I social network a servizio del cittadino
Non solo Facebook e Twitter, sono diversi i social network che hanno come scopo quello di aiutare i cittadini a segnalare problemi alle amministrazioni o favorire lo scambio di aiuti tra vicini
Non solo Facebook e Twitter, sono diversi i social network che hanno come scopo quello di aiutare i cittadini a segnalare problemi alle amministrazioni o favorire lo scambio di aiuti tra vicini
Si pensi alle rivolte della primavera araba nate su Twitter o, per stare a casa nostra, a gruppi su Facebook come RilanciamoAlessandria e #nonsolodissesto che hanno saputo unire i cittadini volenterosi della nostra città per combattere la crisi che sta colpendo il territorio. Questi due casi però sono eccezioni nate all’interno di strumenti creati per altro. Facebook, principalmente, e Twitter, sono social generalisti che non hanno un target specifico di riferimento.
Ne esistono invece alcuni che sono programmati con compiti ben precisi. Social network che attraverso la rete vogliono aiutare comunità locali a segnalare problemi del contesto urbano, prendere decisioni riguardanti una città, un quartiere, una via, proporre soluzioni dal basso.
La rete è fatta da dinamiche globali ma favorisce la creazioni e la proliferazione di nicchie e di community iperspecialistiche. La novità in questi social network sta nel fatto che non lo si fa più in base ad interessi comuni ma partendo da uno spazio condiviso e arrivando alle questioni che riguardano tutti quelli che vivono in quello spazio. Ritornare insomma a un’agorà, una democrazia partecipativa favorita dall’uso delle nuove tecnologie.
Non ci sono da fare voli pindarici, partiamo dalle cose semplici. Pensiamo, ed esempio, di avere una rete virtuale formata dalla gente che abita solo nel nostro quartiere, o nel nostro paese. E su questo costruire un social che ci permette di chiedere o dare in prestito qualcosa (un film, un libro, etc.), avere aiuto per qualche problema in casa (“Qualcuno può ripararmi un tubo che perde?”), fino a che tipo di illuminazione adottare per una strada.
Alcuni social network sono già nati a questo scopo. FixMyStreet è un servizio che si pone come obiettivo quello di ridurre le distanze tra cittadini e politica. Il sito infatti aiuta le persone a denunciare, far vedere e discutere problemi con il loro consiglio locale permettendo di visualizzarli semplicemente attraverso la localizzazione su una mappa. Principalmente FixMyStreet si occupa di cose rotte, sporche, danneggiate, oggetti scaricati abusivamente o abbandonati che necessitano di essere riparati, puliti…
StreetBank permette di condividere e prendere in prestito cose dal proprio vicinato. Basta inserire il proprio codice postale, digitare ciò di cui abbiamo bisogno (anche qualcuno con una particolare capacità che ci sarebbe utile) e si vedrà apparire una lista con chiunque abbia ciò che stiamo cercando nel raggio di un miglio intorno a noi. Si può avere accesso a una vasta quantità di cose che le persone del vicinato prestano o danno via, e si possono accettare offerte di aiuto fatte. Ad esempio se mi rendo disponibile a far lavori all’impianto elettrico di qualcuno potrò avere una mano ad aggiustare la mia finestra rotta.
Interessante è Streetmix. Questa applicazione ci permette di disegnare una strada della nostra città disponendo manto stradale, marciapiedi, panchine e arredi urbani come noi riteniamo sia più funzionale e esteticamente bello. Seppur per ora limitata a un solo scenario dalla grafica abbastanza spartana, con un po’ di necessario sviluppo può fare di ognuno di noi un urbanista. E non solo, ci permetti di condividere sui social la nostra creazione e, perché no, proporla a un assessore o al sindaco della nostra città.
Queste idee mostrano le potenzialità dei social e la loro flessibilità di utilizzo. Possono trasformarsi in utili strumenti per le comunità in cui confrontarsi su questioni condivise e segnalare alle amministrazioni problemi da risolvere. Lo spettro delle tematiche che si possono mettere in campo è molto più ampio di quelle qui segnalate.
Con la volontà di realizzarle, le decisioni che riguardano una comunità possano essere proposte da chi ne fa parte non limitandosi ad essere solo sentinelle ma agendo in prima persona avendo a disposizione strumenti efficaci per trovare una soluzione. Grazie alla tecnologia questioni che possono apparire complesse sono rese estremamente più semplici e alla portata di tutti.
Se i social e il web 2.0 stanno cambiato il nostro modo di comunicare, potranno farlo anche nel nostro modo di partecipare alla vita pubblica