps in agitazione, possibili disagi per l’utenza
L'Inps taglia le indennità di produttività ai dipendenti. Dopo un'assemblea, i sindacati proclamano lo stato di agitazione per oggi, venerdì 4 ottobre. Possibili disagi per gli utenti. "Ci dispiace, ma l'Inps non può essere utilizzato come bancomat dal governo"
L'Inps taglia le indennità di produttività ai dipendenti. Dopo un'assemblea, i sindacati proclamano lo stato di agitazione per oggi, venerdì 4 ottobre. Possibili disagi per gli utenti. "Ci dispiace, ma l'Inps non può essere utilizzato come bancomat dal governo"
ALESSANDRIA – “L’Inps non può essere utilizzato come un bancomat da cui ogni governo preleva a piacimento, senza curarsi del ruolo importante e delicato che l’Istituto svolge in un momento così difficile, con disoccupazione e cassa integrazione alle stelle”. I dipendenti Inps della sede di Alessandria e delle agenzie provinciali di Casale, Novi Ligure, Acqui Terme e Tortona, lo scorso 2 ottobre hanno approvato in assemblea – e all’unanimità – una mozione con cuisi dichiaran opronti ad ogni possibile “iniziativa di lotta”.
La prima è lo stato d’agitazione generale, proclamato per oggi, 4 ottobre,che comporterà forti disagi all’utenza.
Con quale obiettivo? a spiegarlo è Fabrizio Sala, segretario generale della Funzione Pubblica Cisl di Alessandria eAsti. “Innanzitutto come abbiamo scritto sia ai nostri vertici nazionali, sia a quelli regionali e locali, vogliamo far sapere ai cittadini che in un periodo di così grave sforzo da parte nostra, per poter essere davvero utili e vicini ai tantissimi lavoratori e pensionati in difficoltà si intende ridurre ulteriormente gli organici: già passati, in soli dieci anni, da 40 mila a 26 mila dipendenti”.
In effetti, a proposito di cittadini in difficoltà, basta davvero recarsi ogni mattina presso un qualsiasi sportello dell’Inps per assistere alle file interminabili costituite da centinaia di lavoratori italiani e stranieri che, nell’ultimo periodo, hanno perso il proprio impiego e che sperano – oltre di poter accedere alle forme di previdenza sociale previste – in qualche indicazione utile per riuscire a districarsi, almeno, dalla burocrazia. “Senza personale – prosegue ancora Fabrizio Sala – i nostri servizi perdono di qualità, di efficienza e i disagi, come al solito, finiscono per ricadere su chi è già in stato di estremo bisogno. Una guerra tra poveri, si potrebbe dire, dove però in prima linea: a rimetterci la faccia, insomma, sono i dipendenti dell’Inps”. La faccia e parte degli emolumenti, poiché per l’Istituto presieduto da Antonio Mastrapasqua la Legge di stabilità prevede un taglio sui bilanci pari a 240 milioni di euro “Che si traduce in un conseguente taglio lineare sulle indennità di produttività – incalza ancora la sindacalista – pari a trecento euro in meno sulla busta paga di ogni lavoratore Inps”.
Per protestare contro questa situazione definita “inaccettabile e mortificante della dignità professionale dei dipendenti”, l’assemblea ha demandato alle rappresentanze sindacali unitarie di indire lo stato d’agitazione generale, che comporterà forti disagi all’utenza già da oggi, 4 ottobre. «Insieme alle principali sigle sindacali, infatti – precisa Sala – abbiamo deciso di riunirci in assemblea sotto la prefettura di Torino per tutta la durata della giornata lavorativa. Mi rendo conto che questo potrà essere visto come una beffa da parte di chi, purtroppo, un lavoro da cui astenersi non ce l’ha più, o non ce l’ha ancora – conclude il sindacalista – ma il nostro scopo è proprio quello di spiegare ai cittadini quanto potremmo essere loro maggiormente utili in questo momento di crisi e di come, invece, siamo messi nell’impossibilità di operare al meglio per assicurare all’utenza un servizio adeguato e, visto che lo pagano coi loro soldi, soprattutto, dovuto”.
La prima è lo stato d’agitazione generale, proclamato per oggi, 4 ottobre,che comporterà forti disagi all’utenza.
Con quale obiettivo? a spiegarlo è Fabrizio Sala, segretario generale della Funzione Pubblica Cisl di Alessandria eAsti. “Innanzitutto come abbiamo scritto sia ai nostri vertici nazionali, sia a quelli regionali e locali, vogliamo far sapere ai cittadini che in un periodo di così grave sforzo da parte nostra, per poter essere davvero utili e vicini ai tantissimi lavoratori e pensionati in difficoltà si intende ridurre ulteriormente gli organici: già passati, in soli dieci anni, da 40 mila a 26 mila dipendenti”.
In effetti, a proposito di cittadini in difficoltà, basta davvero recarsi ogni mattina presso un qualsiasi sportello dell’Inps per assistere alle file interminabili costituite da centinaia di lavoratori italiani e stranieri che, nell’ultimo periodo, hanno perso il proprio impiego e che sperano – oltre di poter accedere alle forme di previdenza sociale previste – in qualche indicazione utile per riuscire a districarsi, almeno, dalla burocrazia. “Senza personale – prosegue ancora Fabrizio Sala – i nostri servizi perdono di qualità, di efficienza e i disagi, come al solito, finiscono per ricadere su chi è già in stato di estremo bisogno. Una guerra tra poveri, si potrebbe dire, dove però in prima linea: a rimetterci la faccia, insomma, sono i dipendenti dell’Inps”. La faccia e parte degli emolumenti, poiché per l’Istituto presieduto da Antonio Mastrapasqua la Legge di stabilità prevede un taglio sui bilanci pari a 240 milioni di euro “Che si traduce in un conseguente taglio lineare sulle indennità di produttività – incalza ancora la sindacalista – pari a trecento euro in meno sulla busta paga di ogni lavoratore Inps”.
Per protestare contro questa situazione definita “inaccettabile e mortificante della dignità professionale dei dipendenti”, l’assemblea ha demandato alle rappresentanze sindacali unitarie di indire lo stato d’agitazione generale, che comporterà forti disagi all’utenza già da oggi, 4 ottobre. «Insieme alle principali sigle sindacali, infatti – precisa Sala – abbiamo deciso di riunirci in assemblea sotto la prefettura di Torino per tutta la durata della giornata lavorativa. Mi rendo conto che questo potrà essere visto come una beffa da parte di chi, purtroppo, un lavoro da cui astenersi non ce l’ha più, o non ce l’ha ancora – conclude il sindacalista – ma il nostro scopo è proprio quello di spiegare ai cittadini quanto potremmo essere loro maggiormente utili in questo momento di crisi e di come, invece, siamo messi nell’impossibilità di operare al meglio per assicurare all’utenza un servizio adeguato e, visto che lo pagano coi loro soldi, soprattutto, dovuto”.