L’ultimo appello: “con questi tagli, il servizio trasporti chiude”
Se non verranno rivisti i parametri si andrà verso la paralisi del servizio. Potremmo garantire solo le fasce protette. Lo hanno ribadito l'assessore Gianfranco Comaschi e il dirigente Piergiuseppe Dezza davanti alla commissione provinciale riunita ieri per parlare di trasporto pubblico. Pronto un ordine del giorno unitario da inviare alla giunta regionale mentre in oltre 200 firmano l'appello degli studenti
?Se non verranno rivisti i parametri si andrà verso la paralisi del servizio. Potremmo garantire solo le fasce protette?. Lo hanno ribadito l'assessore Gianfranco Comaschi e il dirigente Piergiuseppe Dezza davanti alla commissione provinciale riunita ieri per parlare di trasporto pubblico. Pronto un ordine del giorno unitario da inviare alla giunta regionale mentre in oltre 200 firmano l'appello degli studenti
Per il 2013 viene chiesto quindi di mantenere la misura di 13 milioni e 380 mila euro, per il 2014 di 12.182.490 (contro i 9.043.905 previsti), per il 2015 di 11.765.850 (anziché 8.734.288).
“La Regione non può limitarsi ad un mero calcolo ragionieristico nella determinazione dei contributi – dicono Dezza e Comaschi – occorre tenere presente la peculiarità del territorio, esteso e frammentato di tanti piccoli comuni collinari e montani”.
Oltre tutto, la provincia di Alessandria è quella che maggiormente subirebbe il peso dei tagli: “fatti 100 i tagli, 60 saranno a carico dell’alessandrino, 40 della provincia di Biella”.
Con queste premesse, l’assessore sottolinea come “non sarà possibile dare continuità al servizio. Potranno essere garantiti solo le fasce orarie funzionali alle attività scolastiche e lavorative, mentre la fascia così detta ‘molle’, cioè a metà mattina e nel primo pomeriggio, non sarà più servita, entro il mese di ottobre”.
Tali parametri sono stati determinati sulla base di due fattori: il primo risponde ad una richiesta del ministero per l’assegnazione alle regioni Piemonte e Sicilia di un fondo perequativo e Torino ha risposto attenendosi all’applicazione del coefficiente previsto, ossia il fatto che i contributi assegnati alle provincie per il servizio non possono superare il 65%. Il secondo fattore è uno studio del politecnico finanziato da una Fondazione, che individua un taglio del 39% delle corse per l’alessandrino in quanto non utilizzate da almeno cinque utenti. “Nel nostro territorio, per la sua peculiarità, non si può però applicare un calcolo matematico. Tagliare le corse significa condannare i paesi all’isolamento”, dice Waltre Ottria, capogruppo del Pd.
Sarà il presidente di commissione, Riccardo Prete, a stendere una bozza dell’ordine del giorno che sarà poi sottoposto al voto del consiglio.
Anche gli studenti si sono mossi con una raccolta firme che ha trovato oltre 200 adesioni. Spiega Andrea Facciolo, presidente della Consulta studentesca provinciale: “abbiamo deciso di promuovere la nostra raccolta firme per protestare contro i tagli che la Regione Piemonte ha prospettato e che si preannunciano particolarmente pesanti per la provincia di Alessandria e in particolare per chi si reca a scuola o è pendolare. Stiamo parlando della sospensione di metà delle linee bus e di un terzo di quelle dei treni. Hanno già firmato il nostro appello l’assessore Moro della Provincia, l’assessore Ivaldi e il sindaco Rossa del Comune, il questore Filippo Dispenza e molti altri cittadini. Solamente durante la StrAlessandria siamo riusciti a raccogliere oltre 200 firme. Da oggi proseguiremo la raccolta di adesioni anche nelle scuole. Andremo avanti fino alla fine di maggio e speriamo che questa battaglia alla fine verrà vinta”.