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    I.N. - irene.navaro@alessandrianews.it  
    8 Luglio 2013
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Abolire le Province? “I problemi sono altri”

    "La riforma costituzionale per abolire le Province? Accanimento del governo ma mi sembra che i problemi da risolvere siano altri". Le reazioni ad Alessandria dopo l'annuncio del consiglio dei Ministri: "chiariscano prima chi farà cosa"

    "La riforma costituzionale per abolire le Province? Accanimento del governo ma mi sembra che i problemi da risolvere siano altri". Le reazioni ad Alessandria dopo l'annuncio del consiglio dei Ministri: "chiariscano prima chi farà cosa"

    POLITICA – Non c’è stato il tempo di godersi la soddisfazione per la sentenza della Corte Costituzionale che salvava le province italiane dall’estinzione a colpi di decreto legge. Il giorno dopo, venerdì, è arrivata infatti la decisione del consiglio dei Ministri. Il governo Letta sembra non avere dubbi: le province andranno abolite attraverso una legge costituzionale, il cui disegno è già stato approvato.
    I sindacati hanno già parlato di un “colpo di mano”. Dalla Costituzione italiana dovrà sparire la parola Province e saranno Stato e Regioni a decidere come saranno distribuite le diverse funzioni.
    In realtà, la strada è ancora lunga. Occorre infatti una riforma costituzionale, approvata sia da Camera sia da Senato per ben due volte, e sottoposta a referendum popolare se in aula la proposta non raggiunge la maggioranza qualificata di almeno due terzi.
    “Mi sembra che ci sia una sorta di accanimento del governo contro le Province, prese a simbolo di spreco. A me pare, invece, che i problemi da risolvere siano ben altri”, è stato il primo commento del vicepresidente della Provincia Gianfranco Comaschi.
    Il presidente, Paolo Filippi, esprime il suo pensiero attraverso il social network facebook “Dopo i costituzionalisti e professoroni del governo tecnico pateticamente bacchettati dalla Corte, tocca ora al giovincello risanare il debito pubblico eliminando le Province. Buona fortuna anche al nipotino di Gianni Letta, ma specialmente buon teatrino per le balle sui risparmi che vi apprestate a raccontare”, scrive.
    “Se la sentenza della Corte costituzionale che bocciava il primo decreto legge sull’eliminazione delle province ha lasciato un messaggio – dice il senatore Pd Daniele Borioli – è quello che le riforme vanno fatte bene. Ciò non toglie che una riforma di tipo costituzionale è necessaria. Ma occorre prima capire chi fa cosa, chi porterà avanti le funzioni che attualmente svolgono le Province e con che soldi. Penso alla manutenzione di strade e scuole, ad esempio. Non basta dire che non ci saranno più le Province, occorre anche dire dove le regioni, o chi se ne farà carico, prenderà i fondi necessari per garantire i servizi”.
    La voce ufficiale dell’Upi, Unione Province d’Italia, si è espressa in merito subito dopo l’annuncio del governo: “Ma davvero il Governo pensa che con un ‘provvedimento bandiera’ , che cancella con un tratto di penna la parola Province dalla Costituzione e 150 anni di storia del Paese, si riconquisti la fiducia degli italiani nella politica? Basterebbe uscire dai Palazzi e tornare sui territori per capire che la sfiducia dei cittadini è tutta nell’incapacità di dare risposte sui problemi veri, sulle emergenze sociali, sul dramma della disoccupazione e sulla crisi dell’economia. Se il Governo, come ha detto, crede che l’abolizione delle Province possa servire a nascondere le vere emergenze, davvero non conosce il Paese”. E’ il commento del Presidente dell’Upi, Antonio Saitta dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri del Disegno di Legge di abolizione delle Province. “Gli italiani – prosegue Saitta – sanno perfettamente quali sono i servizi che le Province garantiscono e su quello chiedono conto; non si faranno abbindolare dalla solita mossa della politica che annuncia che tutto cambierà, per non risolvere nulla. Siamo certi che il Governo si accorgerà presto che in Parlamento, dove il rapporto con i territori e le comunità è forte, le posizioni su questo tema sono diverse. I parlamentari conoscono bene quali problemi si troverebbe a dovere affrontare il Paese con l’eliminazione delle Province e il caos e la perdita di diritti e servizi essenziali che ne deriverebbe per le comunità. Sanno che l’Italia non è il paese delle metropoli ma delle piccole città, che senza Province resterebbero abbandonate. E sanno anche che le riforme vere, quelle che ancora il Governo non ha iniziato ad abbozzare nella furia di eliminare le Province, sono molto più urgenti”. (nella foto in basso Enrico Letta con l’onorevole Mario Lovelli)
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