Libri ad alta quota
Consigli di lettura per gli amanti della montagna; ecco alcuni testi che potranno accompagnare le vostre passeggiate fra pascoli e natura
Consigli di lettura per gli amanti della montagna; ecco alcuni testi che potranno accompagnare le vostre passeggiate fra pascoli e natura
Cominciamo con un autore il cui nome è già di per sé garanzia di qualità: Erri De Luca. Il libro in questione è “Sulla traccia di Nives”, edito Mondadori. De Luca dà voce, in forma di dialogo, all’incontro tra uno scalatore “mediterraneo” e un’alpinista (con l’apostrofo) d’alta quota, eremita volontaria dei luoghi più deserti, dove la vita è un’eccezione, la violenza del vento sferza il viso senza sosta, l’aria gelida brucia i polmoni ad ogni respiro e il sole inaridisce la pelle.
Un incontro tra due persone profondamente diverse, per la loro storia, per il loro modo d’intendere la montagna, ma alla ricerca di un contatto umano, di un’amicizia destinata a nascere nella sfida agli ottomila metri del Dhaulagiri. Alternando sensazioni vissute su roccia e ghiaccio a ricordi di nevi trascorse e compagni di scalata, il dialogo cresce e si impenna arrivando ai lunghi cammini in valli nepalesi, agli abbracci, ai ritorni, finendo a sforare nella memoria della vita lontano dalla vetta. La religiosità di Erri De Luca emerge anche tra queste pagine, da cui sbocciano echi di sacre scritture: “Gesù sale sopra un monte non identificato, e la folla si accovaccia intorno alle pendici. Anche Gesù porta i suoi ascoltatori lontano dai centri, dalle piazze verso un confine santo. E da lassù pronuncia il suo elenco sovversivo delle gerarchie, delle autorità che governano le cose in terra”.
Con Erri De Luca siamo partiti da uno dei picchi più alti della letteratura italiana; certo, una volta arrivati il panorama è spettacolare, ma salire non è esattamente una passeggiata. Se avete deciso di propendere per la montagna non per velleità di accrescimento spirituale, ma per staccare un po’ i cari neuroni e tirare il fiato, ecco un bel “giallo” a cui dedicarvi: “La pista nera” di Antonio Manzini, edito da Sellerio.
“Eroe” della vicenda Rocco Schiavone, vicequestore romano spedito ad Aosta per motivi disciplinari, in particolare per non aver usato “i guanti di velluto” nel trattare con un potente … ma non solo. Il nostro protagonista non sempre ha resistito all’abitudine di “migliorare” la legge, eseguendo supplementi di pena, o a quella di rubare ai “cattivi”, perseguendo il sogno di una casa in Provenza. Non basta, Schiavone ha altri due punti deboli: la marijuana e le donne.
È questo l’uomo che dovrà investigare sulla morte di Leone Micciché, trovato cadavere sulla pista da sci da un giovane alla guida un gatto delle nevi. Aprendo questo libro dimenticatevi dell’onesto Salvo Montalbano o di qualsiasi protagonista della letteratura “gialla” che possa venirvi in mente. Scordatevi anche del termine “commissario”, perché Rocco Schiavone, ci tiene a precisare, correggendo chiunque gli si rivolga così, che ora si dice “vicequestore”. Rocco Schiavone non è l’“Eroe” positivo con la “E” maiuscola, è antipatico, scorretto e corrotto… è tutta un’altra storia.
Guardiamo ora ad un grande classico: “Walden ovvero Vita nei boschi”. L’opera è il resoconto dell’avventura dell’autore, Henry David Thoreau, che al termine della prima metà del XIX secolo, dedicò ben due anni, due mesi e due giorni della propria vita nel cercare un rapporto intimo con la natura, per ritrovare sé stesso lontano da una società che non dava più valori a cui credere.
L’opera fu scritta quasi interamente durante il soggiorno di Thoreau in una capanna, costruita in gran parte dall’autore stesso, sulle sponde del lago Walden, situato vicino alla cittadina di Concord, nel Massachusetts.
In queste pagine viene descritto un esperimento, una vera e propria prova di sopravvivenza dell’autore ed insieme una testimonianza all’umanità: l’uomo riesce a vivere anche in condizioni di povertà materiale e, anzi, da queste può trarre una maggior felicità imparando ad apprezzare maggiormente le piccole cose.
Durante il suo soggiorno Thoreau descrive la propria vita e l’ambiente che lo circonda, soffermandosi su una descrizione dettagliata del lago e della zona. Il testo fu riscritto ben sette volte prima della pubblicazione avvenuta nel 1854, ma in seguito “Walden” fu per Thoreau il libro di maggior successo.