Cyberbullismo: quando la violenza è sempre online
Il fenomeno è drammaticamente d'attualità e merita grande attenzione. Scopriamo di cosa si tratta e soprattutto come può essere combattuto, aiutando chi è coinvolto come vittima, bullo o spettatore a dare un nome a questo grave comportamento e a distinguerlo da un semplice scherzo tra ragazzi
Il fenomeno è drammaticamente d'attualità e merita grande attenzione. Scopriamo di cosa si tratta e soprattutto come può essere combattuto, aiutando chi è coinvolto come vittima, bullo o spettatore a dare un nome a questo grave comportamento e a distinguerlo da un semplice scherzo tra ragazzi
Che differenza c’è tra bullismo e cyberbullismo?
Nell’attuale dibattito scientifico alcuni studiosi considerano il cyberbullismo come qualcosa di diverso rispetto al bullismo tradizionale, ma la maggior parte dei ricercatori sostiene che il web sia un nuovo strumento a disposizione del bullo per continuare a perseguitare la vittima al di fuori della scuola o della piazza. Tale ipotesi è confermata dagli studi che rivelano una continuità tra il coinvolgimento nel bullismo tradizionale e nel cyberbullismo.
Esistono comunque alcune caratteristiche che distinguono il cyberbullismo dal bullismo tradizionale:
- tra bullo e vittima può non esserci alcuna relazione nella vita reale: paradossalmente potrebbero non conoscersi, vivere in regioni diverse e non incontrarsi mai;
- il bullo può compiere gli atti denigratori in forma anonima o con uno pseudonimo: la disinibizione legata alla sicurezza che la propria identità non sia scoperta contribuisce notevolmente alla diffusione del fenomeno;
- il bullo non prova alcuna remora dal punto di vista etico: l’identità nascosta e l’utilizzo di strumenti informatici disinibiscono notevolmente l’artefice delle violenze, portandolo a minimizzare i propri atti come se fosse soltanto uno scherzo
- il cyberbullismo non ha limiti spazio-temporali: il bullo può colpire la vittima in qualsiasi momento nello spazio virtuale, senza concessione di un luogo sicuro e privato in cui vivere serenamente
La risposta è sì! I programmi specifici per le scuole finalizzati a prevenire e a gestire il problema del cyberbullismo dimostrano ottimi risultati relativamente alla responsabilizzazione dei ragazzi; in particolare, la partecipazione attiva dei coetanei nel contrastare i bulli e difendere le vittime sembra offrire un contributo fondamentale alla diminuzione del fenomeno.
In generale, l’arma migliore per contrastare il cyberbullismo è la prevenzione che sensibilizza genitori e insegnanti sull’importanza di educare gli adolescenti ad un uso responsabile degli strumenti web e alla promozione delle relazioni positive con i compagni. Attualmente Internet costituisce un canale comunicativo usato quotidianamente per entrare in contatto con altre persone; per questo motivo gli adulti sono chiamati a guidare e monitorare l’utilizzo che i giovani fanno di tale strumento con suggerimenti, regole e limitazioni, al pari dell’educazione che offrirebbero riguardo agli approcci relazionali diretti con gli altri. Intervenire contro il bullismo significa intervenire anche contro il cyberbullismo, per questo è fondamentale aiutare i ragazzi a responsabilizzarsi ed acquisire un senso critico dei propri atteggiamenti nei confronti dell’altro, anche quando l’approccio avviene virtualmente attraverso la tastiera di un computer o di un telefono cellulare.
Chi è il cyberbullo?
Volendo costruire l’identikit del cyberbullo, egli può essere descritto come un adolescente che vuole essere popolare, ricerca il divertimento o fugge dalla noia, e pensa di ottenere il suo scopo attraverso atti di prepotenza nei confronti di chi è diverso da lui e dal suo gruppo di riferimento, rivolgendo attacchi su aspetto fisico (anche contro ragazze molto carine), timidezza, disabilità, orientamento sessuale o etnia. Tuttavia spesso si tratta di ragazzi che non si rendono conto di essere cyberbulli, bensì sono convinti di fare un semplice scherzo o un dispetto, forse pesante ma innocente, a chi ha fatto loro un presunto torto. Hanno maggiori probabilità di esercitare cyberbullismo coloro che utilizzano internet in modo eccessivo e autonomo, sono iscritti a social network che favoriscono la diffusione di immagini e informazioni personali, partecipano a gruppi online prettamente giovani in cui manca completamente il controllo delle figure adulte, insultano via internet attraverso messaggi volgari e offensivi, utilizzano frequentemente videogiochi violenti che rafforzano l’idea che la violenza esercitata con un click sia solo virtuale.
Quali sono le conseguenze del cyberbullismo?
I danni del cyberbullismo sulla vittima sono simili a quelli del bullismo tradizionale: bassa autostima, depressione, ansia, paura, difficoltà scolastiche, problemi relazionali, pensieri di suicidio. Tuttavia ciò che rende ancora più devastante questo fenomeno rispetto al bullismo tradizionale è la diffusione pubblica dell’umiliazione, che in un solo click annienta l’immagine sociale che la vittima ha di sé, scatenando sentimenti di estrema vergogna e inadeguatezza. Inoltre, mentre un episodio di bullismo è circoscritto nel tempo e nello spazio e resta solo nella memoria e nei racconti, l’episodio di cyberbullismo è difficilmente cancellabile da alcuni spazi web: la vittima è dunque costretta a subire la molestia senza fine con la consapevolezza che il mondo del web sta assistendo alla sua umiliazione con chissà quali giudizi. Questo potrebbe spiegare i dati della ricerca Ipsos realizzata per Save the Children secondo cui il 72% degli adolescenti e giovanissimi italiani considera il cyberbullismo come il fenomeno sociale più pericoloso del proprio tempo.
Il fenomeno del cyberbullismo è oggi al centro di un’ampia polemica legata a fatti di cronaca molto gravi. Considerando solo gli ultimi mesi possiamo tristemente ricordare il suicidio del 15enne sbeffeggiato come “il ragazzo con i pantaloni rosa” e deriso su Facebook dai compagni perchè omosessuale; o il caso di Carolina, 14enne che si è suicidata dopo che alcuni coetanei avevano diffuso su internet fotografie e video imbarazzanti che la ritraevano; o Hannah Smith, 14 enne che si è uccisa dopo aver ricevuto insulti per mesi sul sito Ask.fm, ora al centro di numerose polemiche per l’assenza di dispositivi antiabuso; o le attuali vicende drammatiche in Russia, che vedono le persone omosessuali vittime di pestaggi, torture e cyberbullismo da parte degli esponenti del movimento neonazista Occupy Pedofilyaj.
Che cosa fare quando si è presi di mira da un cyberbullo?
Le associazioni che si occupano di cyberbullismo concordano nel consigliare alle vittime un atteggiamento fermo nei confronti del bullo:
- non rispondere ai messaggi offensivi o intimidatori ricevuti da qualsiasi fonte (sms, e-mail, chat);
- mai mandare messaggi offensivi o volgari, nemmeno per rispondere a ingiurie ricevute;
- salvare tutti i messaggi molesti ricevuti annotandone data e ora;
- cambiare il proprio nickname o il numero di cellulare comunicandolo solo agli amici;
- utilizzare i filtri per bloccare gli indirizzi e-mail o gli account di chi molesta;
- non fornire mai i dati personali (nome, cognome, indirizzo, nome della scuola o degli amici) a chi si conosce sul web;
- non condividere le password, nemmeno con gli amici;
- parlare immediatamente dei messaggi offensivi ricevuti a un adulto;
- segnalare il comportamento inappropriato ai moderatori della chat o del forum chiedendo di cancellare i messaggi offensivi e bannare (cioè escludere a vita) l’utente molesto;
- in caso di minacce fisiche o sessuali contattare anche la Polizia.
Chi si può contattare per avere sostegno?
Dal 2007 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha attivato il numero verde nazionale 800 669696 e l’indirizzo e-mail bullismo@istruzione.it per segnalare casi, chiedere consigli o ricevere supporto (per info visita il sito web della campagna nazionale contro il bullismo “Smonta il bullo”: www.smontailbullo.it).
Si può anche chiedere un consiglio personale o per un amico vittima di cyberbullismo a Telefono Azzurro, tramite il numero gratuito 19696 o via chat (accedi al sito www.azzurro.it e clicca su “ch@tt@ con Telefono Azzurro!”).
In caso di situazione potenzialmente pericolosa per l’incolumità della vita di un adolescente non esitare a contattare la linea telefonica gratuita 114 – Emergenza Infanzia. Il servizio, gestito da Telefono Azzurro e promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità, è attivo 24 ore su 24 e mette direttamente in contatto con un operatore pronto ad offrire sostegno psicologico, inoltre attiva nell’immediato le istituzioni presenti sul territorio (forze dell’ordine, servizi socio-sanitari, tribunali, ecc.) per rispondere nel modo più adeguato all’emergenza segnalata.
Link utili:
Campagna nazionale contro il bullismo: www.smontailbullo.it
Telefono azzurro: www.azzurro.it
Bullismo elettronico: www.cyberbullismo.com
Progetti europei di contrasto e prevenzione: http://www.bullyingandcyber.net/it/
Dati della ricerca Ipsos realizzata per Save the Children